nessuna esperienza né ricchezza né partner potranno mai colmare nè calmare
quell'onnipresente sottile senso di incompiutezza che mi porto dentro
e che mi crea un fastidioso senso di vertigine... fino a mancarmi il respiro:
è il mio vuoto primordiale, è la ricerca spasmodica della riscoperta della mia vera essenza.
Ma l'Amore accade...e mi porterà la pace e la libertà...
In mezzo alle fitte tenebre
quell'onnipresente sottile senso di incompiutezza che mi porto dentro
e che mi crea un fastidioso senso di vertigine... fino a mancarmi il respiro:
è il mio vuoto primordiale, è la ricerca spasmodica della riscoperta della mia vera essenza.
Ma l'Amore accade...e mi porterà la pace e la libertà...
In mezzo alle fitte tenebre
il mondo era nero: nulla.
Quando un brusco strappo
- forma retta, curva forma -
la fiamma gli apre il vivere.
Vetro, quercia, illuminati
che gioia d'essere la loro,
di luce, di linee, esseredi lustro e vena viventi!
Quando la fiamma si spegne
sussistenze fuggitive,
questa forma, quel colore,
scappano.
Vivono qui o nel dubbio?
Nostalgia che sale lenta
non di luna, non d'amore
né infinito. Nostalgia
d'una brocca sopra un tavolo.
Ci sono?
Io cerco là dove stavano.
Disboscatrice di ombre
mano tentoni. Alla cieca
l'angoscia segue orme vaghe.
D'un tratto, come una fiamma
sale altissima una gioia
del nero: luce del tatto.
Giunse nel mondo del certo.
Tocca il vetro, freddo, duro,
anche il legno tocca, ruvido.
Ci sono!
La sorda vita perfetta
incolore, ne ho conferma,
sicura, buia, la sento:
realtà profonda, massa.
Quando un brusco strappo
- forma retta, curva forma -
la fiamma gli apre il vivere.
Vetro, quercia, illuminati
che gioia d'essere la loro,
di luce, di linee, esseredi lustro e vena viventi!
Quando la fiamma si spegne
sussistenze fuggitive,
questa forma, quel colore,
scappano.
Vivono qui o nel dubbio?
Nostalgia che sale lenta
non di luna, non d'amore
né infinito. Nostalgia
d'una brocca sopra un tavolo.
Ci sono?
Io cerco là dove stavano.
Disboscatrice di ombre
mano tentoni. Alla cieca
l'angoscia segue orme vaghe.
D'un tratto, come una fiamma
sale altissima una gioia
del nero: luce del tatto.
Giunse nel mondo del certo.
Tocca il vetro, freddo, duro,
anche il legno tocca, ruvido.
Ci sono!
La sorda vita perfetta
incolore, ne ho conferma,
sicura, buia, la sento:
realtà profonda, massa.
(Dono della materia - Pedro Salinas)
Non ho bisogno di tempo
per sapere chi sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azioni a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
(P. Salinas)
Non ho bisogno di tempo
per sapere chi sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azioni a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
(P. Salinas)
«Stare su una via insolita
a indagare ciò che è giusto,
non è errare; errore è dormire
o correre ciecamente» (John Donne).
“Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne”(Szymboska)
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