La rivisitazione del tango argentino non si può considerare finita, agli inizi del terzo millennio: si moltiplicano a livello mondiale le iniziative di rilancio, riscoperta, riproposizione di questa danza magica, misteriosa, profondamente umana;ecco le tipiche figure e passi di tango argentino, che è con il flamenco, per complesità di figure libere quello considerato oggi l'università del ballo:
- Salida basica, il passo base in 8;
- La base semplice o cuadrado o salida simple in 6;
- I passi tipici della donna: l'ocho adelante;
- I passi tipici della donna l'ocho atras;
- La "prima" elementare tipica sequenza, il sanguchito (mordida), panino, sandwich;
- La base cruzada o passo base 2;
- La media luna;
- Il gancho;
- L'arrastre;
- Cambio di frente (base con cambio di fronte nel finale);
- Giro a destra (giro alla derecha);
- Recule in 5;
- El voleo;
- La sacada;
- La calesita;
- La colgada;
- Mezzo giro con planeo e voleo;
1 | La Salida Basica | 9 | El Calambre | 17 | La Sentada |
2 | La Corrida | 10 | La Media Vuelta | 18 | El Gancho |
3 | El Paseo | 11 | El Paso Atràs | 19 | El Cuadrado |
4 | La Media Luna | 12 | El Abanico | 20 | La Cadencia |
5 | El Ocho | 13 | El Balance | 21 | La Cunita |
6 | El Volteo | 14 | El Retroceso | 22 | La Bicicleta |
7 | La Marcha | 15 | La Lustrada | 23 | El Boleo |
8 | El Cruzado | 16 | El Alfajor |
- 2 basi
- 3 figure di otto (avanti, indietro, con entrate)
- parada
- sandwich
- camminata indietro
- mezza luna
- cajda
- giro a destra
- giro a sinistra
- sandwich con gancio
- giro con rulo sacada e frustata
- sacadas
- amaca
- base alternativa
Non si deve fare confusione fra gli stili del tango, intesi come quei modi di ballare il tango che si sono man mano stabilizzati, con lo stile personale che ognuno acquisisce nel ballo.
Il proprio stile personale non è influenzato solamente dal maestro con cui si è imparato. I maestri indicano un cammino, ma esistono altre variabili che influenzano il proprio modo di ballare: personalità, abilità, senso musicale, attitudini, caratteristiche fisiche, sensibilità, gusti, affinità, cultura estetica; questi sono gli aspetti che plasmano non solo lo stile di tango che si balla, ma anche il proprio stile come persona.
E’ difficile raggiungere un proprio stile personale senza essere passati attraverso una esperienza ricca di pratica, di apprendimento, e di frequentazione di milonghe. Una cosa è imitare lo stile di un maestro, altra cosa è acquisire un proprio stile personale. Ma lo stile personale si costruisce col tempo e con la esperienza. E’ come la costruzione di una casa: dobbiamo cominciare dalle fondamenta. Gli abbellimenti, le decorazioni verranno in seguito. Nessuno può collocare i quadri prima di aver costruito le pareti. Per questo sono importanti buone e solide fondamenta.
Dunque, quando si discute di stili o modi codificati di ballare il tango (milonguero, de salon, fantasia, canyengue, nuevo, etc.) si tende a considerarli come qualcosa di statico, come se da quando si inventò il tango, fossero già stati chiaramente definiti. Così come ogni ballerino costruisce il suo modo di ballare con gli anni, allo stesso modo gli stili che si sono andati codificando non sono stili creati e imbalsamati una volta per sempre. Sono il frutto di laboriose costruzioni di arte popolare collettiva, che si trasformano nel tempo.
In un’epoca in cui prevale il tango da spettacolo, i grandi maestri possono venire da lì. Poi può arrivare il tempo in cui cominciano a fiorire le milonghe e alcuni maestri nascono in questi spazi. A loro volta questi differenti stili si mescolano, si modificano, crescono, si consolidano e allora quello che crediamo essere uno stile autentico dalle origini, in realtà non è che una trasformazione nel tempo e nelle persone, il che non lo fa meno vero.
