tag:blogger.com,1999:blog-87723632860186091882024-03-14T04:49:12.949+01:00lookingforsaxaquamangiancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.comBlogger295125tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-18502087395952802752020-05-27T12:38:00.000+02:002020-05-27T12:38:49.905+02:00<em>“Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c’è netta distinzione tra il reale e l’irreale, che le cose appaiono come sembrano solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali attraverso cui le percepiamo.” (H. P. Lovecraft, “La Tomba”)</em><div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-22138722418807187932016-09-09T15:28:00.002+02:002016-09-10T22:14:58.699+02:00Evvai...a braccetto con Thanatos<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-f4Z42AeQ970/V9K4S1dktnI/AAAAAAAAK_o/4VLrTT3tf_UF-ES3ll1NNAIdgod3x36TgCLcB/s1600/.facebook_300211295.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-f4Z42AeQ970/V9K4S1dktnI/AAAAAAAAK_o/4VLrTT3tf_UF-ES3ll1NNAIdgod3x36TgCLcB/s400/.facebook_300211295.jpg" width="400" /></a></div>
<a href="https://www.blogger.com/null" name="yui_3_17_2_3_1473424641618_1815"></a>Esiste un detto: "Se
incontri il Buddha uccidilo” ed è vero,
semplicemente perchè il divino è dentro di te. Aggrapparci a colui
che identifichiamo come maestro ci porta a venerarlo come un idolo, a
concentrare i nostri sforzi nell'imitarlo, a non smettere di seguirlo
dappertutto. Diventa per noi la 'copertina di Linus' che ci conforta,
ci aiuta a stare bene; è il nostro placa ansia sin che c'è non ci
preoccupiamo e, in fondo, non del tutto viviamo la nostra vita,
deleghiamo e così finiamo per non trovare mai la nostra strada. <br />
La
rara e difficile via dell'illuminazione è assolutamente personale e,
dopo aver frequentato un maestro, qualunque esso sia, bisogna
abbandonarlo. Arriva un momento in cui sei costretto a dire a te
stesso: BASTA! È la tua anima che te lo chiede e ti implora.
L'uccisione metaforica del Buddha deve avvenire all'interno della
nostra mente (che si chiama mente perché mente), non necessariamente
nel cuore. Significa superare il mito del maestro, il mito del guru,
il mito dello psicoterapeuta o della guida spirituale. Significa
essere finalmente adulti autonimi e consapevoli. Occorre abbandonare
(sempre in senso metaforico) anche i genitori e tutte quelle figure
paterne e materne di cui ci siamo circondati. Significa saper
rinunciare al comodo ruolo di figlio, di discepolo e di eterno
studente. Significa smettere di essere un Peter Pan (di cui è giusto
mantenere solo l'aspetto ludico nel prendere la vita come un gioco e
lo sguardo aperto alla meraviglia tipico del bambino) ma è opportuno
distruggere la speranza che qualcun altro, all’infuori di noi,
possa essere il nostro mentore e padrone. Perciò, se incontri un
Buddha, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere
legami, non essere schiavo di nessuno. Vivi semplicemente la tua vita
e lascia tutte le zavorre: del passato, delle religioni, delle
imposizioni, degli schemi precostituiti. Abbandona tutti i tuoi
attaccamenti, tutti i tuoi lagami e sii finalmente libero e leggero. Tu sei
unico e inimitabile; perciò non attaccarti a niente e a nessuno,
neppure ai sentimenti -che anche quelli fanno parte della matrix-
perché tutto è vanità, l'unico amore possibile è quello che
trascende ed è libero, autentico e incondizionato. Lo riconosci
facilmente perchè non è geloso, non è possessivo, non chiede mai,
anzi, dona senza sforzo e ciò gli basta; tutto il resto è fuffa: è
tutto un trucco! Non cercare l'anima gemella, il compagno/a della
vita. Piuttosto ama te stesso e tutto verrà di conseguenza. Hai
tutto dentro di te, se ti ami sei anche in grado di amare il tuo
prossimo e ciò basta e avanza. Soprattutto impara a guardare la
morte come la compagna che viaggia poco dietro di te, che ti segue da
quando nasci ed è lì, alla tua sinistra (il lato del nagual) da
sempre. Perciò non devi temerla; piuttosto danza con lei, gioca a
scacchi con lei, parla con lei, renditela amica e alleata chè tu sei
eterno e immortale proprio grazie a lei.<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-73455630470228341422016-08-28T14:08:00.003+02:002016-08-29T14:51:19.632+02:00difendiamoci dagli dei*<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-kaCNpkRK-pA/V8LUMe1mrJI/AAAAAAAAK-Y/_iGdpFsDmqwAbMwY7QeVUReGiFkfsvTzwCLcB/s1600/difendiamoci-dagli-dei-106798.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-kaCNpkRK-pA/V8LUMe1mrJI/AAAAAAAAK-Y/_iGdpFsDmqwAbMwY7QeVUReGiFkfsvTzwCLcB/s400/difendiamoci-dagli-dei-106798.jpg" width="280" /></a></div>
<br />
Nella maggioranza delle religioni questi esseri sono generalmente definiti “spiriti”,sia pure con tanti nomi diversi e tipologie differenti, in quanto sono sempre tenute in considerazione le grandi differenze esistenti fra di essi. I Greci e i Romani sono stati coloro che più si sono avvicinati alla realtà nel chiamarli semplicemente “dei”, sebbene riconoscessero che questi spiriti potevano assumere forme corporee e che ci fossero anche tutta una serie di deità minori, soggette agli dei maggiori.<br />
Le mitologie di tutti i popoli non sono altro che i ricordi deformati di fatti accaduti migliaia di anni fa. <br />
L’Universo è come una scala infinita che parte da esseri elementari, imperfetti, fino ad arrivare ad esseri perfetti; alla base troviamo la “materia”, e alla cima il “regno dello spirito”, sopra il quale ci dovrebbe essere l’Entità che gli uomini chiamano, infantilmente, Dio.<br />
Dio non può essere definito, spiegato, dissezionato, reificato; è qualcosa di diverso da tutto ciò che la mente umana possa concepire o immaginare. Se non fosse così, l’essenza stessa di Dio sarebbe svuotata della sua Unicità.<br />
Possiamo pensare a più scale nell’Universo per la moltitudine degli esseri che vi vivono. L’uomo è un gradino di una di queste, mentre gli dei sono ad un gradino superiore molto probabilmente di un’altra e, per quanto si evolva o si reincarni su questo o su un altro pianeta, secondo varie credenze, non potrà mai passare alla scala di questi dei che, nel corso della storia, hanno interferito e continuano ad interferire nelle vicende umane.<br />
Sulla stessa scala dell’uomo, ai gradini inferiori, troviamo altri componenti e regni della Natura, il minerale, il vegetale, l’animale, l’organico, l’inorganico, ecc. e possiamo notare che fra di essi vi è una gradazione, un passaggio modulato. Infatti, ci sono molte creature che danno l’impressione di appartenere a due regni diversi o di essere una specie di ponte tra i due; è il caso degli aminoacidi, di certi funghi, dei coralli, delle proteine.<br />
La composizione fisica del corpo umano non è che un compendio delle sostanze della Natura; dagli elementi semplici studiati dalla fisica e dalla chimica, fino alle profondità psichiche studiate dalla psicologia o alla grandezza mistica di cui ci parlano le religioni.<br />
L’umanità ha sempre creduto e continua a credere che esistano esseri misteriosi, intelligenti, che si manifestano agli uomini in determinate occasioni con innumerevoli sembianze e modi di agire. Questi esseri, provenienti da altre dimensioni o piani di esistenza, appartengono ad altre scale cosmiche, diverse da quella umana; la loro evoluzione e ascensione verso gradi di maggiore maturità e intelligenza si svolge su percorsi diversi, seppure in qualche modo paralleli a quelli umani. Questa, probabilmente, è la ragione per cui, a volte, avviene un certo contatto reciproco fra il nostro e il loro mondo, le nostre e le loro vite.<br />
Si è detto che gli dei sono esseri che, sia pure nella loro particolare scala evolutiva, sono ad un gradino superiore, o più elevato, degli uomini; tuttavia ciò non vuole dire che siano superiori a noi in tutto. Certo lo sono in alcune manifestazioni di intelligenza, di forza o di potere; ma, per quanto riguarda l’etica, quella che definiamo “moralità” è tutta da riconsiderare criticamente. <br />
I valori fondanti delle specie viventi sono molti e molto diversi fra loro; possono addirittura esistere e funzionare in una determinata scala cosmica ed essere totalmente sconosciuti e incomprensibili ai componenti di altre scale.<br />
Il termine “superiori”, quindi parlando degli dei, va inteso in modo relativo. Superiori in conoscenze, in poteri fisici e psichici, in energia, ecc., ma non in virtù o valori morali vigenti tra gli esseri umani perché, spesso, le loro intromissioni sono molto negative per noi.<br />
In sostanza, questi “dei” sono molto lontani dalla perfezione; sono anch’essi creature dell’Universo in evoluzione.<br />
Fra il loro mondo e il nostro o, detto in altro modo, fra la loro dimensione e la nostra, o fra il loro piano di esistenza e il nostro vi sono delle barriere fisiche per cui, molto spesso, il loro agire appare strano e incomprensibile per noi ed una di queste è sicuramente il nostro tempo, al quale si adeguano con grande difficoltà.<br />
Non sono immortali, nel senso che noi diamo a questa parola, anche se i Greci e i Romani li ritenevano tali. Sembra che la permanenza “in vita” al loro piano cosmico sia molto più lunga della nostra terrestre; tuttavia anche per loro, giunge il momento in cui muoiono o abbandonano lo stato di dei, dovuto, probabilmente, ad una legge generale del Cosmo.<br />
Nel Cosmo tutto si rinnova costantemente, secondo una tendenza ascendente - non in senso geografico o geometrico - bensì dal “materiale” allo “spirituale”, dal meno “intelligente”, al più “intelligente, dal “ piccolo, imperfetto e debole” vero il “grande, perfetto e forte”. Quando un essere vivente, nel corso della sua evoluzione, giunge al gradino della coscienza o della intelligenza deve volere responsabilmente andare avanti nell’ascesa e il non farlo invece, sembra che comporti un arretramento sulla sua scala o addirittura qualche forma di sanzione.<br />
Il movimento di ascesa non è sempre costante e uniforme, ma sembra realizzarsi, almeno in molte occasioni, a scale, a tappe, ad impulsi, tanto che si potrebbe dire che sia ondulatorio o a spirale e che, a periodi di massimo avanzamento, se ne susseguano altri di stasi o di apparente retrocessione. Ciò potrebbe essere una valida spiegazione della morte che, dall’uomo è considerata come un male, ma che dal punto di vista cosmico è un passaggio al gradino superiore della scala di un essere soggetto alla legge di ascensione ed evoluzione. Considerata nel contesto cosmico, la morte è solo un sintomo della costante pulsazione della Vita nell’intero Universo.<br />
Quando un essere umano ha una visione reale di qualsiasi tipo, la sua psiche subisce profonde alterazioni, non sempre visibili. Sarebbe meglio dire che, quando è vittima di un’apparizione, per quanto lui si senta invaso dalla presenza divina, subisce una violazione psichica e forse anche fisica.<br />
L’alterazione più profonda che il suo cervello registra si trasforma spesso in una forma depressiva mascherata che lo spinge sovente ad abbandonare la famiglia, la professione e, nei casi più gravi, al suicidio, anche se all’inizio si era presentata come una esperienza positiva che ampliava la sua intelligenza e le sue qualità mentali e psichiche.<br />
Se possedessimo strumenti sufficientemente sensibili, potremmo percepire nel cervello di questo “prescelto” delle onde elettromagnetiche che non sono presenti nel cervello umano normale.<br />
Le persone definite psichiche dalla parapsicologia, mistiche dalla religione, medium dallo spiritismo, contattati dall’ufologia, o con il termine generico illuminati, emettono tutti, senza eccezione con una potenza superiore al normale, un tipo di onde di frequenza e lunghezza specifiche che hanno il potere di alterare, anche incoscientemente, il meccanismo cerebrale dei discepoli e dei seguaci in genere.<br />
Il cervello del “maestro” o del “veggente”, quale potente emittente, in modo totalmente automatico e incosciente, invia nell’aria le sue onde che producono l’effetto di un vero e proprio bombardamento cerebrale, condizionando i seguaci.<br />
E' importante però ricordare che gli dei non sono i "creatori dal nulla" del fenomeno della irradiazione straordinaria della mente degli illuminati poichè tutti gli esseri umani, in minore o maggiore misura, hanno la capacità di emettere determinate onde cerebrali captabili dai loro simili ed anche da certi animali, come dimostrato dalla parapsicologia in molte occasioni e in molti esperimenti. <br />
Quando il cervello umano vibra ad un ritmo di 10 cicli al secondo è in grado di influenzare, a livello subatomico, qualunque materia vivente; il fatto è che questa capacità è atrofizzata e del tutto sconosciuta agli umani, mentre per gli dei è molto facile sfruttarla e potenziarla al massimo. E, se non la ritengono sufficiente, forniscono al soggetto prescelto, con mezzi a noi sconosciuti, altri poteri con i quali sarà più facile attrarre alla loro causa gli ignavi esseri umani. I grandi taumaturghi di tutte le religioni e i grandi Avatar sono esempi di questa attenzione.<br />
Un contatto soft, in sordina, è "l'ispirazione" o "suggestione", cioè quando gli dei usano mezzi più normali, meno invasivi della mente umana, magari subliminali, per "convincere" la persona prescelta, ispirandole in modo più o meno marcato e costante, qualche idea, sistema o riforma da attuare e, se l'eletto non ha una posizione rilevante nella società in cui vive, sempre discretamente e "naturalmente" gli aprono le strade che lo portano a raggiungere gli obiettivi prefissati.<br />
