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lunedì 23 aprile 2012

il testimone

"La Presenza dell’io Essenziale stabile, è ciò che gli Egizi chiamano Ka e Ba, il Fisso ed il Volatile: ovvero il Daimon nei suoi due aspetti: di Anima e di Spirito. Questa Presenza testimonia della propria realtà facendosi sentire, e svelando all’individuo ciò che prima gli era nascosto. Le visitazioni del Daimon hanno lo scopo di risvegliare nel proprio Attore incarnato, l’inquietudine: una sofferenza di non potere, c0n la ragione, comprendere l’inesprimibile stato del proprio Essere Immortale.
Non ci sarebbe alcuna sofferenza, se non vi fosse, già presente in noi, un’altra possibilità esistenziale. La Nostra intelligenza cerebrale ci permette di guardarla, ma non di oltrepassare questa constatazione. É la pre-scienza di uno stato superiore all’attuale, ciò che ci permette di andare oltre. Il presentimento è il richiamo, o la vocazione della nostra anima Immortale, che si collega al razionale per il fatto d’essere uno dei Toni di Vibrazione o “Ampiezze numeriche” emanati dalla Totalità divina. Ogni Anima è un Numero-Nome Entità, con proprie caratteristiche distintive, che la differenziano da tutte le altre Anime- Entità.Essendo un’emanazione del Divino Assoluto, essa ne ha anche l’aspetto Universale. Questi due sembianti si manifestano, al momento di un’incarnazione, come i Due Testimoni di un’unica Entità: Ka e Ba. La loro manifestazione, d’ordine spirituale, è uno stato di Coscienza superiore a quello dell’animale umano. Questa è una zona che rende inquieta per la ragione, fintantoché non viene accettato il ruolo d’intermediario del Daimon: l’Io in Te o il Me nell’Io. Perché il Daimon, cosciente ed immortale, avrebbe mai bisogno di restare attaccato ad una persona mortale? Per il fatto che essa è il soggetto, da lui scelto, per conoscere l’umano. Per l’individuo umano che lo accetta, il Daimon è invece la sua occasione d’Immortalità.

Questo può essere compreso considerando che:
1. L’aspetto caratterizzato di un’Anima–Entità (il suo Testimone Permanente) non è cosciente che di sé stesso.
2. Lo scopo della sua incarnazione è di amplificare questa Coscienza attraverso l’esistenza dell’uomo, la cui coscienza innata riassume tutte le coscienze che gli sono inferiori.
3. Il Daimon è l’espressione del Testimone Permanente, ed è lui che, al momento della nascita, ha impresso in noi le sue segnature: le nostre vere tendenze.
4. L’altro aspetto della tua Anima, il tuo Testimonio Spirituale, è pura luce divina, non specificata, partecipante della Coscienza Universale. Esso ti appartiene individualmente, per quel poco che soggiorna in te, solo se il tuo Desiderio lo attira effettivamente, e se può, assieme al Ka o Daimon stabilirsi definitivamente.
Se intendi il Daimon, l’inquietudine diviene il cammino del tuo desiderio. Osa accettare il fatto, apparentemente assurdo di ascoltare il silenzio. Il Daimon è l’intermediario che può rendere intelligibile la rivelazione del Silenzio: la sua voce è quella del Testimone permanente, che s’inserisce, fra il tuo intelletto e la ragione discorsiva. Lui è la chiave del tuo problema, e conoscerlo significa uscire dal sonno in cui affondano gli Automi umani; anche i più intelligenti, che subiscono il loro destino come una fatalità...