José Gobello cita Viejo Tanguero, cronista del quotidiano “Critica de Buenos Aires” che nel 1913 dice: “In questo quartiere il tango ha subito grandi innovazioni, modificando non solamente le sue figure ma anche la sua elasticità e sinuosità , che furono la caratteristica interessante delle origini. Interpretato da ragazze per la maggior parte italiane, che non si adattavano al movimento che i creoli autentici imprimevano al ballo, a quel tango fu posto il nome di “tango liso”. Il cambiamento nel modo di ballare divenne quasi generale e perse l’aspetto originario. Per questo motivo molti di coloro che ballavano in quel quartiere riempivano le scuole di ballo. Tuttavia famosi ballerini, come “el flaco Saul” si identificavano nei due stili e ballavano con la stessa facilità nell’una o l’altra milonga”.
Le polemiche di allora non sono le stesse di oggi. Gli stili permangono e, a volte, si modificano. Per esempio, attualmente, le polemiche sui differenti stili non sono legate a ragioni di moralità o di pregiudizi culturali.
Tuttavia gli stili continuano il loro cammino di trasformazione, così come le polemiche continuano, ma il tango vive.
stili di tango argentino:
Possiamo incontrare un'infinità, di stili, dal tango andaluz al candombe. Gli stili attuali ballati in pista sono:
Tango canyengue: "Poema" di Francisco Canaro è un esempio tipico di ritmo canyengue lento. Il canyengue fu all'inizio il tango originario dei sobborghi. L'abbraccio attuale è unito, accostato, con le braccia (sinistro del l'uomo, destro della ballerina) basso sulla gamba e la dinamica è il movimento è a scatti, tagliato e marcato. Non è necessario ballarlo con questa postura in realtà, sono in pochi a ballarlo così, però bisogna rispettare la dinamica. Non si usa incrociare. Le braccia e le mani strette l'un l'altra in genere sono tenute in basso o sul fianco.
Tango vals: si balla in tre tempi, uno forte e due deboli, dove il contrattempo del vals è essenziale. È più fluido e continuo del tango-tango e l'idea è ballare il vals come un tango e non il tango come un vals... In generale, si preferisce la postura del tango-salón che fornisce più possibilità, di movimento (e figure).
Tango-tango: si può ballare con qualunque stile (milonguero-salón-nuevo-fantasia) però richiede una dinamica complessa dipendendo dall'orchestra e dalla canzone che suona. Per dinamica intendo dire le pause (un tango di Pugliese per esempio), i movimenti marcati di Biagi su cui si sovrappone la melodia, che necessita di una cadenza particolare, le cadenze lente di Fresedo con cambio di ampiezza del passo, etc..
Milonga: può essere liscia (a tempo) o traspiè (con contrattempo). La vera sfida è ballare la milonga traspiè. Si può ballare la milonga con i passi del tango però non è la stessa cosa giacché il traspiè ha certe caratteristiche particolari, come per esempio restare ben attaccati al pavimento con i rimbalzi, e la marca, alzando leggermente la dama, per realizzare i brevi movimenti laterali e la sincope (in linea o in circolo) marcando l'accento musicale in aria. La trasmissione del rimbalzo e del traspiè richiede molta pratica e questa dinamica, ben realizzata, e molto rara nelle milonghe. La respirazione è molto importante, soprattutto nella marca del traspiè.
Tango nuevo: abbraccio aperto che si chiude in determinati movimenti (come la volcada) con una dinamica basata sul contro-movimento e cambiando l'asse (proprio o comune). È uno stile molto difficile da ballare e richiede molte ore di pratica. Generalmente, è molto difficile incontrare una coppia che lo balla veramente. La maggioranza crede che balla tango nuevo e lo fa come ballare il tango tradizionale con abbraccio aperto e poca eleganza e rispetto per il ritmo e la cadenza. Colpa anche del musicalizador, che crede di essere originale nel pezzo musicale.
