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mercoledì 27 marzo 2013

prendersi cura...

 ...DEL PROPRIO CORPO ENERGETICO

Gli uomini e le donne che vissero in Messico in tempi antichi, la cui competenza era trattare con la consapevolezza, credevano che gli esseri umani sono gli osservatori di un dualismo molto particolare … il dualismo tra il sé e qualcosa che chiamavano il corpo energetico. Essi consideravano il sé come un’unità olistica che comprende entrambi: il corpo e la mente, la materia e lo spirito insieme, e definirono il corpo energetico come un particolare conglomerato di campi di energia, che appartiene a ciascuno di noi individualmente, che ha la capacità di trasformarsi in una replica perfetta del sé, e viceversa …
Carlos Castaneda, Tensegrity Volume 1

Prendersi la massima e amorevole cura di noi stessi, del corpo-mente e dei suoi campi energetici, è di vitale importanza per ricollegarci con il nostro Corpo Energetico - parte essenziale di noi stessi, che si muove nei nostri sogni e agisce come esploratore e testimone della nostra vita – il nostro legame con l’infinito.
Il Corpo Energetico, diceva Carlos Castaneda, è il nostro primo vero amore, la nostra “anima gemella”, che ci chiama a compiere un desiderio, per servire uno scopo più grande di noi.
Il Se – corpo e mente inscindibilmente uniti - è il veicolo del corpo energetico sulla Terra, nel qui ed ora.
Eppure molti di noi, concentrandosi su rimpianti del passato - o su paure e fantasie per il futuro, spesso incentrate sulla falsa credenza che qualcun altro è stato, è, e sarà responsabile per il nostro benessere - danno il Se per scontato, trascurando di nutrirlo e curarlo, permettendogli di distrarsi dal suo stato naturale di presenza. È questo Se perso e trascurato, che possiamo trovare mentre strilla dalla finestra che si apre sulla strada vuota sottostante: “Non c’è nessuno là fuori che mi ama veramente?????”
I veggenti del Messico dei tempi antichi, vivendo con i propri corpi energetici come radiosi testimoni delle loro azioni quotidiane, videro che il Se è un dono da apprezzare e rispettare, da coltivare e di cui prendersi cura per il veicolo meraviglioso che è!
Così i veggenti del loro lignaggio impararono a prendersi una grande e strategica cura del proprio Se. Videro che con il movimento consapevole e con la respirazione, il corpo-mente sboccia in una unità circolante e ben coordinata; con un nutrimento fresco e di sviluppo per la vita, esso si ravviva con vitalità; con riposo e rifugio si rilassa nella facilità e grazia. Con rapporti di sostegno reciproco, si espande con fiducia.
Tale cura, equilibra le nostre galassie interne, il nostro sistema nervoso. Si può uscire dalla visione di sopravvivere nella totale paura, con la lotta, la fuga o l’apatia completa verso ogni preoccupazione, andando invece ad abitare in un luogo di calma e vigilanza. Tutto ciò rende i nostri spiriti luminosi e il nostro cuore pieno e coraggioso, uno stato molto reale da cui relazionarsi, e da cui creare; uno stato che il corpo energetico ama, e verso cui si muove.
Unitevi a noi in questa prossima serie di incontri in cui esploreremo - attraverso un processo di respirazioni e movimenti di rigenerazione, silenzio e auto esplorazione - il modo in cui possiamo dirigere nuovamente o affinare la nostra relazione con il 'sé', così che esso possa diventare un compagno amorevole e sensibile, che vada ad arricchire la nostra vita quotidiana.
In tutte queste attività il nostro obiettivo sarà quello di legarci più profondamente alla consapevolezza e ai cicli della Terra, il nostro primario stabile sostegno e insegnante di questo tipo di nutrimento amorevole che aiuta l’essere completo – Se e Corpo Energetico – a fiorire.

classi di tensegrity:
3, 17 Aprile e 8 e 22 Maggio 2013 - dalle h. 20.30 alle 22.30 Pescara
INFO: silenziviola@gmail.com 

sabato 23 marzo 2013

il magista

Ma chi è il mago? Cos’è la Magia? Come ha detto uno dei suoi principali esponenti, Aleister Crowley (che non era un satanista, mi sono stancato di ripeterlo), la Magia è sia un’Arte che una Scienza che permette all’essere umano di modificare la realtà secondo la sua vera Volontà. Il mago è pertanto colui che, in virtù di una straordinaria capacità di focalizzare l’energia mentale in un’unica direzione, riesce a provocare cambiamenti tangibili nella sua realtà: ottenere successo, piuttosto che guarire da una malattia o guadagnare più soldi.