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Il nostro corpo è il minerale grezzo, che permette la gestazione dell’Oro Satanico o Alchemico: la formazione progressiva del nostro embrione sovrumano; dal suo primo seme fino alla purezza integrale degli elementi costitutivi, che lo rendono inalterabile. Il simbolo non è un’immagine, ma l’espressione di funzioni vitali. La Pietra angolare è la Pietra Maestra del fuoco infero, il mattone fondamentale delle potenze sethiane incluse nella materia, e il cui motto è SEMPLICITÀ.
Il Daimon è il Pellegrino dello Spirito nella Natura, quello che deve soppiantare la forma materiale e sottilizzarla, trasformando il Fuoco opponente, distruttivo e separatore di Satana, in Fuoco animatore dell’Eros Cosmico. Egli lo fa in te, unificando la tua Coscienza innata e la Coscienza Spirituale.
Questo Ermete, signore del viaggio, è, per così dire, il bozzolo animato di tutto ciò che diviene; il sottile involucro tramite cui si cristallizza il corpo materiale della cosa, e ciò che gli conserverà la sua Forma Essenziale. Ciò vale per il granello di sabbia e per la Via Lattea. Hermes, che in Egitto, è Thot o Dahud, è il maestro dell’Acqua segreta. Mercurio è considerato l’intermediario degli Dei, il grande viaggiatore, colui che stabilisce la relazione costante fra le Funzioni Principali e le loro Incarnazioni terrestri.
Il conflitto è il dramma dell’attuale mondo materialista, ed è una lotta fra l’affermazione dell’ESSERE e la sua negazione, che è l’incarnazione: una sua definizione e delimitazione momentanea. Questa determinazione è la Via, condizionata da un’armonia particolare dell’incarnazione: cammino che detta i comportamenti dell’Essere che s’incarna, e dunque la Via particolare d’ogni Testimone permanente. Fino a ché un uomo non è diventato consapevole del suo Testimone Permanente, non ha conflitti, perché subisce solo gli impulsi del suo Automa. Il contrasto inizia quando il Testimone Permanente inizia a farsi ascoltare.
L’uomo è inferiore a ciò che lo domina, e le forze istintive che si chiamano Demoni, sono spesso i padroni degli esseri umani, perché essi non li riconoscono per ciò che essi sono. Che gli animali li subiscano é nell’ordine della loro natura, e questo fatto non turba l’Armonia Universale, ma che sia l’uomo a diventarne lo schiavo incosciente, è una mostruosità che i costruttori e decoratori delle Cattedrali gotiche rappresentavano con il mondo astrale dei demoni grotteschi, delle gargolle, e delle chimere sub lunari, che fanno del nostro pianeta un vero e proprio inferno terrestre.
Le forze istintive non sono né buone né malvagie, e sono l’espressione di Funzioni essenziali e cosmiche. Incarnate negli animali, esse sono inerenti alla loro natura, e questi le subiscono secondo le caratteristiche della propria specie. Soltanto l’uomo ha il potere, ed il dovere, di controllare la misura in cui può subirle, se non vuole discendere al livello animale. Le emozioni che ne risultano, possono essere messe a profitto. I timori, al contrario, sono nefasti in tutti i casi. Bisogna imparare a fronteggiarli per poterli annientare completamente.
L’uomo che diviene consapevole e capace di conoscenza, comprende la relatività del Bene, e, conoscendo la legge inesorabile delle conseguenze dei propri atti, non teme più né la minaccia di un inferno né la perdita di un qualche paradiso, ma Crede allo Spirito da cui si attende l'Illuminazione. 
Le nostre condizioni d’esistenza terrestre, dominate dalla paura in tutte le sue forme, costituiscono il nostro reale Purgatorio, perché il timore è un cancro che rode il nostro essere emotivo, rendendoci vulnerabili alle influenze malefiche. 
Chi si abitua ad una vigilanza continua, che fa della sua coscienza uno specchio che riflette tutti gli atti, i gesti, e le intenzioni, si sente il responsabile ed il solo giudice del proprio comportamento, perché la misura di questa responsabilità è quella della sua attuale coscienza. Egli non ha null’altro da temere che il peccato d’ipocrisia, che prende la forma di scusanti, o d’altre chimere che lo accecano. Chi è attento respinge ogni tentazione, non per obbedire ad una qualche legge, ma per ascoltare e seguire la voce del proprio essere spirituale, che gli suggerisce un determinato stile di comportamento e d’azione.
La stessa differenza distingue la Superstizione dalla Fede, o dalla Certezza. Tutte le chimere ed i demoni, vengono creati e formulati dal pensiero e dall’immaginazione umani; essi sussistono nel mondo emotivo (fantomatico o astrale), in cui s’inscrivono tutte le immagini visualizzate e pensate. 
Da lì esse possono influenzare il nostro corpo d’emozione, di cui è costituito il nostro fantasma, e continuare ad ossessionarci dopo la fine della nostra vita terrestre.
Questa impressione sparisce in proporzione all’illuminazione della Coscienza, ma, se queste forme sono inesistenti in rapporto alla realtà dello stato spirituale, le forze cosmiche che esse rivestono esistono, invece, effettivamente; perché esse sono la manifestazione, più o meno alterata, di vere funzioni cosmiche. Sull’uomo cosciente esse non hanno più nessuna influenza, e quanto agli ignoranti, essi devono imparare a fronteggiarle per divenirne consapevoli.
I Costumi, i rituali, e la liturgia cultuale, sono stabiliti da coloro che conoscono il valore magico delle forme, dei gesti, e delle parole: sintonici ed appropriati alle leggi Cosmiche della Creazione, ed alla comunicazione dell’uomo mortale con l’immortale ed il Divino. È la grande scienza ermetica ad essere la base di tutte le Rivelazioni. Ogni mezzo è buono per risvegliare la coscienza, e l’unica cosa da evitare è la mediocrità, che annega la coscienza nelle abitudini e non le permette di svegliarsi.
Non si tratta di paradisi aleatori, ma di uno stato di coscienza che permette, in ogni momento presente, di acquisire la consapevolezza del perché l’uomo sia venuto sulla terra, e di partecipare alla vita superiore dell’Universo. I Grandi Esseri, che ci hanno preceduto da lungo tempo, hanno provato e verificato questa possibilità, per mezzo della loro stessa realizzazione. Il frutto è una Saggezza che permette di esistere in armonia con le proprie possibilità; una Conoscenza su cui fondare delle scienze vitali che ci superano.
Il mezzo, è la fiducia nella possibilità di questo superamento dell’umano, e la prassi intensiva del coltivare la coscienza. Invoca la Danza macabra di tutte le Ego personalità Parassite, gli io obnubilati da tutti i loro piccoli scopi personali, e che si lasciano dirigere da queste forze istintive, che possono avere le forme di diavoli o di angeli bene intenzionati: ambizioni filantropiche o egoiste, impegni in disarmonia con il destino proprio o altrui; liti religiose per dei dogmi cento volte modificati, e crimini in nome dell’amore, sia umano che divino.

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La luce si comunica attraverso gli esseri che cercano e trovano sé stessi." (di M. Likar)
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angel


Angelo deriva dal greco ánghelos, messaggero, (ed in particolare messaggero della Divinità). 
Ogni Angelo Custode governa 5 gradi dello Zodiaco ed i 5 giorni dell’Anno corrispondenti questi gradi.
Ogni Angelo Custode (secondo la tradizione cabalistica ebraica) ha la propria dimora in questi cinque gradi dello Zodiaco, a partire dal grado zero del Segno dell’Ariete: da questi cinque gradi/giorno l’Angelo Custode esercita la propria influenza sulla vita quotidiana delle persone nate durante i cinque giorni della sua Reggenza e possiamo invocarlo.