Il solo fatto di essere "dei", ovvero una specie di superuomini, come noi non siamo altro che super animali, dà loro il diritto di usare gli uomini come meglio ritengono, anche con la privazione della vita, se questo soddisfa le loro esigenze e il loro gusto. <br />
Noi siamo stati illusi e ingannati dagli dei stessi, tramite le religioni, di essere i re del creato, sicuramente i personaggi centrali, i padroni del pianeta, sicché siamo del tutto disarmati e impreparati ad affrontare la verità della loro esistenza e del loro dominio. Il nostro piano materiale di vita non interferisce minimamente con il loro in quanto essi si trovano al di fuori del nostro spazio fisico, in una dimensione altra di questo immenso condominio che è il pianeta Terra.<br />
Nel momento in cui qualcosa di vivo muore, gli elementi fisici materiali che la compongono tornano alla terra, dove continuano i loro interminabili cicli di disintegrazione, fusione, trasformazione. Altri elementi, anch'essi fisici, ma non materiali, a livello quantico o subatomico, non entrano in questi ciclo, ma si liberano come energie e si aggregano con altre energie che vibrano alla stessa o simile frequenza e dimensione. Orbene, creature del Cosmo più evolute di noi, come gli dei, sono capaci di captare, per lo meno in parte, queste energie, onde o vibrazioni che si liberano quando si disintegra la materia viva. <br />
Pare che questa energia procuri loro un immenso piacere e, per questo, la cercano oggi come l'hanno sempre cercata, avvalendosi di mille stratagemmi.<br />
Quando la materia viva, sia animale che vegetale, muore lentamente dopo un processo naturale di invecchiamento, questa energia vitale si va disperdendo a poco a poco prima del momento finale e, per questo, è molto più difficilmente captabile ed utilizzabile da chi ha l'interesse a farlo; però, quando un essere vivente è nel pieno delle sue forze e, per una causa o per l'altra, muore di morte naturale, come accade ad un animale sgozzato, o si disintegra rapidamente, allora tutta l'energia vitale sgorga come torrente impetuoso e diventa sostanziosa.<br />
Il modo più facile e normale per disintegrare la materia viva è la cremazione e, l'energia che si libera, può essere generata sia dal mondo animale, sia dal mondo vegetale che, essendo meno potente, deve essere di proporzioni enormi per risultare "fruibile" (estesi incendi boschivi che durano giorni e giorni, per esempio).<br />
Dobbiamo ricorrere alla Storia e ricordare che gli dei, in tutte le religioni dell'antichità, invece di esigere atti di pentimento collettivo emozionali, preghiere razionali da parte dei loro popoli, il massimo contributo religioso che esigevano era "l'olocausto", ovvero cerimonie nelle quali dapprima si sacrificava la vittima animale o umana, poi la si bruciava integralmente in modo che nessuno ne potasse trarre profitto. Doveva ardere fino a consumarsi, come indica il termine "olocausto" che deriva da due parole greche che significano "tutto bruciato".<br />
Nelle grandi solennità greche e romane si facevano grandiosi sacrifici animali, soprattutto di bovini bruciati su enormi pire, che si chiamavano "ecatombe", altre due parole greche che significano "cento buoi".<br />
Queste cerimonie, che culminavano con grandi falò, erano il modo perfetto che gli dei avevano per "spremere" tutta l'energia vitale di quelle creature viventi: in primis mediante lo sgozzamento delle vittime, con conseguente spargimento di sangue, ottenevano l'energia sottile che apprezzavano maggiormente, quella emanata dai corpi agonizzanti, in particolare dai cervelli tormentati e terrorizzati; in seguito, già morta cerebralmente la vittima, il fuoco si faceva carico di liberare in modo rapido l'energia vitale ancora racchiusa nelle cellule di tutto l'organismo.<br />
Queste onde di energia che si sprigionavano dai corpi fumanti delle vittime costituivano, come già si è detto, una specie di droga, un aroma per i sensi degli dei. Nel Pentateuco si parla ripetutamente di questi "sacrifici di arrosti" che erano "cibo tranquillizzante per Yahvè", o che salivano a lui come "aroma calmante".<br />
Riassumiamo ora le diverse cose che gli dei cercano fra di noi.<br />
- In primo luogo, le onde che sono prodotte da un cervello eccitato;<br />
- le "onde della vita", ovvero le onde che sono sprigionate da un corpo vivente stroncato da morte violenta; <br />
- le onde sprigionate da tutte od ognuna delle cellule che vivono per un certo tempo anche dopo la morte dell'animale o uomo che sia; <br />
- il sangue versato perchè, quando è fuori dal corpo, libera un'energia molto ambita da loro<br />
Oltre a ciò, ci sono altre cose che cercano e trovano nella nostra dimensione che noi con notiamo o non percepiamo e che, probabilmente, anche se ci fossero spiegate, non saremmo in grado di capire.<br />
Se gli dei cercano il dolore, l'eccitazione e il terrore perché il cervello umano produca in abbondanza le onde che interessano loro, e ancor meglio, le vite umane stroncate violentemente con spargimento di sangue, allora dobbiamo convenire che la guerra è lo strumento perfetto.<br />
La diversificazione delle lingue, il "non capirsi", ossia l'assenza di comunicazione, facilita enormemente la separazione non solo fisica, ma anche animica, il ché può degenerare in odi, malintesi e guerre, come infatti è sempre avvenuto in quest'epoca storica giudaico-cristiana. Come le religioni, anche le lingue da un lato sono strumenti per unire i popoli, dall'altro occasioni di divisione, incomprensioni e ostilità verso gli "altri da sé".<br />
L'esperienza dell' Esperanto è venuta a cadere perchè non c'è mai stato interesse da parte dei potenti a sostenerla; anzi vi è sempre stata indifferenza e disattenzione. Questi personaggi si guardano bene dal fare qualcosa di veramente utile all'umanità tutta; preferiscono continuare con il loro "politicare", nella bella vita a spese del popolo, nei giochi di potere nei quali danno briglia sciolta alle loro paranoie.<br />
Dal canto nostro, noi esseri umani abbiamo selezionato e manipolato le specie animali e ottenuto cani con zampe corte o lunghe da sfruttare nei vari tipi di caccia, cani da guardia o di compagnia. I cani non sono coscienti di queste manipolazioni e, disgraziatamente, nemmeno noi umani siamo coscienti di essere stati manipolati a nostra volta.<br />
L'Africa è il continente dei Neri; l'America è il continente dell'uomo dalla pelle ramata; nella maggior parte dell'Asia il tratto comune sono gli occhi a mandorla; in India abbiamo un diverso colore di pelle e tratti caratteristici; nel Mediterraneo esistono almeno un paio di razze diverse e, per ultimi e senza preistoria, i Biondi del Nord Europa che sembrano essere l'ultima creazione degli dei e molto simili a loro, almeno come ce li hanno descritti i Greci e i Romani e come si presentano alcune volte quando scendono dalle loro navi UFO e che, come razza, sono gli attuali dominatori del mondo.<br />
E lo sport? Abbiamo più volte detto che, per ottenere ciò che cercano, tendono ad adunare gli uomini e ad eccitarli, in modo che i cervelli producano quell'energia da loro tanto ambita. Immaginiamo gli stadi nel pomeriggio della domenica, gremiti di gente urlante arrabbiata o esaltata; diffusi a tappeto in tutte le regioni, gli stati e in tutti i continenti; immaginiamo questi esseri invisibili che, come api che volano di fiore in fiore succhiando il nettare, suggono le sottili vibrazioni emanate dagli eccitati cervelli di tutte queste masse umane domenica dopo domenica, anno dopo anno con o senza crisi economica, sociale o politica; superando tutte le difficoltà climatologiche perchè lo spettacolo deve continuare in ogni caso.<br />
Dalla lettura dei testi biblici appare come gli dei esigessero anche la cremazione di determinati vegetali "squisiti", tipo cedro e issopo, in quantità e metodi specifici in quanto potevano costituire un condimento adatto alla cremazione dell'animale che era il pezzo forte del sacrificio. Yahvè pretendeva anche quotidianamente "l'offerta di cereali", secondo minuti particolari di quantità, tipo e modi di cottura, in rapporto alla carne bruciata. Questi cereali dovevano essere sempre "senza lavaggi", arricchiti con incenso e olio d'oliva, salati, ma mai si doveva aggiungere del miele.<br />
Curiosamente, queste particolarità le ritroviamo anche nelle offerte che gli dei mesopotamici esigevano dai loro popoli, il che ci fa supporre che Yahvè sia uguale a tutti gli altri "falsi dei" e spiega anche le sue tremende gelosie nei loro confronti.<br />
Come ci dicono le scritture, la sua impazienza di sentire il "soave odore tranquillizzante" era tale per cui, a volte, scendeva lui stesso ad arrostire le offerte per captare da vicino ciò che bramava, in forma di nube, ossia nella "sua gloria"...Questa è la legge dell'olocausto; l'olocausto arderà sul focolare dell'altare dalla sera alla mattina e dalla mattina alla sera; il fuoco dell'altare dovrà sempre restare acceso...."<br />
Il 2° Libro delle Cronache della Bibbia ci descrive la consacrazione del tempio di Salomone, circa 300 anni dopo la morte di Mosé:<br />
"... Quando i sacerdoti uscirono dal santuario, la casa si riempì della nube, la stessa casa di Yahvè... e i sacerdoti non poterono continuare nel servizio a causa della nube, perchè la gloria di Yahvè riempiva la casa di Dio... Quando Salomone finì di pregare, scese fuoco dal cielo che divorò l'olocausto e i sacrifici e la gloria di Yahvè riempiva la casa.... Il re Salomone offrì in sacrificio 22000 buoi e 120000 pecore così inaugurarono la casa di Dio il re e il suo popolo... "<br />
La presenza di Yahvè era fisica, non simbolica; il popolo vedeva la nube, esattamente come ai giorni nostri molta gente ha visto piccole nubi fare cose strane e inspiegabili. <br />
<br />
Dobbiamo difenderci dagli dei perchè, a lungo andare, il contatto con loro è nocivo per noi.<br />
I credenti nello spiritismo, come i fanatici religiosi e i devoti degli UFO credono che le loro "guide", i loro "santi", i loro "protettori extraterrestri" non ingannino mai, ma che solo gli spiriti meno evoluti lo facciano.<br />
La realtà, però è che con i tre fenomeni: religione, spiritismo e Ufo bisogna andare con i piedi di piombo perchè l'inganno è all'ordine del giorno; nè i "santi" sono sempre stati santi quanto lo abbiano creduto i religiosi; nè i "buoni fratelli dello spazio" siano sempre stati buoni come credono i loro sostenitori; nè le "guide spirituali" guidino sempre come credono gli spiritisti.<br />
Tutta la storia umana è stata sottilmente guidata dagli dei in modo che noi facessimo esattamente ciò che conveniva loro. La razza umana ha visto ripetutamente frustrata la sua ascensione verso livelli di coscienza più alti, più evoluti, a causa degli interventi degli dei, interessati a che l'uomo non maturasse e continuasse a servirli senza averne alcuna consapevolezza. Per questo hanno usato tutti i trucchi e i falsi valori di patria, lingua, guerre e, soprattutto religioni e dogmi che hanno tenuto incatenato lo spirito umano per millenni. <br />
I grandi avatar o fandatori di religioni, malgrado normalmente ci vengano presentati come esseri "divini", "figli di Dio" o "inviati dal Cielo", ecc:, in realtà sono esseri umani che gli dei hanno preparato per una straordinaria missione fra i loro fratelli, gli esseri umani. Li hanno dotati di facoltà psichiche e poteri sulla materia tali da apparire, agli occhi degli altri mortali, "dei autentici"<br />
Le religioni per i popoli e i "poteri" per gli individui, in un primo tempo sono utili, ma poi a lungo andare, generano disastri. <br />
Questa paralisi della mente, in persone poco dotate intellettualmente, degenera spesso nel nefasto fanatismo che tanto male ha arrecato all'umanità nel corso dei secoli. Il fanatico è un individuo che, convinto di possedere l'unica assoluta verità, rifiuta ogni ragionamento e usa qualsiasi mezzo, anche la violenza, per affermare la supremazia del suo dio.<br />
Ci dobbiamo difendere dagli dei perchè non ci lasciano essere uomini liberi e razionali e la prova sta nell'orrenda storia umana, vogliono che continuiamo ad essere loro schiavi incoscienti e sottomessi perchè ci temono come rivali nel dominio del pianeta.<br />
Perciò: <br />
Non invocare nessuno. Non evocare nessuno per adorarlo. Non prostrarti davanti a nessun dio-persona o dio-cosa per rendergli culto o celebrare riti<br />
Il vero Dio dell'Universo, la Suprema Intelligenza, totalmente inconoscibile nella sua interezza dalla mente umana, non esige che le sue creature gli rendano costantemente adorazione; continua nella sua interminabile impresa di creare, compiacendosi nel veder evolvere le sue creature secondo la loro natura, senza l'obbligo che si rivolgano continuamente a Lui per ringraziarlo o per supplicarlo di non essere condannate ad un castigo eterno.<br />
Eliminare il trauma: Liberare l'anima da tutte le paure, le angustie e le deformazioni che le erronee credenze religiose (in ultima analisi, gli dei) ci hanno inculcato nel corso dei secoli e nel corso della nostra vita<br />
Einstein parla ripetutamente dell'argomento che definisce "religiosità cosmica", difficile da comprendere perchè da essa non scaturisce un concetto antropomorfico di Dio. "... E' uno stadio dell'esperienza religiosa che riescono a superare solo certe società e certi individui particolarmente dotati" da: "La mia visione del futuro".<br />