A ben guardare, ognuno di noi crea già adesso la sua realtà, ma la crea a partire da ciò che conserva nel suo subconscio, e questo fa sì che non sappiamo mai cosa sta per accaderci. Il mago è semplicemente qualcuno che vuole crearla COSCIENTEMENTE, decidendo cosa vuole che accada nel suo futuro, o almeno in alcune aree del suo futuro. Per acquisire il potere di modificare coscientemente in suo favore una certa situazione – e questo è un punto essenziale – egli deve però prima diventare pienamente cosciente del fatto che già l’attuale situazione è stata creata da lui stesso!

Se non divento il Padrone della mia attuale realtà – e continuo invece a credere di subirla attribuendone all’esterno le cause – come posso sperare di ottenere il Potere necessario a modificarla? Il Potere di creare sta proprio in quella Responsabilità che di solito rifuggiamo.

Le tecniche proposte nel libro The Secret e in tutti quelli che appartengono allo stesso filone riguardano la correzione delle nostre forme pensiero limitanti, la focalizzazione sull’obbiettivo, il lavoro con la visualizzazione fino ad arrivare a sentirsi già in possesso di quell’oggetto o già all’interno di una certa situazione. Sono le stesse tecniche che vengono largamente usate anche in Magia da millenni.

Ma questo stadio della Magia è solo uno fra gli stadi contemplati nel percorso magico.
Le fasi del percorso umano nel suo rapporto con la realtà sono tre:

Nel primo io mi limito a subire la realtà, attribuisco le cause di ciò che mi accade all’esterno: alla sfortuna, alla crisi, ai virus, alla società, agli sfruttatori... e così via. In questo stadio sono una vittima, un lamentante; non ho nessun Potere perché metto il mio Potere nelle mani degli altri.

Nel secondo comincio a prendere su di me la piena Responsabilità per ciò che mi accade. Quindi mi sforzo di cambiare ciò che non mi piace e di concentrarmi su ciò che desidero, lavorando con la gestione delle emozioni e della mente. In questo stadio acquisisco un grande Potere, sono un mago o una maga.

Nel terzo mi affido totalmente all’Esistenza, alla Vita, a Dio... So che può accadermi solo ciò che mi serve nel momento in cui mi serve. Il mio Cuore è aperto e privo di paura e io divengo uno strumento nelle Sue mani. Ciò che desidero coincide in ogni istante con ciò che ho. I soldi, la casa, la salute, il partner... vengono spontaneamente verso di me e non devo più io andare verso di loro. Questo è il Potere di chi fa la Volontà del Padre. Chi è in questo stadio vive per realizzare una missione e non più in funzione di soddisfazioni personali. La sua massima felicità coincide con il lavorare ogni giorno per la missione... e i soldi e il successo sono solo una conseguenza, un “effetto collaterale” del mio consacrarmi alla missione.
In verità quando Magia e Alchimia vengono praticate nella loro accezione più elevata – come percorso di ritorno alla casa del Padre – conducono proprio a questo terzo stadio della Magia.

All’interno dal filone The Secret incontriamo personaggi che sono giunti a livelli differenti di questo cammino magico. Per cui ci si guardi bene dal profferire giudizi generici facendo di tutte le erbe un fascio, sia in positivo che in negativo.

Per esempio Joe Vitale, Gregg Braden, Robin Sharma e Roy Martina sono personaggi che navigano sul terzo stadio, ognuno, ovviamente, con le sue differenze. In particolare Joe Vitale in Zero Limits descrive egregiamente le varie tappe del suo percorso evolutivo. Anche Robert Dilts si colloca su questo stadio superiore: è un antico Guerriero, un leader nel vero senso del termine. Tanti altri invece sono ancora fermi alla realizzazione dei loro piccoli desideri grazie all’intensa focalizzazione... e pertanto questo – per quanto utile – è tutto ciò che sono in grado di trasmettere al loro pubblico.

Si badi che non sto affermando che Joe Vitale, Gregg Braden e Robin Sharma sono dei maestri che hanno raggiunto l’illuminazione (ammesso che questa espressione abbia un significato e non sia solo una leggenda creata ad hoc per fabbricare ricercatori spirituali...), ma che stanno perlomeno lavorando in un ordine di idee dove la loro volontà si sforza di coincidere perfettamente con la Volontà del Padre, a differenza di chi invece ha ancora bisogno di affermare la sua volontà personale nel mondo.

