Prima di salire al soglio pontificio, Pietro Angeleri -questo era il suo nome secolare- aveva trascorso molti anni di vita eremitica, soprattutto in una grotta sul monte Morrone, sopra Sulmona, ricevendo dai suoi devoti l’appellativo di Pietro del Morrone. Nato in Molise nel 1215, il 5 luglio 1294 fu designato dal conclave riunito a Perugia come successore di papa Niccolò IV, la cui morte (1292) aveva lasciato la sede vacante per più di due anni.
Dall’eremo di Sant’Onofrio al Morrone nel quale si era ritirato, Pietro, a dorso di un asino e avendo come palafrenieri re Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, mosse alla volta di L’Aquila. Fu incoronato il 29 agosto con il nome di Celestino V e fu l'unico papa ad adbicare, il 13 dicembre 1294, due anni prima della morte avvenuta il 19 maggio 1296 nella rocca di Fumone, in Ciociaria, dove era richiuso dal maggio precedente per disposizione del suo successore Bonifacio VIII.
Posto che diverse interpretazioni della frase dantesca individuano nel personaggio le figure di Esaù o di Ponzio Pilato e che Dante ripone il concetto di viltà in tutt'altra categoria di "anime", c'è da sottolineare che Francesco Petrarca aveva invece dato a questo gesto una interpretazione diametralmente opposta. Secondo il Petrarca, una persona come l'Angeleri, dotata di alta spiritualità, non avrebbe mai potuto attendere ai doveri papali se quei doveri, come accadeva a quei tempi, prevalevano sui principi morali. Forse Celestino V, uomo prettamente spirituale e quasi eremitico, non aveva proprio le caratteristiche per fare il Pontefice, ruolo che si trovò a svolgere senza essersi candidato, contro la propria volontà e al termine di un Conclave estremamente conflittuale seppur composto da soli 11 cardinali.
I due lati del sigillo papale: quello con il nome di papa Celestino e quello con l'effige di San Pietro
Lungi dal concordare nello specifico con quanto scritto da Dante Alighieri (ammesso poi che si riferisse a Celestino V) e, convinta che siano state più che valide le motivazioni del gran rifiuto, trovo molto interessante ed oltremodo singolare, che il sigillo di un pontefice rimasto in carica per pochissimi mesi sia stato rinvenuto nella chiesa di S. Francesco a Modena!
La tomba di Celestino in Collemaggio. Il tempietto è di marmo bianco, colonnato e decorato con svariati motivi simbolici, a grottesche, elementi vegetali e antropomorfi;ai lati si trovano (uno per parte)i re biblici Davide e Salomone.Alle pareti vi sono dipinti giganteschi, di cui quello sotto ritrae Celestino V nell'atto di restituire gli attributi regali di pontefice,di fronte a San Michele Arcangelo
La tomba di Celestino in Collemaggio. Il tempietto è di marmo bianco, colonnato e decorato con svariati motivi simbolici, a grottesche, elementi vegetali e antropomorfi;ai lati si trovano (uno per parte)i re biblici Davide e Salomone.Alle pareti vi sono dipinti giganteschi, di cui quello sotto ritrae Celestino V nell'atto di restituire gli attributi regali di pontefice,di fronte a San Michele Arcangelo
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