Dio pulsa nell'Universo che ci circonda ed è troppo grande per essere recepito dalla nostra mente; tuttavia dobbiamo concepirlo in noi stessi come Onnipotenza, Ordine, Grandiosità, Luce, Bellezza e Amore: noi siamo suoi figli e partecipiamo alla Sua Divinità.<br />
"Sarete come dei" Questa famosa frase biblica, che ci fu sempre presentata come una menzogna con la quale Satana, nell'Eden, tentò di ingannare l'uomo, alla luce di questo nuovo modo di vedere le cose, risulta essere una grande verità e una indicazione da seguire se l'umanità vorrà superare il pericoloso stato in cui si trova attualmente.<br />
Evolviamo razionalmente senza paura. Dobbiamo evolvere intellettualmente, ampliando ogni giorno le nostre conoscenze per poter comprendere meglio il nostro mondo e l'universo che lo circonda; moralmente, migliorandoci ogni giorno, essendo più rispettosi dei diritti di tutti e del retto ordine della Natura; cooperatori della giustizia e del bene per tutta l'umanità; esteticamente, cambiando i nostri gusti primitivi e materialisti con altri degni di menti più evolute. Non solo si deve amare la Bellezza, ma si deve anche cercare di crearla, ognuno secondo le proprie forze e la si deve godere. Infatti, questo mondo è un gradino dell'infinito ascendere di tutto l'Universo, dal meno perfetto al più perfetto; abbelliamo pertanto il nostro mondo e la nostra vita, godiamone come rendimento di grazie alla grande Intelligenza dell'Universo.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SaZO31gA6oo/TxfP7QE5T5I/AAAAAAAAACM/3CU3xON1Ttgxfz79Af_tSF9xDBKthD3YwCPcB/s1600/09-TS07solitudineoliosutela30x30cm2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="318" src="https://1.bp.blogspot.com/-SaZO31gA6oo/TxfP7QE5T5I/AAAAAAAAACM/3CU3xON1Ttgxfz79Af_tSF9xDBKthD3YwCPcB/s320/09-TS07solitudineoliosutela30x30cm2.jpg" width="320" /></a></div>
* estrapolato dal libro di Salvador Freixedo - Rissveglio Ed.<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-3039647517063628942016-08-28T12:19:00.002+02:002016-08-28T12:41:47.630+02:00di vita in vita...di tantra in tantra...di chakra in chakra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-p0ZXHLwfNJI/V8K4HMM6K1I/AAAAAAAAK-A/kDvdp9Ihpn4geB7XTajx_kYoPNj1d_2gACLcB/s1600/yellow%252520passion%252520-%252520davide%252520cocozza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-p0ZXHLwfNJI/V8K4HMM6K1I/AAAAAAAAK-A/kDvdp9Ihpn4geB7XTajx_kYoPNj1d_2gACLcB/s640/yellow%252520passion%252520-%252520davide%252520cocozza.jpg" width="449" /></a></div>
<div align="center">
<span style="font-family: "trebuchet ms";"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">“<i>… L’uomo vede la donna come una Dea. La donna vede l’uomo come un Dio……Non c’e’ alcuna adorazione oltre a questa…</i>” – (Candamaharosana Tantra)</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span> </div>
<span style="font-family: "trebuchet ms";">Se sei in un percorso di crescita interiore per te è importante sapere chi è colui o colei con il/la quale ci ti appresti ad avere un incontro erotico/sentimentale o sessuale. Ovvio che non ti si richiede di conoscerlo a 360°altrimenti non avrebbe senso l'incontro, ma almeno ti si richiede di 'sentire' il suo potenziale energetico-vibrazionale poiché lo stato di coscienza del compagno/a viene unito al nostro e pertanto ne viene estremamente influenzato ovvero contaminato e, siccome è importante amarci in primis è altrettanto importante scegliere tra ciò che può rappresentare il meglio per noi che aspiriamo naturalmente alla felicità. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'atteggiamento interiore dovrebbe essere quello dell'apertura totale del cuore nei confronti dell'altro. Non si può incontrare il partner se si hanno resistenze, rancori o chiusure di qualche tipo; l'energia sacra così non scorre. È necessario essere disposti ad aprirsi totalmente in un abbraccio profondo nel quale abbandonarsi fino in fondo, mantenendo quel tenero sguardo assolutamente non giudicante, che permette di svegliare sempre più la consapevolezza di Sé. <span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">È il cuore aperto che rende appagati e permette di fluire con la vita; nessun partner sarà mai in grado di renderci liberi e felici. L'errore più grande è infatti quello di credere che il proprio compagno/a possa sostituirsi a qualcosa che potremmo paragonare a D-io o al sacco amniotico, piuttosto che al seno della mamma e che possa quindi saziare ogni nostro bisogno d'amore. Se il nostro cuore è chiuso, non scorrerà in noi né l'amore né la felicità! </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per entrare nella sacralità del sesso occorre, innanzi tutto, essere disposti ad aprirsi totalmente all'altro, a tutti i livelli, senza inibizioni e senza paura di doversi difendere con la chiusura del cuore. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Cercando di essere sempre più naturali e spontanei, quindi si può permettere all'apertura del cuore di chiamare il sacro fuoco (Vril) che richiede poi tutto il nostro ascolto e tutta la nostra accoglienza per riuscire a procedere nel suo percorso. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il secondo passo è riconoscere il divino che c'è nell'altro e fare l'amore proprio con il suo aspetto illuminato e risvegliato. A tal fine immaginate il corpo del vostro partner completamente di luce, come un vero Dio. Di fronte a voi avete la manifestazione della piena potenzialità illuminata del vostro compagno/a e quella abbracciate abbandonandovi totalmente. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non vi devono interessare i difetti e le mancanze dell'altro ora, altrimenti è con l'energia di questi che vi unirete. Richiamando la vera natura divina dell'altro, sarà con questa che farete l'amore e questa avrà il potere di formare quel circuito sacro che serve per innalzare le energie che altrimenti rimarrebbero a livello basso. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Naturalmente anche voi dovete immaginarvi e sentirvi luminosi e risvegliati nel vostro aspetto divino! </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per realizzare l'unione sacra è necessario che non abbiate paura di fondervi con l'altro fino a sparire, una parte di voi resta comunque consapevole e vi guarda, è il testimone. Importante è la resa dell'ego al divino di entrambi che è di fatto Uno: una sola Presenza d'Amore. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Devono venir coinvolti in seguito tutti i punti energetici, proprio partendo da quello sessuale, quindi il fuoco sacro dev'essere liberato - grazie al corretto atteggiamento interiore - da quel punto, per poi salire lungo gli altri chakra. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vi sono ovviamente delle tecniche che aiutano a realizzare questo risveglio dell'energia, ma affinché siano efficaci occorre allenarsi prima a sviluppare innanzitutto gli atteggiamenti interiori. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La tecnica, senza lo stato di coscienza appropriato, può anche essere pericolosa e creare scompensi anziché aiutare. Ecco perché è così importante dedicare un lungo periodo di tempo a sviluppare e allenare insieme al partner l'apertura del cuore senza paura, l'abbandono presente e totale a livelli sempre più profondi, il riconoscimento del proprio aspetto divino e di quello dell'altro, la resa totale a quella divina e tenera presenza che chiama gli amanti a Sé, proprio perché sono stati capaci di aprire gli stretti e miseri confini dell'Io fino a divenire Uno.</span><br />
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">.</span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span><div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-85895835826940082162016-08-27T18:57:00.001+02:002016-08-27T18:59:46.828+02:00E' poesia<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 11pt;">Luz</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 11pt;"></span> </div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 11pt;">Inseguendo le tue gambe ho imparato a camminare,<br /> osservando le tue impronte ho contato tutti i passi<br /> fino a dove non si distingueva nulla più.<br /> Lì, poi, ho conosciuto il volo… seguendo il leggiadro andare<br /> della tua minuscola ed eccessiva gonna,<br /> gonfia come orgogliosa nuvola di donna.<br /> Storia difficile da raccontare senza sudare,<br /> ancor più complicata l’immagine da ricordare.<br /> C’eri tu, e poi ancora tutta te…<br />con la tua pelle a far cimasa attorno al grande bivio<br /> che disgiunge il sogno dalla ragione e…<br />che tu sia per me il coltello oppure un manico d’ombrello,<br /> la mia storia è racchiusa tutta dentro quell’osso piccolo<br /> che fa rinascere la mia anima tra i petali carnosi della tua.<br /> Questo è il nocciolo segreto dell’immortalità,<br /> e splende di luce non immorale, calda quanto una pioggia sole<br /> sulle mie labbra, tra le tue labbra… in congiunzione intima…<br />embrione di quel costante inseguire l’idea che non ha tempo,<br /> che non ha modo… un’idea che mi sale addosso tra pieghe piccole<br /> ed io mi sento così eccitato da esser sempre “sul punto di”…<br />senza mai toccare l’apice della bellezza.<br /> Questo pone me sempre sulla via di mezzo,<br /> così lontano dal non riuscire nemmeno ad immaginarti,<br /> così vicino e inaccessibile dal riuscire a perderti.<br /> La vita affiorerà luminosa e in abbondanza<br /> dal tuo sacro monte, alla fine di tutti i miei miseri preamboli,<br /> diafane danze esoteriche scaturite dallo spirito magico del luogo<br /> ove nessuna voce, alcuna lingua, potrà mai infiggere piacere<br /> se non le mie mani giunte sulla tua pace arcana, a stimolare<br /> l’ultima cosa che sarebbe rimasta in vita di me, dopo di me!</span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;">©blu </span></strong></div>
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;">(bludinotte wordpress)</span></strong></div>
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;"></span></strong> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/rflgm6VYwtc/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/rflgm6VYwtc?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;"></span></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;"></span></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: 8pt;"><em><span style="font-family: "times new roman"; font-size: small;">"...l'amore fa guerra agli idioti <br />agli arroganti pericolosi <br />fa bellissima la stanchezza <br />avvicina la fortuna quando può <br />fa buona la cucina <br />l'amore è una puttana <br />che onora la bellezza <br />di un bacio per regalo..." </span></em></span></div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-37254421501853039392016-08-19T22:19:00.001+02:002016-08-24T21:36:16.176+02:00"Che tu sia per me il coltello" <br />
<div align="JUSTIFY">
è il titolo del libro di
David Grossman </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-G49L3fsYmkQ/V7dn9xIcnBI/AAAAAAAAK9Q/xU5_A_qOj5I2EK9XhPE_bn3Orro8cGoSwCLcB/s1600/david-grossman.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://4.bp.blogspot.com/-G49L3fsYmkQ/V7dn9xIcnBI/AAAAAAAAK9Q/xU5_A_qOj5I2EK9XhPE_bn3Orro8cGoSwCLcB/s1600/david-grossman.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY">
</div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> <em>"Nascondi a Maya il mondo della tua immaginazione e a me quello della tua realtà. Come fai a destreggiarti fra tutte quelle porte che si aprono e si chiudono? E qual è il luogo in cui vive veramente, una vita completa?”</em> </span></span><span style="font-weight: normal;"><em> </em></span></div>
<span style="font-weight: normal;">
</span><div align="JUSTIFY">
<span style="font-weight: normal;">Questo
tagliare, questo scalfire il rivestimento, la corazza, il carapace invisibile che ci portiamo addosso e riuscire a mostrarci finalmente nudi ma solo a distanza è l'espressione di quanto sia difficile affrontare l'interazione, il
rapporto umano con gli altri e, soprattutto, con noi stessi.</span></div>
<span style="font-weight: normal;">
<div align="JUSTIFY">
</div>
<div align="JUSTIFY">
“<em>Che tu sia
per me il coltello”</em> è una famosa citazione di Kafka<em> </em>da
cui Grossman estrapola il titolo di questo incantevole romanzo
epistolare. Folgorato da un suo gesto apparente insignificante, Yair individua Myriam tra la folla <em>“Ma sei tu quella che
ho visto stringersi nelle braccia con un cauto sorriso”,</em> certo che lei possa
accettare un rapporto particolarmente intimo ma così unico e inusuale...
l’esigenza di raccontarsi
scrivendo vivendo in lontananza una lacerante vicinanza di anime... <em>“Non che la mia vita sia così interessante ma mi
piacerebbe darti qualcosa che altrimenti non saprei a chi dare”….”Non
voglio incontrarti e interferire nella tua vita…”</em> Con la sola forza dell’immaginazione Yair
riesce a toccarla a incontrarla e sentirsi appagato anche solo grazie al fascino delle parole che assumono sfumature irreali e
seduttive. Il tema è affine a quello
scritto da Kafka in “Lettere a Milena”, da cui Grossman si è
ispirato non solo per il titolo. In “Lettere a Milena” i
protagonisti si incontrano più volte, la loro storia d’amore
fondava più radici nella realtà, la storia di Yair e Myriam è
fatta di sogno e immaginazione. Un rapporto a scadenza, segreto e intimo.