Gerarchie:
1)   Coro dei Serafini                             presiede                       
Arcangelo   METATRON
2)   Coro dei Cherubini                                "                               
Arcangelo   RAZIEL
3)   Coro dei Troni                                       "                               
Arcangelo   BINAEL
4)   Coro delle Dominazioni                        "                               
Arcangelo   HESEDIEL
5)   Coro delle Potestà                                "                               
Arcangelo   CAMAEL
6)   Coro degli Angeli Solari                        "                              
Arcangelo   RAPHAEL
7)   Coro dei Principati                                "                              
Arcangelo   HANIEL
8)   Coro degli Angeli-Arcangeli                 "                               Arc
angelo   MICHAEL
9)   Coro degli Angeli-Angeli                      "                               
Arcangelo   GABRIEL
Ogni "Coro" è retto da un Arcangelo propriamente detto: la differenza che separa un Angelo da un Arcangelo non differisce, anche se
 possiamo posizionare il nostro corpo fisico nel Mondo Materiale, il corpo di un Angelo nel Mondo Emotivo-Astrale
 e quello di un Arcangelo nel Mondo Mentale

I cinque giorni consecutivi di reggenza dei 72 Angeli, a cui la tradizione ha assegna uno specifico nome,coprono un arco di 360 giorni a fronte dei 365.
La Tradizione più antica, propone una diversa ripartizione: affida cioè a ciascun Angelo la reggenza di cinque giorni esatti a partire dal 20 marzo a mezzanotte, per un totale di 360 giorni. I cinque giorni rimanenti (15, 16, 17, 18 e 19 marzo), riporta la Tradizione, erano consacrati a distinte divinità.
Dante, nella 
Divina Commedia, ha seguito questo schema e questa ripartizione.Per l'astrologia egizia i giorni epagomeni costituivano la Pentade Sacra ed erano  dedicati a celebrare il tempo sacro, in cui , ogni anno, ri-nascevano le Divinità Egizie, coincidenti con il primo giorno del nostro zodiaco della Vergine celeste in tutte le sue forme in cui è apparsa nelle varie epoche.
Questi 5 giorni epagomeni sono da considerarsi al di fuori del tempo cronologico e riservati a particolari e profonde meditazioni sulla creazione del mondo.  In questo periodo, secondo le fratellanze misteriche egizie, non vanno effettuati lavori rituali muratori.
I giorni sono:
> 24 Agosto - 1° giorno epagomeno : nascita di 
OSIRIDE
> 25 Agosto - 2° giorno epagomeno : nascita di 
HORUS
> 26 Agosto - 3° giorno epagomeno : nascita di
 SETH
> 27 Agosto - 4° giorno epagomeno : nascita di 
NEPHTIS
> 28 Agosto - 5° giorno epagomeno : nascita di 
ISIDE
Intelligenze che presiedono ai Quattro Elementi, ai quattro punti cardinali, alle quattro parti del cerchio che corrispondono agli equinozi e ai solstizi, alle quattro stagioni. 
Resta un altro giorno, consacrato al Gran Principio (Dio), e quando l'anno è bisestile ne restano due, numero attribuito alGenio dell'uomo.
Per la teologia di Orfeo, invece, i cinque giorni residui sono consacrati alle cinque divinità: Osiride, Apollo, Iside, Tifone e
Venere.
Metatron è l’Arcangelo di Kether, la prima Sephirah dell’Albero della Vita, ed è situata al culmine del Pilastro Mediano o Pilastro dell’Equilibrio, che viene attribuito all’Elemento Aria. Èil primo Sentiero ed è chiamato, nella tradizione cabalistica yerziratica, l’Intelligenza Meravigliosa o Mistica, la Più Alta Corona. È la Luce del Principio Primordiale, che non ha inizio ed è la Gloria Primeva. Nessuna creatura può raggiungere la sua Essenza.
Si tratta del punto, in cui il Non-Manifesto permette l’inizio al processo di manifestazione ed in essa vi sono contenute tutte le potenzialità di forza e di forma. Ha una natura androgina, in quanto questa Sephirah contiene in sé tutte le potenzialità di sviluppo sia maschile che femminile, essendo la Sorgente di ogni cosa.
Kether è quindi il punto di arrivo per coloro che hanno l’intenzione di tornare a percorrere il percorso di manifestazione del Devoto, risalendo dall’Albero della Vita.
Metatron, in qualità di Arcangelo di Kether, viene descritto come il solo che sia in grado di vedere l’Eterno faccia 
a faccia[vedi Libro apocrifo di Enoch (versione slava)].
Metatron presiede completamente tutto l’Albero della Vita e non è un caso che spesso viene elencato assieme aSandalphon come l’Arcangelo co-reggente della Sephirah Mlkurth, indicando che la Sua sfera d’influenza abbraccia tutto l’insieme della Sephiroth.
È uno dei due Kerub, che si ritrovano a sorvegliare 
l’Arca dell’Alleanza.
Secondo la tradizione in Kether si trova la Schiera Angelica di Chiaot ha Qodesh, che sono le Sante Creature Viventi, gli unici Esseri che possono vivere accanto all’Altissimo. Essi sono in grado di sostenere l’Universo e
sono in grado di assicurarne l’esistenza
.

I Quiliphot di Kether
 sono i Thaumiel, che si traducono in "Gemelli di Dio": le due forze in lotta, che, nelle loro dualità, spezzano l’unità perfetta della Corona e sono rappresentate come due  enormi Teste Alate prive di corpo.
Un altro nome Quiliphotico, che si attribuisce a Kether, è Kerethialm, che si traduce: ‘I Separati da Dio’, che vengono rappresentati come due
 ‘Giganti neri’Soprattutto nello Zohar di Moses de Leon, Metatron è inteso come il più Grande degli Angeli, un angelo diverso da tutti quelli che l’avevano preceduto nella tradizione giudaica.
Non è proprio un servitore di Jahvè, e nemmeno un suo messaggero; è “il piccolo Jahvè”, la seconda potenza del cielo. Il suo status ontologico è insieme divino e angelico, e rimanda agli Elohim, gli esseri divini, nel cui novero rientrava inizialmente Jahvè.
L'Altissimo Metatron > Colui che  è presso il Trono di Dio
> il Custode della 
Presenza
> la Potenza dello Spirito Santo
> Ambasciatore del Divino
> Entità superiore agli Arcangeli stessi
> Secondo solo a Dio
> il Reggente Supremo di tutte le Schiere
> il "Supervisore" del Servizio svolto dagli Angeli e dagli Arcangeli