Tango milonguero: abbraccio chiuso, generalmente frontale e ravvicinato, la coppia forma una V verticale rovesciata e tiene il proprio asse condiviso. A meno che uno non sia un'esperto la possibilità, dei movimenti sono limitati. Un problema con questo stile è che, come si insegna generalmente in Italia, resta confinato a certi tanghi (denominati marcette in Italia). È facile riconoscere quelli di questa scuola perché ballano i tanghi intorpiditi di Fresedo o i lenti di Pugliese con questa dinamica dove risulta evidente che "tutto si balla uguale". Semplicemente è uno stile con il quale è più difficile realizzare certi movimenti (non impossibile) e per questo si adatta a certe canzoni e non ad altre. Nella piste piccole e affollate è predominante.
Tango salón: in generale l'abbraccio è a V orizzontale semiaperto con contatto totale nella parte destra dell'uomo. Permette più varietà, di movimenti che nello stile milonguero e richiede un certo spazio, anche se un esperto lo può ballare in una pista piena senza problemi. Si dice che il tango salòn si balla nei quartieri periferici di Buenos Aires come Villa Urquiza, nei luoghi dove c'è molto spazio, nel "Club Sunderland" per esempio, che ha un terreno di basket, o nel "Club el Trovador" di Vicente Lopez, che ha una pista molto ampia. Mentre che lo stile milonguero si balla in centro, dove lo spazio scarseggia, come "El Beso", (il martedì è come la metropolitana nell'ora di punta). Tuttavia, nel tango salòn originale, come nello "Stile Urquiza", non abbiamo una gran quantità, di figure, sino a che privilegiava lo stare a tempo e l'eleganza, con movimenti molto lenti e una camminata a piede piatto che equilibra il peso con l'appoggio di tutto il piede, uno stile ideale per ballerini magri e alti.
Tango fantasia o da palcoscenico: privilegia lo spettacolo, l'esibizione e la coreografia, senza improvvisazione. Si richiede tutta la pista per ballare questo stile. Quello che si vede negli spettacoli per turisti come "Señor Tango" e "El Viejo Almacén", o in spettacoli come "Tango Argentino", "Tango x 2" e "Tango Pasiòn". Ad un ballerino di tango sociale questo stile di tango non trasmette nessuna emozione, è anzi meccanico e acrobatico. Immaginiamo di veder ballare Miguel Angel Zotto al festival di "San Remo".
Però, realmente..., di tango ce ne sono due: il ben ballato ed il ballato male, lo stile non conta.
- suggerimenti:
In un livello di distinzione più avanzato incontriamo la musicalità, delle diverse orchestre e in ciascuna orchestra e ciascun pezzo musicale la possibilità, di movimento dipenda dagli strumenti musicali. Per esempio, certe fraseggi del tango richiedono il "giro", altre parti la camminata e altri ancora una pausa. Stare non è necessariamente pestare tutti gli accenti; un ballerino esperto, può saltare le battute e inserire sincopi "a piacere", fino a "ballare le pause" in tanghi marcati e con ritmo incalzante, come in D'Arienzo per esempio.
Si dice che la cosa principale per essere un buon ballerino è "camminare il tango" sul tempo. Però quando uno cammina per la via tocca con il tallone e punta ed il busto inclinato in avanti. È la maniera naturale di camminare. Si può vedere che i principianti tendono a camminare con il busto inclinato indietro, anteponendo per primo il piede. Il risultato è che ovviamente vanno a pestare la dama e per questo devi tenere il busto inclinato in avanti creando lo spazio per camminare. Semplicemente cammineremo come nella via e tutto si vedrà, naturale ed elegante, ovviamente questo richiederà, una certa pratica. Altro aspetto che vedo in pista è che si abusa della "corridas" un contrattempo in stile road-runner. Meglio ancora potremmo introdurre interruzioni senza temere il tempo che passa. Nessuno corre e se dobbiamo correre preoccupiamoci per la copia che sta davanti e non di quella che sta dietro.