<em>“Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno
impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si
riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre”……”Myriam,
questa è l’ultima lettera ….non ti scriverò più…. Se non
fossi un tale idiota avrei potuto essere felice con te, non importa
come, il mondo ce l’avrebbe permesso”.</em> A volte in una relazione epistolare o a distanza ci si
può conoscere in maniera perfino più profonda, mettendo in luce
frammenti più intimi dell’anima, di quanto potrebbe rivelare un
incontro reale. E del resto non usiamo anche noi la comunicazione scritta attraverso l’uso di sms e chat? E a quanti di noi è capitato di sentire affinità d'anima con chi è al di là dello schermo e che non conosciamo di persona ma ci sentiamo profondamente uniti e legati da uno speciale affetto perché abbiamo condiviso intimità?</div>
<div align="JUSTIFY">
</div>
<div align="JUSTIFY">
Ed ecco qui di seguito la storia di Kafka e Milena:</div>
</span><br />
<div align="JUSTIFY">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-AcaJoCt3rBE/V7dfeUPXhhI/AAAAAAAAK84/Du9nkmicXjkks3puy6vvQHLOm_Jvjv4awCLcB/s1600/kafka.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-AcaJoCt3rBE/V7dfeUPXhhI/AAAAAAAAK84/Du9nkmicXjkks3puy6vvQHLOm_Jvjv4awCLcB/s320/kafka.jpg" width="248" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-bqiveBzVDFA/V7dfqyVW4WI/AAAAAAAAK88/Y4xDKLMF_KwpVQVpEhTDU2hUW3QtvcvQACLcB/s1600/milena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-bqiveBzVDFA/V7dfqyVW4WI/AAAAAAAAK88/Y4xDKLMF_KwpVQVpEhTDU2hUW3QtvcvQACLcB/s320/milena.jpg" width="231" /></a></div>
<em>« E forse non è vero amore se dico che tu mi sei la cosa più
cara; amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo
dentro me stesso » </em>questo scriveva Franz Kafka a Milena Jesenská<br />
che e troviamo appunto nel suo libro "lettere a Milena" <br />
Il loro fu un amore intenso sebbene durato solo tre anni e fu grazie a lei se scrisse La Metamorfosi.<br />
<br />
Fu Milena che capì la sofferenza e la grandezza di Kafka, che gli
diede le poche ore serene, che lo aiutò a comprendersi: «Milena, tu
sei per me il coltello con il quale frugo dentro me stesso». Quando
la conobbe, aveva trentotto anni e «i capelli bianchi delle vecchie
notti»; lei era sposata, scriveva sui giornali («Era bella come un
angelo» mi ha detto un' amica), era molto giovane, ventitré o
venticinque anni; lui si stava consumando, lei era fresca e
coraggiosa.<br />
<br />
L’amore, usava l’amore, quell’amore che, una volta raggiunto
un certo grado di intesa e di condivisione, necessita di mezzi di
espressione così minimi, così fiacchi, da essere del tutto
incomprensibili a un ascoltatore esterno. Franz e Milena si capivano
perché pensavano alla stessa cosa, sempre alla stessa cosa, e
pensavano alla stessa cosa perché amavano e, amandosi, erano l’uno
e l’altra insieme. <em>« Ieri ho sognato di te. Non ricordo più
quasi i singoli fatti, so soltanto che di continuo ci trasformavamo
l’uno nell’altro, io ero tu, tu eri io »</em>.<br />
<br />
Franz definisce con un’immagine straordinaria il suo rapporto
con Milena:<br />
<em>« Credo, Milena, che noi due abbiamo una
particolarità in comune: siamo tanto timidi e ansiosi, quasi ogni
lettera è diversa, quasi ciascuna si spaventa della precedente, e,
più ancora, della risposta. Lei non lo è per natura, lo si vede
facilmente, e io, forse, nemmeno io lo sono per natura, ma ciò è
quasi diventato natura, e si dilegua soltanto nella disperazione,
tutt’al più nell’ira, e, da non dimenticare,
nell’angoscia.<br />Talora ho l’impressione che abbiamo una camera
con due porte, l’una di fronte all’altra, e ognuno stringe la
maniglia di una porta e basta un batter di ciglia dell’uno perché
l’altro sia già dietro la sua porta e basta che il primo dica una
sola parola, il secondo ha già certamente chiuso la porta dietro di
sé e non si fa più vedere. Egli riaprirà, sì, la porta, perché
si tratta di una camera che forse non si può lasciare. Se non fosse
esattamente come il secondo, il primo starebbe tranquillo,
preferirebbe, in apparenza, non guardare neanche verso il secondo,
metterebbe lentamente in ordine la camera, quasi fosse una camera
come qualunque altra, ma invece fa esattamente la stessa cosa presso
la sua porta, talvolta persino tutti e due sono di là dalle porte e
la bella camera è vuota. »</em><br />
Il perché di queste oscillazioni tra il desiderio e il pudore va
cercato nella personalità di Kafka. Franz è afflitto da un senso di
colpa atavico, quasi razziale (l’ebreo che è in lui ruggisce a
ogni cantone), che lo previene nei rapporti con l’altro,
costringendolo a interagire a un livello sempre di inferiorità e di
lordura. <em>« Milena, non si tratta di questo, tu non sei per me
una signora, sei una fanciulla, non ho mai visto nessuna che fosse
tanto fanciulla, non oserò porgerti la mano, fanciulla, la mano
sudicia, convulsa, unghiuta, incerta e tremula, cocente e fredda »</em>.
<br />
Milena, nella sua generosità di donna, vede, pazienta e sa. E
soffre.<br />
L’affievolirsi e poi lo spegnersi del carteggio è una naturale
conseguenza derivata dalle premesse. Nella tortura auto-inflittasi e
inflitta a Milena, Franz è un esecutore implacabile, logico,
spietato, mai una deviazione dal regolamento. ‘Ho deciso che non
posso essere felice? Così sia. Non posso essere felice neanche se la
felicità mi sta a tre centimetri dalle dita. Ho deciso che felice
non posso esserlo, se lo fossi tradirei me stesso, se tradisco me
stesso sono perduto per sempre. E allora perché venir meno alla
coerenza allungando le dita? Resti pure dove sta, questa felicità.
Io non me la merito.’<br />
“ <i>...domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco
per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per
guardarci negli occhi.” </i> Franz e Milena si incontrarono più
volte, sia nel sogno sia nella realtà. Cosa accadde durante questi
incontri al lettore è lasciato soltanto immaginare. Se ne parla in
più missive, ma mai in modo esplicito.
<br />
«O il mondo è ben piccolo, o noi siamo gigantesche, in ogni
caso lo riempiamo» scriveva Franz a Milena, e ognuno cerca di
riempire, come può, il vuoto che c' è dentro di noi.
<br />
Kafka diceva di sé: «Sono brutto, mal vestito», e anche: «Sono
spiritualmente incapace di sposarmi». Anche Milena rimase un' ombra
nei suoi sogni impossibili e disperati. «Cara signora Milena»,
comincia l' ultima lettera, «per favore non mi scriva più». Non c'
è neppure un' ora per il dialogo, bisogna che l' uomo Kafka si
prepari all' addio. È la fine. Ma aveva detto una volta: «Non
prendo commiato. Come potrei farlo se tu sei viva?». "Tu mi appartieni, anche se non dovessi vederti mai più"<br />
<br />
Scriveva Kafka:“ Oggi sono arrivate due lettere. S' intende che
hai ragione, Milena, per la vergogna delle mie lettere quasi non ho
il coraggio di aprire le tue risposte . Le mie lettere però sono
vere o almeno sulla via della verità, che cosa farei mai davanti
alle tue risposte se le mie lettere fossero mentite? Facile la
risposta: impazzirei. Questo esser veritiero non è dunque un
grandissimo merito, è anzi ben poco, io cerco sempre di comunicare
qualcosa di non comunicabile, di spiegare qualcosa di inspiegabile,
di parlare di ciò che ho nelle ossa e che soltanto in queste ossa
può essere vissuto. In fondo non è forse altro che quella paura,
della quale si è parlato tante volte, ma paura estesa a tutte le
cose, paura delle cose più grandi come delle più piccole, paura,
convulsa paura di pronunciare una parola. E' vero che questa paura
non è forse soltanto paura , ma anche nostalgia di qualche cosa, e
ciò più di tutto ciò che suscita paura.<br />
“O mnè rozbil”*,
ciò è qualcosa di perfettamente assurdo. Io solo ho colpa e questa
consiste in troppa poca verità da parte mia, ancora troppa poca
verità, ancora menzogna nella maggior parte dei casi, menzogna per
paura di me e per paura degli uomini! Questa brocca era già infranta
molto tempo prima che andasse alla fontana.<br />
E ora chiudi le labbra
per rimanere soltanto un poco nella verità. La menzogna è orribile,
non esistono peggiori torture spirituali. Perciò ti prego: lascia
ch'io taccia, in lettere adesso , in parole a Vienna.<br />
Tu scrivi: o
mnè rozbil* , ma vedo soltanto che ti tormenti, che, come scrivi,
trovi pace soltanto nelle vie, mentre io sto qui in veste da camera e
pantofole, nella stanza riscaldata, tranquillo quel tanto che mi
concede la mia “molla d'orologio” (perché devo ben “indicare
il tempo”)…..<br />
Potrò segnalare il giorno della mia partenza
solo………<br />
“O mnè rozbil”* ancora ci ripenso, è
altrettanto inesatto come il pensiero del possibile contrario.<br />
<br />
*Egli si spezzato contro di me<br />
<br />
"E' già tanto tempo che non le scrivo, signora Milena, e
anche oggi Le scrivo soltanto per caso: Veramente non dovrei neanche
scusarmi se non scrivo , Lei sa come odio le lettere. Tutta l'
infelicità della mia vita - e con ciò non voglio lagnarmi, ma
soltanto fare una costatazione universalmente istruttiva - proviene,
se vogliamo, dalle lettere o dalla possibilità di scrivere lettere.
Gli uomini non mi hanno forse mai ingannato, le lettere invece
sempre, e precisamnete non quelle altrui, ma le mie. Nel caso mio si
tratta di una disgrazia particolare, della quale non voglio dire
altro, ma nello stesso tempo anche di una disgrazia generale.<br />
La
facilità di scrivere lettere - considerata puramente in teoria- deve
aver portato nel mondo uno spaventevole scompiglio delle anime. E'
infatti un contatto fra fantasmi, e non solo col fantasma del
destinatario,ma anche col proprio, che si sviluppa tra le mani nella
lettera che stiamo scrivendo, o magari in una successione di lettere,
dove l' una conferma l' altra e ad essa può appellarsi per
testimonianza. Come sarà nata mai l' idea che gli uomini possano
mettersi in contatto fra loro attraverso le lettere? A una creatura
umana distante si può pensare e si può afferrare una creatura umana
vicina, tutto il resto sorpassa le forze umane..."<br />
«se tu volessi venire da me, se dunque volessi abbandonare tutto
il mondo per scendere da me...non dovresti scendere, bensì
sorpassare in modo sovrumano te stessa, in alto, oltre te stessa,
talmente che dovresti forse dilaniarti, precipitare, scomparire
(certo anche io con te). E tutto ciò per arrivare in un punto che
non ha niente di allettante"<br />
«ciò che tu sei per me,
Milena, per me al di là di tutto il mondo in cui viviamo, non è
detto nei quotidiani brandelli di carta che ti ho scritto»
...«decisiva è la mia incapacità di arrivare al di là delle
lettere...e decisiva è la voce irresistibilmente forte, come dire la
voce tua che mi esorta a stare zitto».<br />
«È all'incirca come
quando uno, prima di ogni passeggiata, dovesse non solo lavarsi,
pettinarsi ecc - già questo costa fatica - ma siccome prima di ogni
passeggiata gli mancano sempre tutte le cose necessarie, dovesse
anche cucirsi il vestito, farsi le scarpe, fabbricarsi il cappello,
tagliare il bastone e così via».<br />
"Amavo una ragazza, che mi riamava, ma dovetti
lasciarla.<br />
Perché?<br />
Non so. Pareva che fosse circondata da un
cerchio di armati... appena mi avvicinavo a lei, urtavo nello loro
cuspidi, restavo ferito e dovevo indietreggiare...<br />
Non aveva
nessuna colpa la ragazza? Credo di no, o meglio, so che non l'aveva.