Ancora nella Cabala ebraica a Enoch è associata e sovrapposta la figura dell’Arcangelo Metatron. Poiché “Dio l’avevo preso” ed Enoch, grazie all'intervento divino, divenne l’Angelo straordinario Metatron e inaugurò il modello dell’ascesa al cielo di Giacobbe che divenne > Uriele < e di Elia, che divenne 
Sandalphon.

 lo Scriba divino   Enoch <>Thot <> Metatron
C’è un interessante studio sul giudaismo di Cristiana Tretti: Enoch e la sapienza celeste – (Ed. Giuntina),che parla di Enoche conseguentemente anche dell’ Arcangelo Metatronal quale è legato per traslazione, risalendo sino a quello che li collega ambedue con un Adamo primordiale ed archetipo, come spiegato più avanti al punto a) [2En33,10].
Quanto poi al fatto di identificare Enoch con Metatron, C. Tretti precisa in alcune sue note quanto segue:
a) La traslazione e la metamorfosi angelica di Enoch sono invece attestate nel Targum Pseudo-Yonatan o Yerusalmi I (fine del V secolo), che aveva un carattere meno ufficiale del Targum Onqelos:
< “Enoch servì nella verità davanti al Signore, ed ecco non fu più fra gli abitanti della terra, perché fu preso e salì al firmamento per ordine del Signore, e fu chiamato Metatron, il grande scriba.”>b) Il racconto della metamorfosi di Enoch riaffiora – secondo la Tretti- nella Masseket Asilut, trattato cabalistico composto probabilmente tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo:
< “sulle dieci classi angeliche regna “Metatron, che era carne ed ossa e fu tramutato in Fuoco Fiammeggiante > 
C. Tretti dice: <A lui superiore è a quanto pare, nell’ Enoch slavo, solo l’Arcangelo Michael.>

L’autrice fa un esplicito riferimento ai testi del Sefer hekalot, nel Libro delle parabole e precisamente al testo dell’ Enoch slavo (2En.), in cui si dice quanto segue:
2En. 22,6: <Michael, il grande arcangelo del Signore, il comandante in capo, mi sollevò e mi portò davanti al volto del  Signore"
2En. 22,7<< Il Signore disse ai suoi ministri, per metterli alla prova: “Lasciate che Enoch salga per stare davanti al mio voltoe rimanga qui con me per l’eternità.”> ”. I Gloriosi s’inchinarono e dissero: “Salga!” >>  2En. 22,8: <<Il Signore disse a Michael: “Prendi Enoch e spoglialo delle vesti terrene, e ungilo di olio benedetto e rivestilo di vesti di gloria”. Michael mi spogliò delle mie vesti e mi unse d’olio benedetto. L’aspetto dell’olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento era come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra ed i suoi raggi come quelli del sole. Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c’era differenza d’aspetto.>>

2En
. 33,10: << E Io ti affiderò, Enoch, mio messaggero, alla forte guida di Michael, affinché siano custoditi tutti i tuoi scritti e quelli dei tuoi padri Adamo, Seth, Enos, Kainan, Malaleel e Jared, il padre tuo.>
2En. 67,1-3: << Mentre Enoch conversava con il suo popolo, il Signore mandò tenebre sulla terra e ci fu oscurità, e l’oscurità coprì gli uomini che stavano con Enoch. Gli Angeli si affrettarono e presero Enoch, e lo innalzarono nel cielo più alto, e il Signore l’accolse e lo pose davanti al suo volto nei secoli. L’oscurità si allontanò dalla terra e ci fu luce, e il popolo vide e comprese in che modo Enoch era stato preso, e glorificarono Dio e andarono nelle loro case.>
<Già nel corso della prima traslazione, Enoch assume caratteristiche straordinarie: non solo non sentiva più il bisogno di mangiare e dormire e aveva sembianze angeliche (2En. 22,1023,3; 56,2), ma il suo viso, esposto all’abbagliante volto divino, era diventato incandescente 
2En. 22,10
simile a uno dei suoi santi”. Non vi era alcuna differenza e non ebbi più paura>

23,3: <Uretil mi istruì per trenta giorni e per trenta notti e le sue labbra non si interruppero mai di parlare; io non cessai per trenta giorni e per trenta notti di scrivere tutte le sue osservazioni.>
56,2: <Enoch rispose a suo figlio Matusalemme: “Ascolta, figlio mio, Dio mi ha unto con il balsamo della sua gloria. Non mi occorre cibo; la mia anima non ricorda nulla dei piaceri terrestri e io non desidero nulla di terrestre, dopo essermi lanciato nel fuoco eterno”>2En. 37< Dio chiamò uno dei suoi Angeli maggiori, di aspetto maestoso e terribile, e lo pose accanto a me. La sua apparenza era bianca come la neve e le sue mani erano come ghiaccio. Aveva un aspetto molto gelido e fu lui a raffreddare il mio viso che ardeva di insopportabile luce per la visione di Dio; così come non si può sopportare un gran fuoco o il calore del sole o il gelo dell’aria.> < E il Signore mi disse: “Enoch, se la tua faccia non fosse divenuta più fredda, nessun uomo avrebbe potuto fissare il tuo viso.”
2En. 39,3-8: <(Ho visto il viso del Signore ed era incandescente come ferro arroventato nel fuoco, ferro che quando viene tratto fuori, manda scintille e brucia.> <Guardatemi negli occhi: vedete come sono pieni di messaggi per voi. Questi occhi li ho puntati in quelli del Signore scintillanti come i raggi del sole. Questi miei occhi umani sono ancora pieni di terrore.> < La vedete, figli miei, questa mia mano destra, umana come la vostra, tesa a proteggervi? Così tesa ho visto la mano destra del Signore, mano che riempiva i cieli nell’atto di benedirmi.> < Voi vedete il mio raggio di azione: è umano come il vostro. Tuttavia ho visto la forma divina del Signore che è armoniosa ed incommensurabile. Per Lui non vi è termine.> <Perciò ascoltate le mie parole, perché io ho udito quelle del Signore che rimbombavano come un immenso tuono che scuote tutte le nubi.> < Ascoltate, figli miei, le parole del vostro padre terreno. È già terribile e spaventoso trovarsi alla presenza di un principe della terra, perché egli ha diritto di vita e di morte su di voi. Molto più terribile e spaventoso trovarsi al cospetto del Re dei Re e delle moltitudini terrestri e celesti. Chi può sopportare questa paura senza fine?>

