C’è chi ama la periferia e chi il centro. Io amo il centro. E quando dico Centro mi vengono in mente: Piazza Navona a Roma, Piazza Statuto a Torino, il Trocadero o la Place du Tertre di Montmartre a Parigi, la Piazza del Re a Barcellona.
Prendiamo ad esempio la Grand Place a Bruxelles. Ti addentri per le stradine colme di gente, di luci e di colori delle boucherie fino a ché, quasi d’incanto, non ti ritrovi in una piazzetta solitaria con una panchina tutta per te e ti senti il padrone del mondo…
Prendiamo ad esempio la Grand Place a Bruxelles. Ti addentri per le stradine colme di gente, di luci e di colori delle boucherie fino a ché, quasi d’incanto, non ti ritrovi in una piazzetta solitaria con una panchina tutta per te e ti senti il padrone del mondo…
E, a seguire Piazza della Signoria a Firenze… poi -direi tutta- Venezia (che è davvero impareggiabile in ogni angolo per la sua atmosfera sempre nuova e diversa) e piazza Colombo a Genova (con la sua vicina ‘creusa’ di campagna che da san Vincenzo sale a Corvetto).
Sono luoghi dove, girato l’angolo, ti trovi un po’ fuori dal mondo e scopri che puoi essere in una grande città e, al contempo, sentirti solo in mezzo alla natura o in un tempo ‘altro’ dove tutto si ferma, in un altrove che senti che comunque t’appartiene. E ne percepisci -con tutti sensi risvegliati- il fruscio dell’aria che ti sfiora il viso, i profumi, i colori, le atmosfere che senti essere parte di te, di quella parte intima che si porta dentro il canto della nostalgia del creato.
Ci sono giorni dove in quel pezzo di centro, così come in un pazzo pezzo di cielo, ci sei tu. Tu solo. E il cuore della città che pulsa piano come un respiro lieve. All’unisono col tuo.
Non avrei mai immaginato di ritrovare anche a Pescara il mio “centro”. Invece, proprio vicino a dove abito c’è una minuscola stradina - tra le case basse e silenziose- che mi suscita queste sensazioni magiche e, poco più in là, più in centro, un’altra stradina che s’intrufola da una grande e trafficata piazza in una piazzetta e dove puoi trovare “I luoghi dell’anima”.
Casa tua. Quella di quando eri bambina e giocavi con le tue bambole a prendere il tè delle cinque, come fanno le vere signore. E cercavi l’angolino giusto, un po’ appartato, quello con la luce un po’ più sfumata… perché avevi bisogno di parlare con loro e, soprattutto, che loro parlassero con te. E avevi l’urgenza di non farti sentire, né farti distrarre dal brusio del mondo…
Casa tua. Quella di quando eri bambina e giocavi con le tue bambole a prendere il tè delle cinque, come fanno le vere signore. E cercavi l’angolino giusto, un po’ appartato, quello con la luce un po’ più sfumata… perché avevi bisogno di parlare con loro e, soprattutto, che loro parlassero con te. E avevi l’urgenza di non farti sentire, né farti distrarre dal brusio del mondo…
Cercavi una pace nel gioco. E quella era la tua magia. Una magia in cui ogni incontro diventava importante perché potevi incontrarti con le fate ed i folletti del bosco. Allora cercavi un angolo di paradiso dove trovarti al ‘centro del tuo centro’ ed oggi io l’ho trovato. Ed é proprio qui!
"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce". (Platone)
"Erriamo non perché la verità sia difficile da vedere.
Essa è visibile al colpo d’occhio.
Erriamo perché la bugia è più confortevole".
(Alexander Solzhenitsyn)
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