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venerdì 9 settembre 2016

Evvai...a braccetto con Thanatos


Esiste un detto: "Se incontri il Buddha uccidilo” ed è vero, semplicemente perchè il divino è dentro di te. Aggrapparci a colui che identifichiamo come maestro ci porta a venerarlo come un idolo, a concentrare i nostri sforzi nell'imitarlo, a non smettere di seguirlo dappertutto. Diventa per noi la 'copertina di Linus' che ci conforta, ci aiuta a stare bene; è il nostro placa ansia sin che c'è non ci preoccupiamo e, in fondo, non del tutto viviamo la nostra vita, deleghiamo e così finiamo per non trovare mai la nostra strada.
 La rara e difficile via dell'illuminazione è assolutamente personale e, dopo aver frequentato un maestro, qualunque esso sia, bisogna abbandonarlo. Arriva un momento in cui sei costretto a dire a te stesso: BASTA! È la tua anima che te lo chiede e ti implora. L'uccisione metaforica del Buddha deve avvenire all'interno della nostra mente (che si chiama mente perché mente), non necessariamente nel cuore. Significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta o della guida spirituale. Significa essere finalmente adulti autonimi e consapevoli. Occorre abbandonare (sempre in senso metaforico) anche i genitori e tutte quelle figure paterne e materne di cui ci siamo circondati. Significa saper rinunciare al comodo ruolo di figlio, di discepolo e di eterno studente. Significa smettere di essere un Peter Pan (di cui è giusto mantenere solo l'aspetto ludico nel prendere la vita come un gioco e lo sguardo aperto alla meraviglia tipico del bambino) ma è opportuno distruggere la speranza che qualcun altro, all’infuori di noi, possa essere il nostro mentore e padrone. Perciò, se incontri un Buddha, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere legami, non essere schiavo di nessuno. Vivi semplicemente la tua vita e lascia tutte le zavorre: del passato, delle religioni, delle imposizioni, degli schemi precostituiti. Abbandona tutti i tuoi attaccamenti, tutti i tuoi lagami e sii finalmente libero e leggero. Tu sei unico e inimitabile; perciò non attaccarti a niente e a nessuno, neppure ai sentimenti -che anche quelli fanno parte della matrix- perché tutto è vanità, l'unico amore possibile è quello che trascende ed è libero, autentico e incondizionato. Lo riconosci facilmente perchè non è geloso, non è possessivo, non chiede mai, anzi, dona senza sforzo e ciò gli basta; tutto il resto è fuffa: è tutto un trucco! Non cercare l'anima gemella, il compagno/a della vita. Piuttosto ama te stesso e tutto verrà di conseguenza. Hai tutto dentro di te, se ti ami sei anche in grado di amare il tuo prossimo e ciò basta e avanza. Soprattutto impara a guardare la morte come la compagna che viaggia poco dietro di te, che ti segue da quando nasci ed è lì, alla tua sinistra (il lato del nagual) da sempre. Perciò non devi temerla; piuttosto danza con lei, gioca a scacchi con lei, parla con lei, renditela amica e alleata chè tu sei eterno e immortale proprio grazie a lei.