La similitudine precedente è incompleta, in quanto anche io ero
circondato da una cerchia di armati che tenevano le lance contro di
me... E' rimasta sola quella ragazza?<br />
No un altro è giunto fino a
lei, con facilità e senza ostacoli. E io, esausto dai miei sforzi,
sono stato a guardare con assoluta indifferenza..."<br />
Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno
impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si
riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre.”<br />
<br />
<br />
<br />
Amici e amiche così descrivevano Milena: «... fu prodiga di tutto in
misura incredibile: della vita, del denaro, dei sentimenti», «. . .
non considerava vergogna avere sentimenti profondi. L'amore era per
lei un che di chiaro, di ovvio» e Kafka ne completa il ritratto:
«Lei è un fuoco vivo come non ne ho mai visti». Prima di Milena ci
furono altre donne nella vita di Kafka, ma nessun'altra riuscì a
scandagliare così in profondità l'animo di un uomo costretto
all'ascesi non per vocazione o come scelta di un atto eroico, bensì
per la sua incapacità di scendere a compromessi. Queste Lettere a
Milena sono la cronistoria di un amore complesso, profondo e che già
prima di iniziare sembrava destinato a finire. Una donna generosa,
sino all'eccesso, in amore e in amicizia valori che anteponeva a
tutto. Ma soprattutto, una donna coraggiosa che seppe trasformare il
forte individualismo dei giorni migliori in responsabilità sociale e
politica.<br />
<br />
E così Milena descriveva Kafka:<br />
"Era timido, timoroso, dolce e buono, ma scrisse libri crudeli e
dolorosi. Era lungimirante, troppo saggio per poter vivere e troppo
debole per combattere: ma la sua debolezza era quella degli uomini
nobili che non sanno misurarsi con la paura, i malintesi, la mancanza
di amore e le menzogne intellettuali. Aveva una conoscenza degli
uomini che è data soltanto a quelli che vivono in solitudine, agli
uomini dotati di così estrema sensibilità che da una semplice
mimica facciale riescono a cogliere, con atto quasi divinatorio, un
essere umano nella sua interezza.....<br />
<span style="font-weight: normal;">Ci si domanda come mai Frank abbia paura
dell'amore e non abbia paura della vita. Io penso invece che non sia
così. La vita è per lui qualcosa di totalmente diverso che per
tutti gli altri uomini. Soprattutto il denaro, la Borsa, l'ufficio di
Cambi, una macchina per scrivere sono per lui cose mistiche (e lo
sono realmente, tranne che per noialtri), insomma sono enigmi
stranissimi di fronte ai quali lui non ha assolutamente
l'atteggiamento che abbiamo noi. Il suo lavoro di impiegato è forse
il comune assolvimento di un dovere? Per lui l'ufficio – anche il
suo ufficio – è una cosa enigmatica e ammirevole come la
locomotiva per un bambino piccolo. Non riesce a capire le cose più
semplici di questo mondo. E' stato qualche volta con lui in un
ufficio postale? Quando stende un telegramma e scotendo il capo cerca
uno sportello che gli piaccia più degli altri, e poi, senza capire
assolutamente perché e a che scopo lo fa, passa da uno sportello
all'altro finché arriva a quello giusto, e quando paga riceve il
resto in spiccioli, conta ciò che ha ricevuto, vede che gli hanno
dato una corona di troppo e allora la rende alla signorina dello
sportello. Poi s'allontana lentamente, conta ancora una volta e,
giunto all'ultimo gradino, s'accorge che la corona restituita
spettava a lui. Ebbene, lei rimane perplesso accanto a lui che
s'appoggia ora su una gamba ora sull'altra e pensa al da farsi.
Tornare indietro è difficile, lassù c'è un mucchio di gente.
“Allora lascia correre” dico io. Lui mi guarda atterrito. Come si
fa a lasciar correre? Non che gli dispiaccia per la corona. Ma non
sta bene. Qui manca una corona. Come si può far finta di niente? E
di questo ha continuato a parlare a lungo. Ed è rimasto assai
scontento di me. E la stessa cosa si ripete continuamente, in ogni
negozio, in ogni ristorante, con ogni mendicante, in diverse
varianti. Una volta diede due corone a una mendicante e ne voleva una
di resto...” </span>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-2547215095808623512016-08-11T10:39:00.000+02:002016-08-11T10:57:10.478+02:00Mamma mia, non mi lasciare...<div align="center">
<strong></strong> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-B3etPIA2xsE/V6w9dxSAwmI/AAAAAAAAK78/OWDk5R9FOdAsOrnCpgIOkvISZeia52GEQCKgB/s1600/FB_IMG_1448148613594.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-B3etPIA2xsE/V6w9dxSAwmI/AAAAAAAAK78/OWDk5R9FOdAsOrnCpgIOkvISZeia52GEQCKgB/s320/FB_IMG_1448148613594.jpg" width="213" /></a></div>
<strong></strong><br />
<div align="center">
<br />
Seduto in mezzo alle fronde, </div>
<div align="center">
tra i possenti rami dell’antico gelso, </div>
<div align="center">
gentile mi appare: </div>
<div align="center">
giovane e largo, </div>
<div align="center">
sorriso di perla </div>
<div align="center">
affacciato </div>
<div align="center">
all’orlo di due occhi lucidi di pece, </div>
<div align="center">
intensi,</div>
<div align="center">
eppur velati d’incerta malinconia; </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
siamo qui,</div>
<div align="center">
in silenzio, </div>
<div align="center">
io e te, </div>
<div align="center">
ad ascoltare il vento </div>
<div align="center">
teneramente abbracciate,</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
col sapore di more che si scioglie: </div>
<div align="center">
dolcissimo, insostenibile</div>
<div align="center">
ancora strette nella bocca </div>
<div align="center">
che -ora per allora- vorrebbe,</div>
<div align="center">
al cielo, all’unisono </div>
<div align="center">
gridare a squarciagola: </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
<em>mamma mia, </em></div>
<div align="center">
<em>non mi lasciare...!</em></div>
<em></em><br />
<div align="center">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
<div align="center">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-_CtT5af-zrk/UDSEoJR0g5I/AAAAAAAAAKY/LVYCAOpSa9MCGSUSz-l9Nv3MvcTZGU1zgCPcB/s1600/06a61c6e5946cfb542ecd5f03c38d8f3_small.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-_CtT5af-zrk/UDSEoJR0g5I/AAAAAAAAAKY/LVYCAOpSa9MCGSUSz-l9Nv3MvcTZGU1zgCPcB/s1600/06a61c6e5946cfb542ecd5f03c38d8f3_small.jpg" /></a></div>
<br />
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-12306418999913473592016-08-11T10:29:00.001+02:002016-08-11T10:54:46.339+02:00Solstizio d’inverno<div align="center">
<strong></strong> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-SX8D2AU7-_c/V6w9TL_zEbI/AAAAAAAAK74/FX6DG4SH-gc9r60QNShHFX7V4bjwTgFXgCKgB/s1600/FB_IMG_1448220886688.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="https://2.bp.blogspot.com/-SX8D2AU7-_c/V6w9TL_zEbI/AAAAAAAAK74/FX6DG4SH-gc9r60QNShHFX7V4bjwTgFXgCKgB/s320/FB_IMG_1448220886688.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<strong></strong><br /></div>
<div align="center">
<br /></div>
<div align="center">
Vedo stormi di gabbiani </div>
<div align="center">
volano via alti e lontani... </div>
<div align="center">
direzione: sud, sud-ovest...</div>
<div align="center">
<br />
Oggi, ho solo mezzo anno di più </div>
<div align="center">
e appena un cenno di malinconia in meno...</div>
<div align="center">
<br />
che anche i giorni </div>
<div align="center">
come le onde del mio mare</div>
<div align="center">
sono sempre uguali, </div>
<div align="center">
sempre diversi.</div>
<div align="center">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
<div align="center">
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-76556507523091791682016-08-11T10:29:00.000+02:002016-08-11T11:00:45.843+02:00Essenza<div style="text-align: center;">
<strong>Essenza, </strong></div>
<div style="text-align: center;">
<strong>eterna luce d’apparente assenza</strong></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-mMYkflwdlbs/UEUVBybUnBI/AAAAAAAAAPc/SK1vug-AFaccliLA2MRZYTcEClDGz7wtgCPcB/s1600/050412-1134%2528001%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-mMYkflwdlbs/UEUVBybUnBI/AAAAAAAAAPc/SK1vug-AFaccliLA2MRZYTcEClDGz7wtgCPcB/s320/050412-1134%2528001%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
E’ la tua essenza </div>
<div style="text-align: center;">
a suscitarmi AMORE </div>
<div style="text-align: center;">
ben al di là del tuo sguardo triste </div>
<div style="text-align: center;">
o delle inutili parole,<br />
qualunque sia la trappola tu voglia imprimergli... </div>
<div style="text-align: center;">
l’intento è UNO </div>
<div style="text-align: center;">
la tua infinita essenza</div>
<div style="text-align: center;">
la sola che bramo </div>
<div style="text-align: center;">
a quella io appartengo</div>
<div style="text-align: center;">
come lei a me... </div>
<div style="text-align: center;">
non mente mai.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span> </div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-22121319296035085052016-08-11T10:25:00.003+02:002016-08-11T11:13:07.867+02:00wild is the wind<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/7cSAKlu0OlU/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/7cSAKlu0OlU?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<strong></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<strong></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<strong></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;"></span></span> </div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-28236784692749126412016-08-11T10:11:00.001+02:002016-08-11T11:02:32.030+02:00A piccoli passi <div align="center">
</div>
<div align="center">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-lHHFGcITx74/UHhMpaAgFuI/AAAAAAAAATY/tT1D2YhbhIAF_Lu-qncqr8ozFhkp-QxBwCPcB/s1600/66513_436459686389797_831991414_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="198" src="https://1.bp.blogspot.com/-lHHFGcITx74/UHhMpaAgFuI/AAAAAAAAATY/tT1D2YhbhIAF_Lu-qncqr8ozFhkp-QxBwCPcB/s320/66513_436459686389797_831991414_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
A piccoli passi o al galoppo andremo... </div>
<div align="center">
e ci troveremo un giorno... </div>
<div align="center">
insieme ai nostri <em>nagual</em>* </div>
<div align="center">
a correre nelle praterie più verdi; </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
saremo puntuali all’appuntamento </div>
<div align="center">
nelle nozze sacre del sole e della luna...</div>
<div align="center">
e ci sarò ci sarò anch’io. </div>
<div align="center">
Sarò per sempre l’eletta... la tua sposa </div>
<div align="center">
e regnerà il sorriso più libero e splendente che mai </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
solo un filo blu soltanto un filo </div>
<div align="center">
alleggerirà i nostri passi ora pesanti </div>
<div align="center">
per farci correre felici </div>
<div align="center">
e poi ci legherà </div>
<div align="center">
come un granello d’oro puro</div>
<div align="center">
all’arcobaleno </div>
<div align="center">
e ci trascinerà più su<br />
...sopra le nuvole... </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
mentre,</div>
<div align="center">
come d’incanto,</div>
<div align="center">
anche le nostre lacrime, le sole, ancora ignare</div>
<div align="center">
resteranno fuse... </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
a colmare, in cerchi concentrici </div>
<div align="center">
sempre più ampi, </div>
<div align="center">
le increspature di questo immenso mare </div>
<div align="center">
nel silenzio immobile </div>
<div align="center">
di un’aurora infinita</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
con semplici danze</div>
<div align="center">
di piccole luci.</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-r25jIU4601Y/TxhC0ZFXbQI/AAAAAAAAAC0/7sgTuBsFNisGmVGo7YxDUP3bcfTg6VNcwCPcB/s1600/Studio%252520per%252520Il%252520vento%252520di%252520Ade%2525202010%252520olio%252520su%252520tavola%252C%25252035%252520x%25252040cm_0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-r25jIU4601Y/TxhC0ZFXbQI/AAAAAAAAAC0/7sgTuBsFNisGmVGo7YxDUP3bcfTg6VNcwCPcB/s1600/Studio%252520per%252520Il%252520vento%252520di%252520Ade%2525202010%252520olio%252520su%252520tavola%252C%25252035%252520x%25252040cm_0.jpg" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;"></span></span> </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;"><span style="font-size: xx-small;">* nagual: il nostro doppio ovvero la realtà che trascende la comprensione intellettuale e di cui si può solo essere testimoni.</span></span></span></div>
<div align="center">
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-56459800880727443172016-08-11T10:03:00.000+02:002016-08-11T11:01:59.252+02:00Arazzo antico<div align="center">
<strong></strong> </div>
<div align="center">
<strong></strong> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-_b3rIWp2a6Q/UKOLGJ7r1wI/AAAAAAAAAYE/16q9D9JHUdUj0ONr1k-IiNh8wZn0F_R4gCPcB/s1600/17f4e8c6da9ea6651107c28d7f196f58_medium.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-_b3rIWp2a6Q/UKOLGJ7r1wI/AAAAAAAAAYE/16q9D9JHUdUj0ONr1k-IiNh8wZn0F_R4gCPcB/s320/17f4e8c6da9ea6651107c28d7f196f58_medium.jpg" width="296" /></a></div>
<div align="center">
</div>
<strong></strong><br />
<div align="center">
<br />
Questo tessuto spento </div>
<div align="center">
pian piano riprende colore </div>
<div align="center">
fino a diventare </div>
<div align="center">
prezioso arazzo antico... </div>
<div align="center">
un arcobaleno di luci vive e sfavillanti. </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
Come d’incanto, la ‘‘trama’’ si ri-compone,</div>
<div align="center">
tutto torna al suo posto... </div>
<div align="center">
ma niente è più come prima </div>
<div align="center">
(nulla è mai statico... tutto è movimento).</div>
<div align="center">
<br />
Prepotente è la certezza </div>
<div align="center">
di aver aggiunto, </div>
<div align="center">
alle pagine del libro </div>
<div align="center">
quella pagina in più... </div>
<div align="center">
proprio quella che mancava. </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
La consapevolezza di avere nel telaio</div>