(Asì se baila el tango, 1942)
Ricardo Tanturi y Alberto Castillo
Molto spesso si sente affermare qualcosa del tipo “ho perso l’equilibrio, e dunque la scarpa si è inclinata bruscamente di lato”; in realtà accade esattamente l’opposto: il tacco si inclina e diventa dunque impossibile mantenere l’equilibrio. Si osservi ad esempio la fotografia seguente: la linea delle gambe prosegue direttamente nel tacco, e la verticalità di quest’ultimo garantisce un appoggio affidabile.
Assimilare il bilanciamento trasversale è forse la cosa più difficile: tuttavia, una volta acquisita la capacità di fronteggiare gli sbandamenti di lato, questa può venir utilizzata in ogni fase del passo, senza che via sia il bisogno di modificarla continuamente.
Parte 2. - Il bilanciamento l
ongitudinale
A differenza del bilanciamento trasversale, che non muta mai, il bilanciamento longitudinale varia in continuazione lungo le varie fasi del passo. In altre parole, se da un lato il peso del corpo deve sempre cadere in linea col tacco, la distribuzione dei pesi tra tacco e punta varia continuamente.
errori ricorrenti
Errore 1: La papera
Avviene quando manca la posizione apilada corretta e incedendo avanti o dietro. Si tratta di un comportamento istintivo, che causa però un incedere sgraziato e poco elegante, assai simile a quella del noto animale da cortile
Errore 2: La sciatrice
Molte ragazze camminano (o stanno ferme in piedi) tenendo le ginocchia molto flesse per evitare un angolo troppo elevato tra la tibia ed il collo del piede. Le ginocchia sono flesse in maniera eccessiva e le natiche si trovano in posizione eccessivamente bassa ed arretrata. L’andatura che ne deriva è tuttavia assai sgraziata, mentre il continuo sforzo per mantenere questa posizione causa un rapido affaticamento della schiena e del bacino. Questo difetto è spesso associato alla “papera”.
Errore 3: La coscia di pollo
Un altro modo scorretto di calzare i tacchi alti è il cosiddetto “polpaccio da ciclista”. Molte ragazze mantengono una posizione irrigidita, poco naturale, che denota uno spasmo muscolare del polpaccio, ed in genere di tutta la gamba. Questa (come evidenziato dalla figura seguente) assume la poco estetica forma della coscia di pollo.
La parola chiave del tango e' RISPETTO, purtroppo spesso dimenticata, da professionisti e non. Rispetto per il/la partner soprattutto, ma anche per la musica e per chi ci circonda, ogni coppia ha diritto di interpretare la musica come crede, poco importa se balla apilada o cammina soltanto o prova le figura piu' difficili; la cosa fondamentale e' che faccia tutto cio' rispettando lo spazio delle altre coppie. La piu' grande responsabilita' per un Maestro di Tango e' quella di trasmettere ai nuovi ballerini il senso di appartenenza ad un gruppo da rispettare e spiegare che si circola in senso antiorario, che non si cammina all'indietro e che non si fanno volei e planei in aria se ci sono coppie vicine...E allo stesso modo, serve il rispetto per la musica; poco interessa la preparazione tecnica un tanguero qualunque cosa sappia fare, la deve fare in maniera naturale, ed essere in grado di esprimersi in qualche modo anche nel modo più semplice ché il vero tango e' quello che rispetta e si muove con la musica, e' quello che ci permette di comunicare qualcosa di nostro al partner e a chi ci guarda, e questo puo' succedere con qualsiasi stile si balli.