Il lettore di oggi è pertanto chiamato a sviluppare una buona dose di discernimento al fine di comprendere se il relatore che ha di fronte è quello più adatto alle sue esigenze evolutive.

Perché succede che talvolta questi libri sulla Legge di Attrazione sembrano non funzionare? La spiegazione è semplice: essi funzionano con me nella misura in cui la mia coscienza si trova al secondo stadio evolutivo. In quello stadio infatti è necessario che io rafforzi la capacità di modificare la realtà secondo il mio volere, per cui non verrò deluso da quelle tecniche. Devo ancora costruirmi un vero Io che sia capace di dominare il mondo ed è necessario che lo costruisca se voglio poi distruggerlo nella fase successiva.

Il problema nasce nel momento in cui io divengo pronto per andare oltre i desideri dell’Io, ossia, divengo pronto per aprire il Cuore, affidarmi alla Vita e mettere la mia volontà nelle Sue mani. Se mi trovo in questa fase di transizione da uno stadio precedente a quello successivo, quelle tecniche divengono obsolete e non mi danno più i risultati voluti, non perché quei libri e quei seminari non siano validi di per se stessi, ma perché io sono cambiato, ho giocato abbastanza con i desideri personali e sono pronto per procedere oltre.
È come se la Vita a un certo punto mi dicesse: “Non c’è più bisogno che ti focalizzi sul denaro e sul successo, focalizzati sulla tua missione... e il resto ti sarà dato in aggiunta.”

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)

http://www.salvatorebrizzi.com/2013/03/le-tre-fasi-della-magia.html
Ma chi è il mago? Cos’è la Magia? Come ha detto uno dei suoi principali esponenti, Aleister Crowley (che non era un satanista, mi sono stancato di ripeterlo), la Magia è sia un’Arte che una Scienza che permette all’essere umano di modificare la realtà secondo la sua vera Volontà. Il mago è pertanto colui che, in virtù di una straordinaria capacità di focalizzare l’energia mentale in un’unica direz...ione, riesce a provocare cambiamenti tangibili nella sua realtà: ottenere successo, piuttosto che guarire da una malattia o guadagnare più soldi.

A ben guardare, ognuno di noi crea già adesso la sua realtà, ma la crea a partire da ciò che conserva nel suo subconscio, e questo fa sì che non sappiamo mai cosa sta per accaderci. Il mago è semplicemente qualcuno che vuole crearla COSCIENTEMENTE, decidendo cosa vuole che accada nel suo futuro, o almeno in alcune aree del suo futuro. Per acquisire il potere di modificare coscientemente in suo favore una certa situazione – e questo è un punto essenziale – egli deve però prima diventare pienamente cosciente del fatto che già l’attuale situazione è stata creata da lui stesso!

Se non divento il Padrone della mia attuale realtà – e continuo invece a credere di subirla attribuendone all’esterno le cause – come posso sperare di ottenere il Potere necessario a modificarla? Il Potere di creare sta proprio in quella Responsabilità che di solito rifuggiamo.

Le tecniche proposte nel libro The Secret e in tutti quelli che appartengono allo stesso filone riguardano la correzione delle nostre forme pensiero limitanti, la focalizzazione sull’obbiettivo, il lavoro con la visualizzazione fino ad arrivare a sentirsi già in possesso di quell’oggetto o già all’interno di una certa situazione. Sono le stesse tecniche che vengono largamente usate anche in Magia da millenni.

Ma questo stadio della Magia è solo uno fra gli stadi contemplati nel percorso magico.
Le fasi del percorso umano nel suo rapporto con la realtà sono tre:

Nel primo io mi limito a subire la realtà, attribuisco le cause di ciò che mi accade all’esterno: alla sfortuna, alla crisi, ai virus, alla società, agli sfruttatori... e così via. In questo stadio sono una vittima, un lamentante; non ho nessun Potere perché metto il mio Potere nelle mani degli altri.

Nel secondo comincio a prendere su di me la piena Responsabilità per ciò che mi accade. Quindi mi sforzo di cambiare ciò che non mi piace e di concentrarmi su ciò che desidero, lavorando con la gestione delle emozioni e della mente. In questo stadio acquisisco un grande Potere, sono un mago o una maga.