<div align="center">
nuovi fili di splendida seta </div>
<div align="center">
tutti disposti in modo differente </div>
<div align="center">
per dare vita ad un altro pezzo di stoffa </div>
<div align="center">
più rara e raffinata... </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
Ecco che un’altra storia si conclude </div>
<div align="center">
ma intatta resta, </div>
<div align="center">
per sempre... </div>
<div align="center">
Ormai è </div>
<div align="center">
e sarà... </div>
<div align="center">
gelosamente racchiusa, </div>
<div align="center">
in uno spicchio di cuore.</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-31771449665739055712016-08-11T09:50:00.004+02:002016-08-11T10:59:50.626+02:00Mi manchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/G-Cz_7ETRAs/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/G-Cz_7ETRAs?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<strong></strong><br />
<div style="text-align: center;">
<br />
Mi manchi <br />
pescatore triste</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
con tutti i tuoi ami affilati e lucenti </div>
<div style="text-align: center;">
con le tue mille esche raffinate </div>
<div style="text-align: center;">
preparate con cura maniacale nelle notti insonni </div>
<div style="text-align: center;">
incastonate alle mie veglie sature di attese senza fine.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Mi manchi <br />
pescatore bambino</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
tu che cerchi proprio là </div>
<div style="text-align: center;">
dove si specchia il cielo </div>
<div style="text-align: center;">
il tuo immenso tesoro<br />
così profondamente nascosto </div>
<div style="text-align: center;">
dentro le pozze dimenticate qua e là</div>
<div style="text-align: center;">
dall’ultima acqua piovana e poi </div>
<div style="text-align: center;">
sfinito e... a tratti, soddisfatto, te ne vai </div>
<div style="text-align: center;">
perché domani tornerai </div>
<div style="text-align: center;">
anche se in fondo al cuore tu già lo sai </div>
<div style="text-align: center;">
che mai lo troverai.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Mi manchi <br />
pescatore solitario</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
quando ti tuffi negli abissi </div>
<div style="text-align: center;">
e ti apposti in agguato </div>
<div style="text-align: center;">
mentre trattieni il fiato intento a colpire </div>
<div style="text-align: center;">
ma poi riponi trionfante di malinconia quella fiocina già pronta </div>
<div style="text-align: center;">
e lasci fuggire via con gesto generoso, </div>
<div style="text-align: center;">
vinto dalla pietosa sfida, </div>
<div style="text-align: center;">
la preda tua più ambita.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Mi manchi <br />
pescatore folle</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
al di là di te e del tuo silenzio </div>
<div style="text-align: center;">
e al di là di questo mio <br />
stupido...lasciarmi vivere... così... </div>
<div style="text-align: center;">
senza poter più fendere l’increspatura dell’onda </div>
<div style="text-align: center;">
con la luce più brillante di quel sole </div>
<div style="text-align: center;">
che vedeva brillare <br />
gli occhi miei dentro ai tuoi occhi.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Mi manchi <br />
pescatore muto</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
al di là del mio non capirti... </div>
<div style="text-align: center;">
e del tuo non voler capire </div>
<div style="text-align: center;">
al di là di un ‘‘noi’’ che non è mai esistito</div>
<div style="text-align: center;">
e del sogno infranto di una vita in cui<br />
un tempo ormai lontano... <br />
per un solo attimo</div>
<div style="text-align: center;">
si è affacciata, con repentino incanto, </div>
<div style="text-align: center;">
la sinfonia di quell’unica <br />
ultima domanda </div>
<div style="text-align: center;">
a tutti i miei perché <br />
senza risposta.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Ed ora, mio <br />
pescatore schivo</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
come vorrei tornare a bussare alla tua porta </div>
<div style="text-align: center;">
sempre chiusa </div>
<div style="text-align: center;">
per vedere, per una volta ancora, </div>
<div style="text-align: center;">
le tue belle labbra carnose </div>
<div style="text-align: center;">
ed ascoltare ancora <br />
la tua timida voce... </div>
<div style="text-align: center;">
perché tu non lo sai </div>
<div style="text-align: center;">
tu non sai quanto fa male... <br />
perché<br />
<br />
mi manchi <br />
</div>
<div style="text-align: center;">
da togliere il respiro</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span><br />
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-33371697584063863962016-08-11T09:34:00.001+02:002016-08-11T11:03:35.081+02:00wish you were here<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/3j8mr-gcgoI/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/3j8mr-gcgoI?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div align="center">
</div>
<br />
So, so you think you can tell Heaven from Hell,blue skies from pain. Can you tell a green field from a cold steel rail? A smile from a veil? Do you think you can tell?<br />
And did they get you trade your heroes for ghosts? Hot ashes for trees? Hot air for a cool breeze?Cold comfort for change? And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage?<br />
How I wish, how I wish you were here.<br />
We’re just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year, running over the same old ground. What have we found?<br />
The same old fears,<br />
wish you were here..<br />
<br />
Così, così pensi di poter distinguere il paradiso dall’inferno, i cieli azzurri dal dolore.<br />
Sai distinguere un campo verde da una rotaia in acciaio freddo?<br />
Un sorriso da un velo? Pensi che si può dire?<br />
E ti hanno portata a barattare i tuoi eroi per fantasmi?<br />
Ceneri calde con gli alberi? Aria calda con brezza fresca?<br />
magra consolazione per il cambiamento?<br />
E hai scambiato una parte da comparsa in guerra con il ruolo di protagonista in una gabbia?<br />
Come vorrei, come vorrei tu fossi qui.<br />
Siamo solo due anime perse che nuotano in una boccia di pesci Anno dopo anno,<br />
correndo sempre sullo stesso vecchio terreno. Che cosa abbiamo trovato?<br />
Le stesse vecchie paure,<br />
Vorrei che tu fossi qui ..<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-48512949939563353912016-08-11T09:23:00.001+02:002016-08-11T11:04:25.545+02:00la rosa <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/BLKc_jBUNi4/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/BLKc_jBUNi4?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<div align="center">
</div>
<div align="center">
<strong>La rosa</strong> <span style="font-size: xx-small;">(dei venti)</span></div>
<span style="font-size: xx-small;"></span><br />
<div align="center">
<br />
Questo strano vento che mai si estingue</div>
<div align="center">
di giorno e di notte</div>
<div align="center">
invisibile corre</div>
<div align="center">
<br />
ovunque s’insinua </div>
<div align="center">
tra le pieghe sgualcite </div>
<div align="center">
di queste geometrie antiche</div>
<div align="center">
<br />
in angoli lontani </div>
<div align="center">
e sopra piani inclinati </div>
<div align="center">
come turbine s’avvolge </div>
<div align="center">
e tutto ciò che incontra<br />
come questo mio piccolo cuore impaurito </div>
<div align="center">
imperterrito e incurante stravolge</div>
<div align="center">
<br />
tra latrati e ululati di bestia feroce </div>
<div align="center">
mette a soqquadro tutto il presente... </div>
<div align="center">
e ne sconquassa anche il passato</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
<br />
...la rosa... </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
calma e serena </div>
<div align="center">
si gode la scena </div>
<div align="center">
e sorride</div>
<div align="center">
<br />
è sempre là </div>
<div align="center">
immobile </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
guarda dall’alto </div>
<div align="center">
del suo piedistallo di vetro<br />
sorniona </div>
<div align="center">
come un gatto acquattato</div>
<div align="center">
<br />
e nel silenzio </div>
<div align="center">
magia sussurra.<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-90516657875909457862016-08-11T09:13:00.001+02:002016-08-11T11:04:48.827+02:00Miraggio d’estate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/0Otelte6m5Q/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/0Otelte6m5Q?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<div align="center">
<strong></strong> </div>
<strong></strong><br />
<div align="center">
<br />
Un tempo i giorni duravano giorni; </div>
<div align="center">
tutto sembrava più vivo: più vero. </div>
<div align="center">
Gli odori, i colori, i sapori:</div>
<div align="center">
più intensi, più forti. </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
Ricordo </div>
<div align="center">
l’odore delle spighe mature; </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
papaveri sparsi brillavano rossi </div>
<div align="center">
di lucenti petali al sole;<br />
con altri, più spenti,</div>
<div align="center">
mi ricoprivo, dal viscido centro, di stelline nere</div>
<div align="center">
le mani e il volto; </div>
<div align="center">
poi saltellavo felice</div>
<div align="center">
tra i ritmi stonati </div>
<div align="center">
di cicale che accompagnavano -svogliati </div>
<div align="center">
i passi incerti del mio ritorno.</div>
<div align="center">
<br />
Vivevo </div>
<div align="center">
della semplicità </div>
<div align="center">
del mondo che E’ </div>
<div align="center">
quando IO SONO, </div>
<div align="center">
come adesso, </div>
<div align="center">
che lo sento </div>
<div align="center">
ed è pieno il giorno;</div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
e, che la brezza -fuggendo via </div>
<div align="center">
dalla sorda caligine- di tanto, </div>
<div align="center">
in tanto, mi alita d’intorno. </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
Odore di menta, lavanda e fieno </div>
<div align="center">
risvegliano</div>
<div align="center">
la prepotente sensazione di vera presenza, </div>
<div align="center">
</div>
<div align="center">
antica e inspiegabile; </div>
<div align="center">
ristorano quell’unico centro </div>
<div align="center">
come un <em>dejà vu</em> di mille attimi tersi,</div>
<div align="center">
in cui -più libero inconsapevole e prezioso</div>
<div align="center">
l’amore fluisce.</div>
<div align="center">
<br />
La felicità ti assale, </div>
<div align="center">
ma in sordina:</div>
<div align="center">
calma è la felicità del vivo presente. </div>
<div align="center">
Ed è lì, in quel preciso luogo </div>
<div align="center">
-esterno ed interno insieme- </div>
<div align="center">
dove lo spazio e il tempo </div>
<div align="center">
si fermano: </div>
<div align="center">
restano immobili,</div>
<div align="center">
<br />
respiri sospesi </div>
<div align="center">
per un solo momento.<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;"><span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
</div>
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</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-OoLYBZrOs7c/V6u4XP5ysgI/AAAAAAAAK7U/y0lsXpV2_-EJCDXOcEGtI8iUW3Y7N8dZgCKgB/s1600/FB_IMG_1447176322277.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-OoLYBZrOs7c/V6u4XP5ysgI/AAAAAAAAK7U/y0lsXpV2_-EJCDXOcEGtI8iUW3Y7N8dZgCKgB/s320/FB_IMG_1447176322277.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
Improvvisamente mi vedo </div>
<div style="text-align: center;">
ora tutto mi è chiaro</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
aleggio </div>
<div style="text-align: center;">
sopra il mio piano </div>
<div style="text-align: center;">
come una melodia </div>
<div style="text-align: center;">
che la paura della morte</div>
<div style="text-align: center;">
se n’è andata </div>
<div style="text-align: center;">
via </div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
ora lo so </div>
<div style="text-align: center;">
faccio parte di questa sinfonia </div>
<div style="text-align: center;">
ci sono dentro</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
e pensare</div>
<div style="text-align: center;">
che ho trascorso tutto il tempo </div>
<div style="text-align: center;">
in cerca del blue</div>
<div style="text-align: center;">
senza sapere chi ero </div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
non rendendomi conto </div>
<div style="text-align: center;">
che</div>
<div style="text-align: center;">
io </div>
<div style="text-align: center;">
sono </div>
<div style="text-align: center;">
il blue.<br />
<br />
<span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-42576538622321304152016-08-11T01:18:00.001+02:002016-08-11T11:13:32.712+02:00Onda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-c4nvXNpdzFE/UC1SwxC5biI/AAAAAAAAAb0/So9fguyTRhoQWMbhoko8LS2OoNOmmEaaACPcB/s1600/multiversi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-c4nvXNpdzFE/UC1SwxC5biI/AAAAAAAAAb0/So9fguyTRhoQWMbhoko8LS2OoNOmmEaaACPcB/s1600/multiversi.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<br />
...amatissima onda... <br />
tu superbamente<br />
di luce infrangi<br />
abiti il mio cuore <br />
travolgi impetuosa ogni pensiero<br />
mi lasci qui <br />
ad ammirarti <br />
paga di estasi muta<br />
<br />
Copri di bianca spuma gli occhi <br />
ed acuisci alla vista<br />
gli altri sensi.<br />
<br />
<br />
<span style="color: blue;">Tutti i diritti riservati</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: white; font-family: inherit;"><span style="color: blue;">©</span></span></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-70926830373109180462014-04-25T15:26:00.000+02:002014-04-25T15:26:39.065+02:00omaggio al mio più compianto concittadino<br />