1En. 10,1-22:<< (1) Allora l’Altissimo, il Santo e l’Immenso parlò e mandò Uriel dal figlio di Lamek < Enoch > e gli  disse:
(2) Digli a mio nome: “Nasconditi”, e rivelagli che la fine si sta avvicinando: tutta la terra verrà distrutta. Un diluvio verrà su tutta la terra e distruggerà tutto ciò che vi è su di essa. 

(3) Ed ora avvertilo che egli potrà scampare ed il suo seme potrà essere preservato per tutte le generazioni del mondo.
(4) E ancora il Signore disse a Raphael: “Lega Azazel mani e piedi e gettalo nell’oscurità: fa una voragine nel deserto che è Dudael e gettalo dentro.
(5) E poni sopra di lui rocce ruvide e scabre, coprilo con oscurità e lascia velo stare per sempre e copri il suo viso cosicché non possa vedere la luce”
(6) E nel giorno del grande giudizio egli sarà gettato nel fuoco.
(7) E risana la terra che gli angeli troppo frettolosi hanno corrotto e proclama la guarigione della terra cosicché essi possano guarire la peste psichica e tutti i figli degli uomini possano non perire a causa di tutte le cose segrete che i Vigilanti hanno rivelato ed hanno insegnato ai loro figli.
(8) E tutta la terra è stata corrotta a causa delle opere che vennero insegnate da Azazel: ascrivi a lui ogni peccato.”


(9) E a Gabriel disse il Signore: “Procedi contro i bastardi ed i reprobi e contro i figli della fornicazione e distruggi i figli dei Vigilanti fra gli uomini: getta l’uno contro l’altro cosicché possano distruggersi a vicenda in battaglia, perché essi non devono avere lunga vita.”
(10) E nessuna richiesta che essi faranno per conto dei loro padri o per loro conto, verrà accolta, (essi sperano una vita eterna per sé e per i figli. Che ognuno di essi possa vivere cinquecento anni)


(11) E il Signore disse a Michael
: “Và, lega Semyaza ed i suoi associati che si sono uniti con le donne e si sono contaminati con loro in tutta la loro impurità.
(12) E quando i loro figli si saranno uccisi l’un l’altro ed essi avranno visto la distruzione dei loro cari, legali forte per settanta generazioni nelle valli della terra, fino al giorno del loro giudizio e della loro fine, finché il giudizio che vale per sempre sarà pronunciato.
(13) In quei giorni essi verranno condotti agli abissi di fuoco e al tormento e alla prigione in cui essi saranno segregati per sempre.
(14) E chiunque sarà condannato e distrutto da allora in poi sarà legato insieme a loro fino alla fine di tutte le generazioni.
(15) E distruggi tutti gli spiriti dei reprobi ed i figli dei Vigilanti, perché essi hanno maledetto l’umanità. 
(16) Cancella ogni male dalla faccia della terra, fa cessare ogni opera malvagia e lascia che la pianta della giustizia e della verità appaia e sarà una benedizione. Le opere di giustizia e di verità saranno fondate sulla verità e sulla gioia perpetuamente.


(17) Ed allora tutti i giusti verranno risparmiati e vivranno fino a generare migliaia di figli. E tutti i giorni della loro giovinezza e della loro vecchiaia si compiranno in pace.
(18) Ed allora tutta la terra sarà arata dalla giustizia, e sarà ricoperta di alberi e sarà piena di benedizione.
(19) E tutte le specie desiderabili di alberi saranno piantate su di essa e vi sorgeranno le viti che produrranno vino in abbondanza e per ciò che riguarda ogni seme che vi sarà seminato ogni sua misura ne produrrà mille e ogni misura di olive produrrà dieci spremute di olio.
(20) Libera la terra da ogni oppressione, da ogni ingiustizia, da ogni peccato e da ogni infamia, e distruggi sulla terra ogni impurità che vi è stata portata.
(21) E infatti i figli degli uomini diverranno giusti e tutte le nazioni Mi adoreranno e loderanno e tutti Mi venereranno.
(22) E la terra verrà risanata da ogni contaminazione e da ogni peccato e da ogni punizione e da ogni tormento e Io non li invierò mai più su di essa da generazione in generazione e per sempre.”>>
 
 Noi  abbiamo  un  intero  cielo  dentro  di  noi, nostra ignea forza e celeste origine: la Luna o il moto continuo  dell’anima e del  corpo, la velocità di Marte e la lentezza di Saturno, il Dio del Sole, la legge di Giove, la ragione di Mercurio e l’umanità di Venere.”

pietre che parlano...acque che suonano...



 
 "il quadrato della materia nel cerchio dello Spirito"888



n.b.queste sono tutte foto mie
File:Appari 01.JPG
La facciata, rettangolare e didimensioni notevoli in altezza, si presenta semplice e caratterizzata da un portale con arco a tutto sesto, una finestra circolare ed un campanile a vela con tre fornici. Un altro ingresso è presente lungo la parete meridionale. L'interno, a navata unica con volte a crociera, è tagliato trasversalmente da due archi strutturali ed è interamente affrescato con la tecnica della rappresentazione a fumetti e riporta scene del vecchio e nuovo testamento. Il presbiterio, probabilmente l'area più antica dell'edificio, si presenta ruotato rispetto all'asse della chiesa e di forma irregolare dovuta all'adiacenza con la parete di roccia. L'eremo è situato sul percorso che congiunge Paganica con Camarda e, dunque, sulla strada che dall'Aquila sale verso il Gran Sasso, in una posizione suggestiva all'interno di una gola, stretto tra una parete rocciosa ed il corso del torrente Raiale, affluente dell'Aterno, che costituiscono un sagrato naturale. La roccia si presenta bucata in corrispondenza del passaggio della S.S.17 del Gran Sassoche si trova sopraelevata rispetto alla chiesa.File:Santuario Madonna di Appari.JPG
p.s. queste foto sono tratte da internet