Nel terzo mi affido totalmente all’Esistenza, alla Vita, a Dio... So che può accadermi solo ciò che mi serve nel momento in cui mi serve. Il mio Cuore è aperto e privo di paura e io divengo uno strumento nelle Sue mani. Ciò che desidero coincide in ogni istante con ciò che ho. I soldi, la casa, la salute, il partner... vengono spontaneamente verso di me e non devo più io andare verso di loro. Questo è il Potere di chi fa la Volontà del Padre. Chi è in questo stadio vive per realizzare una missione e non più in funzione di soddisfazioni personali. La sua massima felicità coincide con il lavorare ogni giorno per la missione... e i soldi e il successo sono solo una conseguenza, un “effetto collaterale” del mio consacrarmi alla missione.
In verità quando Magia e Alchimia vengono praticate nella loro accezione più elevata – come percorso di ritorno alla casa del Padre – conducono proprio a questo terzo stadio della Magia.

All’interno dal filone The Secret incontriamo personaggi che sono giunti a livelli differenti di questo cammino magico. Per cui ci si guardi bene dal profferire giudizi generici facendo di tutte le erbe un fascio, sia in positivo che in negativo.

Per esempio Joe Vitale, Gregg Braden, Robin Sharma e Roy Martina sono personaggi che navigano sul terzo stadio, ognuno, ovviamente, con le sue differenze. In particolare Joe Vitale in Zero Limits descrive egregiamente le varie tappe del suo percorso evolutivo. Anche Robert Dilts si colloca su questo stadio superiore: è un antico Guerriero, un leader nel vero senso del termine. Tanti altri invece sono ancora fermi alla realizzazione dei loro piccoli desideri grazie all’intensa focalizzazione... e pertanto questo – per quanto utile – è tutto ciò che sono in grado di trasmettere al loro pubblico.

Si badi che non sto affermando che Joe Vitale, Gregg Braden e Robin Sharma sono dei maestri che hanno raggiunto l’illuminazione (ammesso che questa espressione abbia un significato e non sia solo una leggenda creata ad hoc per fabbricare ricercatori spirituali...), ma che stanno perlomeno lavorando in un ordine di idee dove la loro volontà si sforza di coincidere perfettamente con la Volontà del Padre, a differenza di chi invece ha ancora bisogno di affermare la sua volontà personale nel mondo.

Il lettore di oggi è pertanto chiamato a sviluppare una buona dose di discernimento al fine di comprendere se il relatore che ha di fronte è quello più adatto alle sue esigenze evolutive.

Perché succede che talvolta questi libri sulla Legge di Attrazione sembrano non funzionare? La spiegazione è semplice: essi funzionano con me nella misura in cui la mia coscienza si trova al secondo stadio evolutivo. In quello stadio infatti è necessario che io rafforzi la capacità di modificare la realtà secondo il mio volere, per cui non verrò deluso da quelle tecniche. Devo ancora costruirmi un vero Io che sia capace di dominare il mondo ed è necessario che lo costruisca se voglio poi distruggerlo nella fase successiva.

Il problema nasce nel momento in cui io divengo pronto per andare oltre i desideri dell’Io, ossia, divengo pronto per aprire il Cuore, affidarmi alla Vita e mettere la mia volontà nelle Sue mani. Se mi trovo in questa fase di transizione da uno stadio precedente a quello successivo, quelle tecniche divengono obsolete e non mi danno più i risultati voluti, non perché quei libri e quei seminari non siano validi di per se stessi, ma perché io sono cambiato, ho giocato abbastanza con i desideri personali e sono pronto per procedere oltre.
È come se la Vita a un certo punto mi dicesse: “Non c’è più bisogno che ti focalizzi sul denaro e sul successo, focalizzati sulla tua missione... e il resto ti sarà dato in aggiunta.” (di S. Brizzi)
 


 "il lato oscuro della forza è molto potente e cerca di attrarre
con grande decisione chi cerca il lato luminoso della forza"

venerdì 22 marzo 2013

JE CROIS ENTENDRE ENCORE

Je crois entendre encore
Caché sous les palmiers
Sa voix tendre et sonore
Comme un chant de ramiers.
Oh nuit enchanteresse
Divin ravissement
Oh souvenir charmant,

Folle ivresse, doux rêve!
Aux clartés des étoiles
Je crois encor la voir
Entr'ouvrir ses longs voiles
Aux vents tièdes du soir.
Oh nuit enchanteresse
Divin ravissement
Oh souvenir charmant
Folle ivresse, doux rêve!
Charmant Souvenir!
Charmant Souvenir!