<div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_67" style="width: 310px;">
<a href="http://media.jamendo.net/olmproject/files/2011/06/fabrizio-de-andre.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-67" height="314" src="http://media.jamendo.net/olmproject/files/2011/06/fabrizio-de-andre.jpg" title="fabrizio-de-andre" width="300" /></a><div class="wp-caption-text">
faber</div>
</div>
<br />
Fabrizio Cristiano De André nacque a Genova Pegli, in Via De Nicolay 12, il 18 febbraio 1940. Leggenda vuole che sul grammofono di casa, per alleviare le doglie della moglie, il professor Giuseppe De André mettesse il Valzer campestre di Gino Marinuzzi, da cui anni dopo Fabrizio avrebbe tratto spunto per uno dei suoi primi brani, Valzer per un amore.<br />
A causa della guerra, che aveva indotto molta gente a sfollare, trascorse i primissimi anni della sua vita nella casa di campagna di Revignano d’Asti, in compagnia della madre (Luisa Amerio), del fratello Mauro e delle due nonne, mentre il padre fu costretto alla macchia per sfuggire ai fascisti che lo braccavano.<br />
Quel breve periodo fu sicuramente uno dei più importanti e formativi per lui: per il tipo di vita che condusse, libero e spensierato, e per alcuni incontri determinanti, come quello col fattore Emilio Fassio, che gli trasmise l’amore per gli animali e per un ambiente che Fabrizio ricercherà per tutta la vita. L’infanzia a Revignano d’Asti e i personaggi che la popolarono – come la piccola Nina Manfieri (cui molti anni dopo dedicherà la canzone Ho visto Nina volare) o i contadini Emilio e Felicina Fassio – rimarranno fonte di rimpianto e di ispirazione fino alla sua ultimissima produzione.<br />
Come ha raccontato la madre, “Fabrizio era felicissimo di correre per i campi, di seguire i contadini nel lavoro, di andare a caccia con loro… Finita la guerra eravamo tutti felici di ritornare in città. Lui era disperato… Aveva cinque anni. Fu una dura sofferenza per lui, abituato com’era a correre libero per i prati… Fin da piccolo non sopportava di veder la gente soffrire. Quando uscivamo insieme, ogni volta che incontravamo un mendicante mi obbligava a fermarmi e a dargli dei soldi” [In queste ultime parole emerge la spontaneità, direi quasi l'innatezza della dimensione solidaristica del futuro anarchico].<br />
Al termine del conflitto, la famiglia ritornò a Genova stabilendosi nella nuova casa di Via Trieste 8. Nell’ottobre del 1946 Fabrizio fu iscritto alla prima elementare presso l’Istituto delle suore Marcelline, (istituto che ho frequentato sino all'ultimo anno delle superiori parecchi anni dopo di lui, mentre all'asilo dalle suore 'pietrine' ci andai solo per un giorno..ma incontrai faber all'istituto Assuntion di via pertinace, in occasione di una festa organizzata con gli studenti dell'Arecco e lui, giovane cantante, venne a farci uno spettacolo tutto per noi...non potrò dimenticare mai quella sera ricordo che allora aveva una porche nera e che ci cantò alcune canzoni francesi di... breil e brassens le sue prime erano censurate in Italia e, dalle suore, non poteva certo cantare certo 're carlo' ma ci cantò 'fila la lana'... ) che egli – manifestando fin da allora l’insofferenza agli spazi ristretti e alla disciplina, ma anche una vena ironica che saprà spesso trasformarsi in autoironia – ribattezzò “Porcelline”. Vani essendo risultati i tentativi delle monache di indurlo a studiare, i suoi decisero di iscriverlo per l’anno successivo a una scuola statale: Fabrizio iniziò così la seconda elementare alla scuola Armando Diaz, in via Cesare Battisti 5.<br />
Nell’agosto 1948, a Pocol, sopra Cortina, incontrò per la prima volta Paolo Villaggio, allora sedicenne. I due simpatizzarono subito, ma i sette anni di differenza non permisero allora che quella simpatia sfociasse in una vera e propria amicizia. Paolo e Fabrizio si persero così di vista per ritrovarsi solo una decina di anni dopo sulle tavole di un palcoscenico; e da quel momento divennero inseparabili.<br />
Nell’estate del 1950, terminata la quarta elementare, Fabrizio trascorse l’ultima vacanza a Revignano. Il professore aveva infatti deciso di vendere il cascinale e di acquistare un appartamento ad Asti. Fabrizio soffrì moltissimo, perché a quel luogo erano legati i suoi più bei ricordi d’infanzia. Dentro di sé decise che, una volta diventato grande, avrebbe ricomprato il cascinale e comunque non avrebbe abbandonato quei posti che tanto amava. Quel desiderio lo avrebbe accompagnato negli anni a venire e, agli amici che aveva (e che avrebbe avuto) non mancò di confidare il desiderio di un’azienda agricola tutta per sé. Anni dopo realizzerà questo sogno, anche se al di là del suo mare, in Sardegna.<br />
Nell’ottobre del 1951 Fabrizio iniziò le medie alla Giovanni Pascoli, nello stesso complesso scolastico che ospitava le elementari Armando Diaz. Ma, attratto com’era dal gioco e dalla vita di strada, non mostrava interesse allo studio, tanto da rimediare una bocciatura in seconda. Il padre, infuriato, decise allora di affidarlo ai rigidissimi gesuiti della Arecco, ma un deprecabile episodio con un padre “buliccio” (omosessuale) lo indusse poi a fargli terminare le medie nell’Istituto Palazzi, di cui era proprietario.<br />
“Dopo le medie – ha raccontato ancora la madre – si iscrisse al liceo classico Colombo (dove mi è capitato di lavorare molti anni dopo e trovare i tesserini verdi dove venivano registrati gli anni di iscrizione, suo e di Luigi Tenco) , che frequentò regolarmente fino alla licenza. Nelle materie letterarie andava abbastanza bene, anche se non studiava molto, ma in quelle scientifiche faceva fatica. Comunque non faceva proprio nulla per prendersi un bel voto; gli bastava la sufficienza… La sua passione era sempre la musica. Aveva avuto in regalo una chitarra e non la lasciava mai, neppure quando andava in bagno… Incominciò a scrivere qualche canzone, a cantarla”.<br />
Proprio durante gli anni del liceo avvenne un’esperienza determinante per De Andrè: nella primavera del 1956, infatti, suo padre portò dalla Francia due 78 giri di Georges Brassens. Dall’incontro col grande cantautore francese, Fabrizio ricavò stimoli per la lettura di autori anarchici che non abbandonerà più: Bakunin, Malatesta, Kropotkin, Stirner (tutti autori che divennero i miei più fidati compagni di adolescenza oltre a Tolstoi e all'adorato Edgar Allan Poe) Inoltre, nel mondo cantato da Brassens, egli ritrovava quei personaggi così umili e veri che vivevano nei caruggi della sua città e che troveranno spazio, comprensione e dignità nelle sue canzoni.<br />
De André si iscrisse anche all’università, ma le sue scelte confermarono la scarsa propensione agli studi “ufficiali”: frequentò medicina, poi lettere e infine giurisprudenza, senza laurearsi. Le sue giornate trascorrevano infatti tra musica, letture (Villon e Dostoevskij, sempre Bakunin e Stirner) e, soprattutto, serate in compagnia degli amici Luigi Tenco, Gino Paoli, Paolo Villaggio e altri. Affermerà in seguito, ricordando quel tempo: “Ebbi ben presto abbastanza chiaro che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l’ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste, e l’illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. La seconda si è sbriciolata ben presto, la prima rimane”.<br />
Intanto, nel 1958, aveva composto Nuvole barocche e E fu la notte, brani modesti scritti in collaborazione, che anni dopo Fabrizio definirà come “due peccati di gioventù”. E infatti, già nell’estate del ‘60, scrisse insieme a Clelia Petracchi quella che ha sempre considerato la sua prima vera canzone, La ballata del Miche’, che rimane, se non una delle più belle, una delle più note e, in considerazione dei soli vent’anni dell’autore, una delle più significative.<br />
Nel luglio 1962 sposò Enrica Rignon (detta Puny) e il 29 dicembre dello stesso anno nacque il figlio Cristiano. Fabrizio aveva appena ventitue anni, una famiglia e, più che un lavoro, un hobby poco redditizio (fu proprio dopo il 1963 che andai in collegio e che conobbi Faber che non era ancora una star!) Ma una svolta nella sua carriera si verificò nel 1965, allorché Mina interpretò una sua composizione, La canzone di Marinella, che divenne immediatamente un best seller e lo impose all’attenzione generale. “Mi arrivano seicentomila lire in un semestre (per quegli anni una somma davvero considerevole) – dichiarò Fabrizio in un’intervista. – Allora ho preso armi e bagagli, moglie, figlio e suocero e ci siamo trasferiti in Corso Italia, che era un quartiere chic di Genova. Quindi chiusa la storia con la laurea e con tutto il resto. Da quel momento, cominciai a pensare che forse le canzoni m’avrebbero reso di più e, soprattutto, divertito di più”.<br />
Sulla spinta di questo successo, nel 1966 vide la luce l’LP d’esordio: Tutto Fabrizio De André, contenente alcuni dei migliori brani scritti fino a quel momento, tra cui La canzone di Marinella, La guerra di Piero, Il testamento, La ballata del Miché, La canzone dell’amore perduto, La città vecchia, Carlo Martello.<br />
Al 33 giri fece seguito nel 1967 Volume I, in cui spiccano Via del Campo, Bocca di rosa e Preghiera in gennaio: le prime due dedicate, con profondo senso di solidarietà e comprensione, a due figure di prostitute; la terza composta in occasione e a ricordo della tragica morte dell’amico Luigi Tenco, suicidatosi il 27 gennaio a Sanremo.<br />
Con questo album si aprì la stagione più prolifica della carriera di De André; a breve distanza uno dall’altro uscirono infatti: Tutti morimmo a stento (1968), Volume III (1968), La buona novella (1970), Non al denaro non all’amore né al cielo (1971), Storia di un impiegato (1973), Canzoni (1974) e Volume VIII (1975).<br />
Nel 1975 De André, che aveva sempre rifiutato il faccia a faccia col pubblico, esordì dal vivo nel locale simbolo della Versilia, “La Bussola”. Nonostante i suoi timori (sembra che all’ultimo momento non volesse più salire sul palco), il concerto fu un vero e proprio successo.<br />
Coi soldi guadagnati acquistò un’azienda agricola nelle vicinanze di Tempio Pausania, in Sardegna. E nel 1977, dall’unione con Dori Ghezzi (la cantante milanese alla quale si era legato dal 1974, dopo la separazione dalla prima moglie), nacque Luisa Vittoria, detta Luvi. Subito dopo uscirono gli album Rimini (album) (1978), scritto in collaborazione con Massimo Bubola, e In concerto con la PFM (1979).<br />
La sera del 27 agosto 1979 Dori e Fabrizio furono sequestrati e rimasero prigionieri dell’Anonima per quattro mesi. La drammatica esperienza non cancellò tuttavia l’amore di Fabrizio per la sua terra d’adozione; tant’è vero che non vi è traccia di rancore nelle dichiarazioni da lui rilasciate dopo la liberazione: “I rapitori – disse – erano gentilissimi, quasi materni… Ricordo che uno di loro una sera aveva bevuto un po’ di grappa di troppo e si lasciò andare fino a dire che non godeva certo della nostra situazione”.<br />
Il 29 ottobre 1980, all’età di sessant’anni, moriva l’amato Brassens, ucciso da un tumore. De André ebbe a dire un anno dopo, durante un’intervista concessa al quotidiano “La Stampa”: “Pur avendone avuto la possibilità, non ho mai voluto conoscerlo personalmente, per evitare che diventasse una persona e magari scoprirlo anche antipatico. Per me è stato un mito, una guida, un esempio; è grazie a lui che mi sono avvicinato all’anarchismo. Egli rappresentava il superamento dei valori piccolo-borghesi e insegnò anche ai borghesi certe forme di rispetto ai quali non erano abituati. I suoi testi si possono leggere anche senza la musica. Per me è come leggere Socrate: ti insegna come comportarsi o, al minimo, come non comportarsi”.<br />
Dopo un periodo di riposo, il cantautore tornò all’attività con un album, Fabrizio De André (Indiano) (detto così per via del disegno di copertina), che contiene un brano, Hotel Supramonte, che è la rievocazione dei traumi e delle incertezze patiti durante il rapimento.<br />
Nel 1984 uscì Creuza de mä (album), da molti critici considerato il suo capolavoro. Il disco, che gli valse numerosi premi e riconoscimenti e che venne presentato al pubblico nel corso di una memorabile tournée col figlio Cristiano e con Mauro Pagani (della PFM), evoca suoni, profumi, voci, odori e sapori di tutto il Mediterraneo, ma è soprattutto – come lo ha definito Luigi Viva – “un canto d’amore a Genova”.<br />
L’anno successivo Fabrizio fu colpito da un grave lutto: all’età di 72 anni moriva infatti suo padre, uomo influente e assai noto a Genova. In un’intervista all’amico Cesare G. Romana dirà: “Il problema non è che gli volevo bene, perché questo non finisce. Il problema è che lui ne voleva a me”.<br />
Pochi anni dopo, nell’estate del 1989, morì il fratello Mauro, colpito da aneurisma. Aveva appena 54 anni, e Fabrizio fu naturalmente scosso dalla terribile notizia: “Alla morte di mio padre, almeno, eravamo preparati: era anziano. Ma Mauro…”.<br />
Ci furono, però, anche momenti lieti, come il matrimonio con Dori Ghezzi, celebrato nel dicembre del 1989 dopo quindici anni di convivenza; e ci fu anche il matrimonio di Cristiano.<br />
Nel 1990, dopo sei anni di silenzio, uscì il nuovo album Le Nuvole, sicuramente il disco più apertamente politico di tutta la produzione del cantautore, che tocca il suo apice con La domenica delle salme.<br />
Nel 1991, a distanza di sette anni dal suo ultimo tour, Fabrizio tornò a calcare il palcoscenico con rinnovato successo, traendone l’LP dal vivo Fabrizio De André 1991 – Concerti.<br />
Nel 1992, anno delle Colombiane, Genova festeggiò con un’esposizione e lavori per svariati miliardi i cinquecento anni della scoperta dell’America: De André venne invitato a partecipare e ad esibirsi con Bob Dylan, ma rifiutò il benché minimo coinvolgimento, ricordando anzi lo sterminio degli Indiani d’America.<br />
Il 3 gennaio 1995, all’età di ottantatré anni, venne a mancare la madre Luisa, unica della famiglia a morire di vecchiaia.<br />
Nel 1996 uscì Anime salve, scritto in collaborazione con Ivano Fossati, che ruota intorno al duplice tema delle minoranze isolate e della solitudine. Nello stesso anno pubblica presso Einaudi Un destino ridicolo, romanzo scritto a quattro mani con Alessandro Gennari.<br />