ovvero "quando le stelle fanno l'amore(come scrive Michele Proclamato) Benché il diploma di fondazione della città dell'Aquila venne sottoscritto dal figlio Corrado IV di Svevia nel 1254, i primi studi sulla possibilità di costruire una città in quel punto dell’Abruzzo, sembra si debbano al padre Federico II, grande cultore di scienze esoteriche e dell’astrologia, che fece edificare la città di Vittoria (in contrapposizione a Parma) seguendo la disposizione della costellazione del pianeta Marte.
L'Aquila fu edificata secondo la pianta di Gerusalemme, disponendo i principali monumenti sacri in modo da ridisegnare a terra lacostellazione della stella Altair. Alcuni tra i loro monumenti più importanti appaiono infatti collocati nella medesima posizione.

La fontana delle 99 cannelle con la piscina di Siloe e la Basilica di Collemaggio con Tempio di Salomone. Ponendo a confronto le piante antiche di Gerusalemme e dell’Aquila lo storico Crispomonti ha fatto notare la perfetta somiglianza della città Santa con il disegno delle mura dell’Aquila. Guardando attentamente le due piante, si notano infatti diversi particolari che sembrano collimare in modo puntuale anche in posizione invertita: il fiume Cedron scorre nell’omonima valle, come l’Aterno per L’Aquila; il monumento, denominato Piscina di Siloe, risulta localizzato esattamente come la fontana delle 99 cannelle, ambedue adiacenti ad una porta muraria. Verso nord c’è il monte del Tempio, per L’Aquila corrispondente alla Basilica di Collemaggio. Altre circostanze sembrano avvalorare le ipotesi che la costruzione delle due città sia perfettamente speculare. Le due città sorgono entrambe su colline ad un’altitudine di 721 metri per l’Aquila e poco più (circa 740mGerusalemme.  Rispetto a Gerusalemme il disegno dell’Aquila ha i punti cardinali invertiti, vale a dire che il nord corrisponde il sud. Sovrapponendo le mappe si scopre una sostanziale collimazione delle due cinte fortificate. Infatti Santa Giusta, che fu la prima delle chiese edificate, sta nel luogo della spianata del Tempio di Salomone e la Basilica di Collemaggio, sta a Sud-Est fuori le mura, esattamente nella posizione, dove a nord-ovest, al di là della piccola valle echeggiante quella di Giosafat e del Getsemani, sorge sopra un rilievo in posizione non dissimile da quella del Monte degli Ulivi, luogo dell'insegnamento del "Pater Noster" e poi dell'Ascensione. L’imperatore, come i monaci circestensi, si era convinto infatti che bisognasse trovare un nuovo "Centro vitale", spostando l’epicentro della cristianità.Fu dunque questo il progetto di Federico II, di ritorno dalla riconquistata Gerusalemme: fondare una nuova capitale spirituale europea in contrapposizione alla odiata Roma.
Gli indizi sono molteplici, a cominciare dall'ideale altamente spirituale dello Staufen, passando poi agli intensi rapporti sia con il mondo orientale, sia con i padri Cistercensi, sia con l'Ordine dei Cavalieri Teutonici e ancora per il grande interesse di Federico II per le scienze e l'astronomia.
Federico II, nel 1229, aveva appena riconquistò Gerusalemme senza guerra, né spargimento di sangue, grazie alla consolidata amicizia, che lo legava al Sultano di Damasco Al-Kamil. Tra i due c’era stata una lunga corrispondenza segreta e scambi di ricchi doni. Il risultato che ne ottenne Federico II fu il possesso diGerusalemme, Betlemme e Nazareth, uno strepitoso successo per l’epoca.
Al ritorno in Italia lo attendeva invece una guerra velenosa e strumentale, avendo Il Papa fatto diffondere la voce che fosse morto, al punto che, al ritorno del Re, il 10 giugno 1229, i brindisini rimasero sbigottiti. Per mesi vi era stata una guerra civile e militare nella convinzione della morte dell’imperatore, tutti i suoi fedeli ripresero animo. Il capoluogo dei suoi avversari era Montecassino, centro benedettino e Federico II non si perse d’ animo punendo i traditori senza pietà. Il reggente di Celano e tutti i suoi complici vennero uccisi.  In molte città vi furono sollevazioni popolari. Nella fedele Sulmona vi fu una guerriglia che culminò nell’incendio della città. In Roma fu sommossa contro il Papa ,che dovette fuggire in Umbria. Ma ci fu ancora un evento grave, di cui si tiene poco conto, che avvenne nell’inverno 1229 – 1230, quando Roma venne alluvionata dal Tevere, lo straripamento del fiume causò la morte di oltre cinquemila, ricoprendo di fango l’intera città. Un vero cataclisma, come il terremoto che ha sconvolto l’Aquila, messa come Roma, in ginocchio per molto tempo. L’Abruzzo, per la sua posizione geografica, era da tempo un crocevia di correnti religiose, economiche e politiche e forti erano le spinte per la creazione di una nuova città, che potesse raccogliere queste necessità , diventando un centro commerciale, che desse finalmente una spinta allo sviluppo economico della Regione, dedita alla pastorizia ed alla raccolta dello zafferano di una qualità eccellente, apprezzata in tutte le Corti di Europa. Ed è in questo contesto che va concepita la sua creazione. E’ quindi intorno al 1230 che un’onesta filologia dovrebbe ascrivere nascita dell’Aquila, voluta proprio da Federico II, monarca lungimirante ed abile stratega, che in molti altri luoghi, ritenuti adatti dal punto di vista commerciale o di difesa del territorio, fondò città e provvide all’incastellamento per motivi strategici di villaggi sparpagliati, ponendo i castelli ad una giornata di cammino l’uno dall’altro per garantire un rapido scambio di informazioni e di aiuto reciproco in caso di attacchi o di sommosse, organizzate dall’acerrimo ed infido nemico di sempre,il Papa.
Tra il 1230 e il 1254, nonostante la guerra aperta seguita da tregua e poi ancora da guerra, l’Imperatore svevo cercò di dare il massimo impulso e sostegno economico per la costruzione di questa nuova città nella valle dell’Aterno, ritenuto un crocevia strategico. Con Roma ormai affogata nel fango, con l’ostilità dei Cassinesi, con Gerusalemme perduta di nuovo, con l’alleanza spirituale di grandi bonificatori ed edificatori quali erano i cistercensi. Ma la morte lo colse improvvisamente, impedendogli di potare a termine questo progetto ambizioso.
Ci pensò il nipote Corradino a emanare il decreto di fondazione nel 1254, ma ha dargli il taglio decisamente esoterico fu senz’altroPietro da Morrone, il futuro Celestino V, dopo che Manfredi nel 1259 l’aveva rasa al suolo per le note traversie in cui si dibattevano gli eredi di Federico per la conquista del trono napoletano, in connessione con quelle del conflitto tra Chiesa e Impero. Solo sette anni dopo, Carlo I d' Angiò ne autorizzò la riedificazione.
Infatti, anche se gli albori dell’Aquila, progettata e voluta da Federico II e dai padri spirituali cistercensi risalgono al 1230, l’inizio della sua nuova “vita spirituale” si deve individuare nel 1266> “12-66”< , non  a caso”il numero simbolico” di Gerusalemme ed altra strana ”coincidenza numerologica”, i Celestiniani, che facevano capo a Pietro da Morrone si fecero promotori di due dei monumenti più simbolici e, altamente esoterici della città: la Fontana delle 99 cannelle, la cui costruzione iniziò nel “12- 72” e laBasilica di Collemaggio, iniziata appena due anni dopo nel 1275 e terminata nel 12- 88.