 
 
 
MI PAR D'UDIRE ANCORA da "I Pescatori Di Perle" (Georges Bizet)

Mi par d'udire ancora,
o scosa in mezzo ai fior,
la voce sua talora,
sospirare l'amor!
O notte di carezze,
gioir che non ha fin,
o sovvenir divin!
Folli ebbrezze del sogno,
 sogno d'amor!
Dalle stelle del cielo,
Altro menar che da lei,
La veggio d'ogni velo,
Prender li per le ser!
O notte di carezze! gioir che non ha fin!
o sovvenir divin!
Folli ebbrezze del sogno, sogno d'amor!
divin sovvenir, divin sovvenir!


lunedì 18 marzo 2013

il filosofo



 

E cosa sei mai tu che ti desidero 
da rimanere sveglia tante notti 
quanti i giorni che esistono 
a piangere per causa tua? 
 E cosa sei mai tu che se ti perdessi, 
nell’avanzare dei giorni 
resterei ad ascoltare il vento 
e a fissare la parete? 
Conosco un uomo più bello 
e altri venti ugualmente gentili. 
E cosa sei mai tu da diventare
 l’unico uomo del mio cuore? 
 Già, il fare delle donne è un fare sciocco 
i saggi diranno certamente, 
e cosa sono mai io, che dovrei amare 
in modo giudizioso e conveniente?

(Edna St. Vincent Millay)

giovedì 14 marzo 2013

muta



intrappoltata
tra storie di coda d'un film
senza capo
e che mai hanno inizio
e storie
senza (un) fine
mi respiro, come qust’aria dolciastra
d'essenza d'arance e di melassa,

che la testa nera gira 
e mi girano intorno
occhi ferini e cocenti
dal buio del mio abisso
due fori potenti
perforano l'anima
nessuno è più solo di me
a quest’ora

testa di morto
fumo che sale
dall'athanor spinale
brucia le spire
del serpente nascente
mentre giace
come faretra vuota, la mia pelle
e un nuovo capitolo s'invola
sull'eco di un'unica
differente preghiera,

tratti di fitta trama
sete di mare
getto improvviso di vita
mi esce dal corpo per cercare la luce,
e respirare alto e spolverare il cielo.

Caput nigrum

La profezia perduta è nella tradizione popolare romana la profezia sull'elezione di un papa nero e trae origine dal motto perduto "Caput nigrum" della profezia di Malachia. Questo motto, andato perduto durante la trascrizione delle profezie, veniva prima o dopo quello del "De gloria olivae". La "profezia perduta" è stata tramandata oralmente per secoli ed è talmente radicata nelle coscienze dei romani che all'elezione di Giovanni Paolo II, nell'udire il nome del cardinal Wojtyla la folla esclamò "il papa nero!". Lo stemma di Benedetto XVIIl motto "Caput nigrum" potrebbe collocarsi prima del De gloria olivae, ed in tal caso si attribuirebbe bene a Benedetto XVI, poiché nello stemma del pontefice è presente una testa di moro che nella tradizione bavarese è denominata "moro di Frisinga" o "caput ethiopicum". In tal caso, il De gloria olivae sarebbe il successore di Benedetto XVI, ed avremmo uno e non due papi prima della fine dei tempi. Le uniche testimonianze più "attendibili" riguardanti questa profezia sono riscontrabili nel libro "La profezia dell'ultimo papa" di Schmeig Maria Olaf, edizioni Fazi 2001.
Il viso di Ignazio di Loyola in un bronzo sull’impronta della maschera mortuaria
Per arrivare all'esistenza di questo motto perduto lo scrittore parte dalla considerazione che nella basilica di San Paolo fuori le mura, che sicuramente San Malachia visitò quand'era a Roma, dove sono presenti i medaglioni di tutti i papi a partire da San Pietro, gli spazi vuoti per i ritratti dei futuri pontefici dopo Innocenzo II (il papa vivo al tempo di Malachia e che, ovviamente, essendo destinatario della sua profezia, non è presente nella sua visione) erano 113, guarda caso uno in più dei 112 motti oggi conosciuti. Ciò significa che oggi, dopo il ritratto di Benedetto XVI, a San Paolo vi sarebbe spazio per soli altri due medaglioni. Lo scrittore, poi, collega quest'osservazione con la leggenda viva a Roma da molti secoli fino ad oggi d'un papa nero, che non nasce, come si potrebbe pensare, dalle profezie di Nostradamus (che pure vi accenna), ma da una profezia sugli ultimi papi incisa in una chiesa di Viterbo. Il protagonista del romanzo (il futuro papa Petrus Romanus) trova le ultime tracce di quest'antico elenco (direttamente derivato dalla profezia di Malachia) tra i resti di Santa Maria in Gradi, in un frammento di peperino, dov'è trascritto, in un antico codice segreto, il motto "Caput Nigrum".
Lo scrittore è stato a Roma dal 1992 fino alla pubblicazione del romanzo, ed ha condotto lunghe ricerche sulle profezie di Malachia, ma nel romanzo non si preoccupa di far capire quali elementi della sua ricerca sono stati realmente da lui trovati e quali invece da lui inventati per corroborare la trama.
Se la profezia di Malachia fosse vera, e se davvero ci fosse un Caput Nigrum prima di Petrus Romanus, essa si accorderebbe con una presunta profezia di Santa Ildegarda, che dice che negli ultimi tempi vi saranno due papi, il primo pochi giorni dopo l'elezione sarà ucciso (per gelosia da un cardinale che diverrà antipapa) e sarà succeduto dal secondo che è l'ultimo papa della storia, il più santo di tutti.
Il 13.3.13 è stato eletto papa Francesco, il primo papa Gesuita figlio di immirati italiani (il padre ferroviere astigiano e la madre genovese) in Argentina "alla fine del mondo".