Nel 1997 fu pubblicato Mi innamoravo di tutto, raccolta di vecchi brani scelti dall’autore, fra cui spiccano la versione originale di Bocca di rosa e La canzone di Marinella cantata in duetto con Mina.<br />
Nell’estate del 1998 fu costretto a interrompere il tour seguito ad Anime salve. La tac, eseguita il 25 agosto, non lasciava speranze: tumore ai polmoni.<br />
Appena pochi mesi dopo, alle ore 2.15 di notte dell’11 gennaio 1999, Fabrizio moriva presso l’Istituto Tumori di Milano, dov’era ricoverato, assistito sino all’ultimo momento dai suoi cari.<br />
Una folla commossa, di oltre diecimila persone, ha seguito i suoi funerali, svoltisi il 13 gennaio nella Basilica di Carignano, a Genova. Su quel mare di umanità svettavano la bandiera del Genoa (la sua squadra del cuore) e quella anarchica (a testimonianza e ricordo del suo “credo” politico, o meglio del suo “modo d’essere”). Al cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia, “abita eterno”.<br />
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«Ho visto Nina volare / tra le corde dell’altalena». L’altalena di Nina aveva corde rozze e un legnaccio qualunque per sedersi, «così andavamo tutti su quella di Mauro e Fabrizio De André, sfollati qui da Genova nel ‘42. L’aveva fatta piazzare sotto il portico della cascina appena comprata accanto alla nostra il papà, Giuseppe, il professore, uomo austero e tenero. La loro aveva le funi rosse e un seggiolino vero».<br /><br /> Nina Manfieri - coetanea di Faber, marito e due figli, che tuttora abita a Revignano - dopo aver letto il denso <span class="corsivo">Libro del mondo</span> (Giunti editore) di Walter Pistarini («le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André»). L’informatico Pistarini, grazie anche al suo sito «viadelcampo.com», indaga canzone per canzone ciò che sta alle spalle di parole e musiche da <span class="corsivo">Nuvole barocche</span> a <span class="corsivo">Anime salve</span>, il cd che contiene <span class="corsivo">Ho visto Nina volare</span>, della quale analizza i versi, compreso quel «mastica e sputa» sgorgato in un viaggio a Matera, senza però svelare l’ispiratrice. Ma visione e desiderio che faranno temere l’ira paterna hanno anche un altra poco conosciuta nascita. Attraverso analisi letterarie, ricerche d’archivio, dichiarazioni di Fabrizio o collaboratori, il libro svela una doppia cultura di De André: la strada, l’emozione di vita assieme al colossale bagaglio della letteratura. Si racconta un Raffaele Cutolo orgoglioso d’una canzone per lui, invece l’autore pensava piuttosto al personaggio «che spiega cosa pensare» negli «Alunni del tempo» di Giuseppe Marotta, mentre il nome <span class="corsivo">Don Raffaé</span> viene dal «Sindaco» di Eduardo De Filippo. Un aneddoto personale: nel carcere di Chiavari il gruppo Progetto Korakhané non inserì nella scaletta del concerto Don Raffaé per evitare tensioni agenti-detenuti. Venne un detenuto: «Quando la cantate?». Lo seguì un agente: «La fate, vero?».<br /><br />Oltre a Villon, trovi Aristofane (<span class="corsivo">Le nuvole</span>), Jacopone da Todi, Rimbaud, Pavese, Evtusenko, Kerouac, Steinbeck, Dylan Thomas, Pasolini, e ancora e ancora, i vangeli apocrifi ma pure il Corano, il cinema con Bette Davis o Fellini, <span class="corsivo">Soldato blu</span> e<span class="corsivo"> Piccolo grande uomo</span>.<br />«Ti servo da Bignami?», mi disse Fabrizio a proposito di <span class="corsivo">Non al denaro, non all’amore né al cielo</span>, tratto da Edgar Lee Masters. Altro che Bignami, <span class="corsivo">Il libro del mondo</span> svela una raffinata voracità culturale e di vita: c’è chi ha scovato la prostitua della <span class="corsivo">Canzone di Marinella</span>, chi il travestito di<span class="corsivo"> Via del campo</span>. Dietro la <span class="corsivo">Guerra dei Piero</span> si cita suo zio Francesco, fratello della mamma, Luisa, chiuso in campo di concentramento tedesco. Allora torniamo a casa di Nina, che ha conosciuto Francesco: «Era una persona buona, allegra. Tornò dolce ma era un altro». Figura del paese in guerra che si portava via soldati: «Anche Bicio e Mauro giocavano con i soldatini, con me bambina tiravamo ai birilli. E poi l’altalena: per un po’ mi spingeva lui, come nella canzone. Ma era un bel pigro, era più quando si faceva spingere lui. A mio modo ho visto Fabrizio volare». Quando si litigava era tosto: «Mordeva. Un sabato arrivarono suo padre e la mamma, bellissima. Come sempre: dov’è Nina? che ti sei fatta lì? Mi scappò: Bicio mi ha morso. Quell’uomo serio e gentile disse a Fabrizio: con te parlo dopo. Chiamò le due nonne, Rita e Margherita, e le gelò: vi lascio i bambini perché ci badiate, è anche colpa vostra. Finì che litigarono fra loro le due signore».<br /><br />Morsi a parte, era tenero. Suo fratello Mauro passava il tempo a studiare, lui suonava il violino, doveva impararlo, ma non aveva voglia: «Andava a cercare la salamandra alla fontana, a raccogliere i bossoli alla stazione di Vaglierano. E inseguiva gli animali, come Coda di lupo. Saliva sul carretto dell’asino. Ricordo il parto di una vacca. I nostri genitori, contadini, ci tenevano lontani. Invece suo padre venne a prenderlo e lo portò alla stalla: vieni a vedere la vita che nasce».<br />E quella che se ne andava: «Passavano cacciabombardieri, i Pippo, notturni, a volo radente, mitragliavano ogni luce, con cartoni si oscuravano finestre dietro le quali c’era una candela. Li ho rivisto Fabrizio volare: Pippo era basso sull’aia, uno spostamento d’aria micidiale. Lui fu sollevato e buttato a terra svenuto. Corsero le nonne e per rianimarlo gli diedero un bicchiere di cognac». Par di sentirlo ridere: per forza l’ho vista volare.<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-25884993149174970172014-04-24T21:59:00.000+02:002014-04-25T23:34:32.426+02:00abbi il coraggio di amare<br />
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la sola occasione persa nella vita è quella che ci vede reprimere sentimenti sinceri e profondi in nome di un equilibrio relativo. basta un secondo di vita per far vacillare laconiche e stridule certezze. la verità è nel cuore e sulla pelle. non è puro istinto e non passa per appagare una fame del momento. è il benessere del filo sottile che ci collega a un'altra anima per misteriose vie. dentro lo sentiamo, lo sappiamo. eppure in nome di una vaga razionalità diciamo 'no' a ciò che ci nutre e ci fa crescere, tenendoci saldamente attaccati ad una copertina da infanti. è responsabilità? forse inganno, auto-inganno. forse paura di volare. amare è una responsabilità, quando lo si fa da adulti, ma può essere anche la porta della felicità<br />
<br />
Zuleika Fusco<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-vsqVT1nzGIw/UG6T8bVq4qI/AAAAAAAAATA/jHIOpR-5r4g/s1600/213300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-vsqVT1nzGIw/UG6T8bVq4qI/AAAAAAAAATA/jHIOpR-5r4g/s1600/213300.jpg" height="400" width="300" /></a></div>
<div align="center">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
tra un crepuscolo e un'alba</div>
<div style="text-align: center;">
-Imperatore d'un ritorno-</div>
<div style="text-align: center;">
c'infiamma</div>
<div style="text-align: center;">
lo scherzo di questo</div>
<div style="text-align: center;">
primo </div>
<div style="text-align: center;">
giorno d'aprile</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
segreta via che a me ti conduce</div>
<div style="text-align: center;">
svela la paterna mano antica</div>
<div style="text-align: center;">
che si burla ancora</div>
<div style="text-align: center;">
al vento</div>
<div style="text-align: center;">
di questa nostra</div>
<div style="text-align: center;">
ventennale fatica</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
nel reciproco spo(g)liarsi</div>
<div style="text-align: center;">
si vanta </div>
<div style="text-align: center;">
l'armonia del cosmo</div>
<div style="text-align: center;">
e si concentra</div>
<div style="text-align: center;">
nell'unico respiro</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
rosso</div>
<div style="text-align: center;">
sangue di piccione</div>
<div style="text-align: center;">
divampa nel petto</div>
<div style="text-align: center;">
memore d'una roma<em>na</em></div>
<div style="text-align: center;">
luna che discioglie</div>
<div style="text-align: center;">
la verde, rubea passione</div>
<div style="text-align: center;">
specchiandosi dentro un caffè</div>
<div style="text-align: center;">
di zenzero e limone.</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-58378657062699086552013-12-24T12:05:00.001+01:002013-12-24T12:05:15.402+01:00infiniti auguri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2013/04/424438_485338504837378_282482499_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" closure_lm_611196="null" gua="true" height="235" src="http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2013/04/424438_485338504837378_282482499_n.jpg" width="320" /></a></div>
C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la Provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sè genio, potere, magia. Incomincia adesso. J.W. Goethe <div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-58048679510395387712013-12-13T13:57:00.000+01:002013-12-13T13:57:23.303+01:00cavalcare la tigre o l'onda? Durga - kali cavalca la tigre...
noi, tutt'al più, possiamo prendere una tavola e tentare di cavalcare l'onda
...man, mano che l'onda si alza, impariamo a dominarci e
a toglierci tutte le zavorre, compreso l'egocentrismo e l'orgoglio...
chè la parte più bella del viaggio è proprio tutta lì, in quel <i>cavalcare l'onda </i>, chiave di s-volta della nostra vita, è l'Amore Consapevole.
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-44497830955514096522013-12-11T13:01:00.002+01:002013-12-12T16:29:40.954+01:00Imperium sine fine
“Fai ciò che vuoi, perché tutti gli Uomini, perché tutte le Donne sono Stelle”
“ L’Amore è la Legge, Amore sotto il dominio della Volontà!
Contempla entro di te, non già nei cieli: Ecco una stella in vista!”
"Hic ego nec metas rerum nec tempora pono; Imperium sine fine dedi." (per questi non pongo né limiti d'azione né tempi: ho concesso un potere senza fine) <i>Virgilio</i> Di quale natura è questo Potere, questa Autorità, questa Comprensione, questa Saggezza-Volontà? (Salgo da Geburah a Chokmah.) -Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. -Amore è la legge, amore sotto la volontà.
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8772363286018609188.post-23121856286032500892013-12-11T09:29:00.001+01:002013-12-11T09:29:43.325+01:00essere presenteGurdjieff ha sempre sostenuto l'importanza di costruire la propria anima e, per farlo, è necessario un estenuante lavoro di presenza nel 'qui ed ora' il più possibile nella costante consapevolezza cosciente e, in questa lettera -tratta dal suo libro "Il Bambino e il Mago" - S. Brizzi ci rende l'idea del lavoro quotidiano da fare in modo più semplice, spiegandolo ad un bambino:
"Caro Geremia, sono contento che tu sia riuscito a ricordarti di "essere presente" passando sotto la porta, sono quelle piccole soddisfazioni che ti cambiano la giornata... e poi la vita, anche se per adesso tu non puoi ancora renderti conto della portata di ciò che stai facendo.
Sappi che gli adulti intorno a te, quelli che tu chiami "i grandi", in realtà non sono capaci di eseguire il trucco/esercizio che ti ho assegnato, perché "i grandi" sembrano tanto forti ed efficienti, ma in verità sono continuamente distratti, si dimenticano di se stessi; presi tra una preoccupazione e l'altra, si scordano di vivere.
"I grandi" vivono in un costante stato di confusione mentale colmo di pregiudizi sulle cose e sulle persone, una specie di sogno a occhi aperti che impedisce loro di scorgere la realtà.
È normale che a un certo punto tu ti sia sentito un po' strano facendo l'esercizio, perché lo scopo è quello di farti scoprire una realtà diversa rispetto a quella che vivi tutti i giorni. Il mago, infatti, è qualcuno che riesce a vivere una vita sempre felice, come la vuole lui, e per raggiungere questo risultato deve "aprire nuovi occhi", deve vedere qualcosa di più - di migliore - rispetto agli altri.
Per diventare mago non basta avere due occhi come le persone comuni, serve qualcosa in più, e gli esercizi come quello che ti ho dato hanno la capacità di aprirti questi nuovi occhi. Prova a osservare - ma forse l'avrai già fatto, perché mi sembri un ragazzino sveglio se gli adulti che ti circondano sono davvero felici oppure no. Prova a leggere nei loro occhi: c'è amore per la vita oppure paura per quello che accadrà domani?
In verità spesso gli adulti sono molto più impauriti dei bambini. Anch'essi sono vittima di paure immaginarie, che scomparirebbero in un istante se fossero capaci di aprire gli occhi e svegliarsi una volta per tutte. Ma gli adulti non si fidano non si fidano più della vita, e pensano di essere diventati saggi per questo motivo.
Hai ragione quando fai il paragone con il film Karate Kid, è proprio così, tu mi chiedi di diventare un mago e io, invece d'insegnarti a far volare gli oggetti o a tirare fuori un coniglio dal cappello, ti chiedo di ricordarti una frase quando passi sotto le porte! Sembra non ci sia alcun collegamento, invece c'è. Fidati di un mago più esperto. Ricordati che diventare mago non significa acquisire delle capacità tecniche rimanendo però la stessa persona di prima, ma significa diventare una persona diversa, che non è più dipendente dal mondo esterno come le persone comuni.
Ti insegno un altro trucco: quando la sera ti spogli per andare a dormire, e quando la mattina ti vesti per andare a scuola, mentre compi queste due operazioni non pensare ad altro, ma concentrati solo sui movimenti che stai facendo, senza distrarti con altri pensieri. Fammi sapere com'è andata."
<div class="blogger-post-footer">http://www.wingmakers.com/mp3playerC/player.html</div>giancarlahttp://www.blogger.com/profile/13908605180703098759noreply@blogger.com0