Michele Proclamato ha approfondito questa colleganza numerica,facendo presente che il numero “72” si incontra in natura ed in tante regole:
72 furono i cospiratori che tramarono contro Osiride.
72 sono i nomi di Dio.
72 sono i templi d’Angkor in Cambogia.
72 sono gli apostoli di Gesù al momento della sua morte.
72 sono gli angeli della tradizione ebraica.
72 erano le monete da pagare per l’affiliazione alla segreta Triade cinese.
72 è il numero dominante della cattedrale di Chartres.
72 furono le regole da seguire per i Cavalieri Templari.


La fontana è stata riprodotta su disegno di Tancredi da Pentima e per volere del governatore regio Lucchesino da Firenze. La sua edificazione commemora ancora oggi la fondazione dell’Aquila operata dai 99 castelli del contado.
La parte più antica è costituita dalla vasca sul fondo e da quella a sinistra, dotate rispettivamente di 40 e 23 mascheroni (sono uno diverso dall’altro e secondo la tradizione rappresentano i signorotti dei castelli) corrispondenti ad altrettante cannelle.
Le 36 cannelle del lato destro e il muro che cinge il monumento, in pietra bianca e rosa, sono stati aggiunti successivamente, quando si è consolidata la leggenda del numero 99.
Si dice che sotto un punto non ben identificato della pavimentazione sono state sepolte le spoglie dell’architetto Tancredi, giustiziato per essersi rifiutato di rivelare le sorgenti che alimentano le cannelle in modo da poter eludere le eventuali pretese dei vari castellani.  
La fontana è di fronte alla piccola chiesa romanica di S. Vito.
La Fontana si trova nel quartiere Riviera, l’area più bassa e ricca d’acqua della città, a pochi metri dalla stazione ferroviaria. Le circostanze e il motivo della sua costruzione sono ricordate dall’iscrizione in latino che compare sulla lapide murata nella parete frontale del monumento.
La nuova città gioisce ora delle acque del vecchio fiume e di quelle d'una nuova fonte. Se apprezzi quest'opera egregia lodane ogni aspetto ,ma non stupirti dell'opera e ammirane piuttosto i patroni che il lavoro e l'onestà fanno essere cittadini dell'Aquila. Nell'anno del Signore 1272".
In realta le bocche con  il volto uno diverso dall'altro sono 93, le ultime sei sono semplici tubi senza testa.
Dall'osservazione e dagli studi pronunciati sul primo monumento di cui si arricchì l'Aquila, nel 1272, e della Basilica di Collemaggio prendono forma tutti i segreti e la storia dell'Aquila.
Proclamato nel suo stimolante saggio, fa giustamente rilevare alcune  strane coincidenze. Pietro da Morrone, rappresentato dalla storiografia ufficiale come un umile eremita,  nonostante fosse conosciuto in tutte le corti regnanti d’Europa ed avesse contatti diretti e continui con l’Ordine del Tempio,  aveva seguito la realizzazione di ambedue gli edfici.
La Fontana sviluppa la sequenza 99 , mentre la Basilica appare tutto incentrata sul numero otto, non solo nella pietra, ma anche negli atti.
Infatti Pietro da Morrone,apparentemente un semplice monaco, cosa piuttosto anomala, benedisse ed inaugurò la Basilica alla presenza di OTTO Vescovi12 anni prima della sua ultimazione nel 12-88.
E, tanto per ribadire l’importanza che Lui riconosceva a questo numero, all’atto della sua elevazione al soglio pontificio nominò personalmente altri OTTO Vescovi, tutti francesi, nomi molto probabilmente suggeritigli dall’Ordine del Tempio, a meno che non avesse tenuto contatti personali.
Sempre in sintonia con il numero “8”  Celestino sceglie come ricorrenza per la sua incoronazione il 28.8, giorno in cui inaugurò la Porta Santa, la vera prima Porta Santa del Mondo. Indisse una ricorrenza religiosa, a cui da il nome di “
Perdonanza”, da tenersi il28.8 di ogni anno, senza contare “il Labirinto”, in cui si nasconde il segreto dei tre >888<