mercoledì 13 marzo 2013

la dea celeste NUT

L'enneade (Ra, Thoth, Nut, Geb, Shu, Osiride, Iside, Set, Nepthis) è la “compagnia” più vicina ad Amon, la prediletta. Ma in origine ve ne erano molte altre: i Shemsu-Hor, gli Ashemu, i Sekhemu, gli Henmemet, gli Afa, gli Utennu, i Setu. Non è chiaro se tutte avessero nove o più dei, ma erano tutte formate da coppie maschio-femmina in numero pari, più una divinità che le “governava”.
Creazione del mondo secondo gli EgiziLa Creazione del mondo secondo gli Egizi
Le compagnie sono gruppi di “qualità” dell'unico dio e notevole è la loro somiglianza  con le schiere angeliche ebraico-cristiane, i cori angelici, governati dagli arcangeli, che la Qabbalah chiama “potenze angeliche” e definisce “emanazioni del dio uno”. C'è una compagnia, però, che è più antica di tutte le altre. Gli stessi sacerdoti di eliopoli la descrivono composta di nove dei, quattro maschi e quattro femmine più una divinità “reggente”. Le quattro coppie sono: Hehu-Hehut il “fuoco inestinguibile”, la massa d'aria che separa il cielo e il paradiso; Kekui-Kekuit le forze dell'oscurità, il momento che precede l'alba e il momento che segue il tramonto; Kerh-Kerhet, la cui natura è difficilmente identificabile. E infine, Nu-Nut. Da notare la strana somiglianza con i quattro principi della creazione secondo la mitologia assiro-babilonese (Apzu Rishtu, Mummu-Tiamat, Lakhmu – Lakhamu, Anshar - Kishar, Anu – Enlil), che rappresentano i quattro elementi aria, acqua, terra e fuoco.
Nut, sacrario di Nut a DenderaNut, raffigurazione nel sacrario a lei dedicato a Dendera
In tutto ciò emerge la reale natura di Nut. Nella compagnia-più-antica-di-tutte è la controparte femminile (sposa e sorella) del dio Nu. Insieme rappresentano l'Abisso, l'acqua primordiale da cui tutto proviene, che circondava il Monte Meru prima che l'Universo esistesse. E' l'acqua di vita, la “massa liquida del cielo” da cui sarebbe stata generata la terra, il cielo visibile, il paradiso, il Tuat (la valle attraverso cui le anime dei defunti possono raggiungono il paradiso, superando gli ostacoli) e ogni forma di vita. Fu spesso associata al cielo o al paradiso ma è, più precisamente, ciò che separa e collega i due. La coppia primordiale Nu-Nut nel suo insieme è dunque la Grande Madre, la stessa che compare in ogni cultura del pianeta. I due dei non sono che le sue componenti maschile e femminile, il cielo diurno e il cielo notturno. Nut continuò a divorare e partorire il sole ad ogni tramonto ed ogni alba. E conservò il suo status di Grande Madre. Come suo aspetto “femminile” ne ereditò gli attributi. Perciò fu rappresentata non solo con il corpo stellato ad arco sopra la terra, ma anche alata, in forma di mucca, come Hator e con il sole sopra la testa, come Iside, altrettanto dee madri.
 