Tale persistente ricorrenza numerica non ha certo  valenze folcloristiche e superstiziose. Dimostra invece inPietro, ad un più attento studio, una conoscenza profonda dei antichi saperi ed in particolare delle teorie e degli studi di Platone e di Pitagora, incentrate appunto sulle TRE OTTAVE musicali con una visione “quantistica“ modernissima ,in cui tutto nell’Universo è Vibrazione e Suono, sintetizzato in 5 intervalli musicali, esattamente 5 intervalli di Quinta> 5/5, che si identificano musicalmente con TRE OTTAVE.
Questa vibrazione invero influenza i mari, come la singola goccia d’acqua, che a seconda delle note cui viene sottoposta, come insegna la Cimatica (la scienza che studia e descrive le reazioni dell’acqua ai suoni)  forma immagini diverse e una con 12 braccia, se sottoposta a questa nota particolare.
All‘interno di un'ottava infatti ,fra toni e semitoni vi sono, 12 note o suoni, destinati ad aumentare di frequenza a mano a mano che leottave salgono verso gli Acuti.
La cosa strana è  che nel Labirinto di Collemaggio ricorre il numero “288” , esattamente lo stesso numero di vibrazioni al secondo di un RE, sulla tastiera di un pianoforte, alla prima OTTAVA, fra gli  Acuti. Ma anche nel Rosone c’è una sequenza numerica legata alnumero 8. Ci sono infatti  “12” ruote, suddivise in 4 e 8, frazionate da “24” raggi ciascuna, per un totale di “288” raggi.
Il senso di tutto ciò - secondo Proclamato- sarebbe  custodito dalle figure poste al di sotto delleRuote, tutte in paziente attesa di essere “disposte”, secondo una sequenza millenaria egizia, che si ritrova nello Zodiaco di Dendera. dove il panorama celeste egiziano appare “sostenuto” da “12” ESSERI, posti in OTTO direzioni, i quali, con “24” braccia sostenevano i  “72” corpi celesti allora conosciuti.

Le TRE OTTAVE (888) aquilane rispecchierebbero pertantouna Legge universale, legata alla  sequenza della serie numerica “8-12-24", che è alla base di “un sapere sonicointerpretato ed utilizzato anche per la Fontana delle 99 Cannelle in cui  sono stati studiati e realizzati giochi d’acqua, che ricordano i giochi acustici assai più evidenti, ad esempio come quelli realizzati nelle stanze di Palazzo Farnese di Caprarola o, ancor meglio, nella fontana dell’”Organo” di Villa d’Este.Tale particolarità si può  percepire, ad un orecchio sensibile ed attento, anche nella Fontana delle 99 cannelle, in cui il suono si deforma  fino al suo quasi annullamento,  a  causa  dalla particolare angolazione delle mura perimetrali.  Più evidente nella parete esposta a Nord est. In alcuni punti, ad esempio, il brusio delle cannelle tende a   scomparire e a uniformarsi. 
















In altri il gioco d’acqua diventa assai più articolato e ardito. In altri ancora è evidente l’enfatizzazione del medesimo, soprattutto in prossimità dell’angolo acuto dove è presente la cannella del “pesce” o del Colapesceo dell’ uomo pesce, da molti richiamata con una funzione analoga alle pietre d’angolo basilicali, connessa alla funzione di Centro della Cristianità e del Mondo com'era negli intenti di Federico II Celestino V.
Il cavaliere, prima di entrare nella Basilica doveva purificarsi, immergendosi come un pesce, nell'elemento acqueo, seguendo un particolare rituale.Durante la notte precedente, doveva infatti trattenersi all'interno della fontana ed ascoltare il tintinnio dell'acqua , individuando tra i 99 scrosci il suono - l'unico -che lo faceva vibrare all'unisono.
Ognuna delle 99 cannelle avrebbe infatti un tono ed una vibrazione diversa, inudibile ad un orecchio normale.  Solo l'adepto ha la capacità e la preparazione per percepire la nota che tocca e fa vibrare all'unisono il suo cuore.
Se quindi il neofita desiderava vivere questa particolare esperienza, doveva essere cosciente che, se al termine di questo indispensabile momento di preparazione, non fosse riusciuto  a percepire questo particolare "ultrasuono", non era ancora pronto per affrontare l'intero percorso iniziatico, segnato sul pavimento della 
Basilica di Collemaggio.Quando si decideva di avviarsi sul sentiero di purificazione e di riequilibrio energetico, si doveva infatti assolutamente badare anon superare il livello consentito alle persone non ancora  preparate a sostenere il progressivo aumento dell'energia, che sollecita il sistema nervoso e quello sanguigno.
Non è infatti un caso che sia stato scelto il 5° livello per porre l'adepto di fronte alla scelta se proseguire o fermarsi e sospendere momentaneamente il percorso, tornando indietro a livelli sostenibili per il suo organismo e la sua psiche (vedi il capitoli "
il segreto dei tre otto" ed "il percorso iniziatico di Eddy").
Per il neofita che riusciva ad individuare la "sua" cannella, il discorso era diverso. Infatti, una volta individuata la cannella, doveva  berne alcuni sorsi e inginocchiarsi con il volto rivolto verso la cannellae meditare per tutta la notte fino alle primi luci dell'alba, riesaminando con rigore ed imparzialità la sua vita, gli errori e gli sbagli commessi, autoperdonandosi purificandosi, in modo da essere pronto per affrontare, il mattino dopo, il percorso iniziatico ed entrare nel 
Labirinto dei tre> 888<.Solo cosi ci si può immergere nelle profondità del proprio mondo interiore alla scoperta di quella gocciadi Dio che si nasconde in ogni cuore.