 

 

martedì 12 marzo 2013

sulla 4 via

"gli shock esterni ti fanno tornare sempre all'essenza..."  (fra Horus)

"Voi non vi rendete conto della vostra situazione. Siete in prigione e tutto ciò che potete desiderare è di evadere. Ma come evadere? Occorre perforare un muro, scavare una galleria. Un uomo solo non può fare niente, ma supponete che siano dieci o venti e che lavorino a turno;
assistendosi l'uno l'altro, possono scavare la galleria ed evadere. Inoltre nessuno può fuggire dalla prigione senza l'aiuto di coloro che sono già fuggiti"



In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Ver-bo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste


1 Esistono sette ordini di mondi, sette cosmi creati con il po-tere del Verbo, con la Musica, con il suono:.-
il primo cosmo si trova sommerso nella Luce Increatadell'Assoluto;-
il secondo ordine è costituito da tutti i mondi dello spazioinfinito;-
il terzo ordine è la somma totale di tutti i soli dello spaziostellato
il quarto ordine è il Sole che ci illumina, con tutte le sueleggi e dimensioni;-
il quinto ordine è composto da tutti i pianeti del sistemasolare;-
il sesto ordine è la Terra in se stessa, con le sue sette di-mensioni e regioni popolate da infiniti esseri;-
il settimo ordine di mondi è formato da quelle sette sfereconcentriche del Regno Minerale sommerso, gli Inferi,sotto la crosta terrestre .La Musica —il Verbo— disposta dal Logos in sette ottavemusicali, sostiene saldo l'universo nella sua marcia:-
Primo ordine di mondi, nota ................ DO.-
Secondo ordine di mondi, nota ............ SI.-
Terzo ordine di mondi, nota................. LA.-
Quarto ordine di mondi, nota ............... SOL.-
Quinto ordine di mondi, nota ............... FA.-
Sesto ordine di mondi, nota ................. MI.-
Settimo ordine di mondi, nota ............. RE

Infine tutto torna nell'Assoluto con la nota DO.Senza la Musica, senza il Verbo, senza la Grande Parola,sarebbe impossibile l'esistenza meravigliosa dei sette cosmi.DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI, SI-LA-SOL-FA-MI-RE-DO:le sette note della grande scala del Verbo creatore risuonano intutto il creato, perché “in principio era il Verbo”.Il primo ordine di mondi è saggiamente governato dall'uni-ca legge, la Grande Legge; il secondo ordine di mondi è gover-nato da tre leggi; il terzo ordine di mondi da sei leggi; il quarto ordine di mondi da dodici leggi; il quinto ordine di mondi daventiquattro leggi; il sesto ordine di mondi da quarantotto leggi;il settimo ordine di mondi infine da novantasei leggi.Quando si parla della Parola si parla anche del suono, dellaMusica, dei ritmi del Fuoco con le sue tre battute del Mahavan edel Chotavan , che sostengono saldamente l'universo nella suamarcia.Gli pseudoesoteristi e gli pseudooccultisti menzionano soloil Microcosmo ed il Macrocosmo; citano solo due ordini dimondi, quando in realtà i cosmi sono sette, sette ordini di mondisostenuti dal Verbo, dalla Musica, dal Fiat luminoso e spermati-co del primo istante.Ognuno dei sette cosmi è senza dubbio un organismo vi-vente che respira, sente e vive.Dal punto di vista esoterico possiamo assicurare che ogniprogresso verso l'alto è il risultato di un avanzamento verso ilbasso. Non si può salire senza scendere; prima bisogna scenderee poi salire.Se vogliamo conoscere un cosmo, dobbiamo prima cono-scere i suoi due cosmi adiacenti, quello di sopra e quello di sot-to, perché entrambi determinano tutte le circostanze ed i feno-meni vitali del cosmo che vogliamo studiare e conoscere.Per esempio in quest'epoca, in cui gli scienziati lottano perla conquista dello spazio, stanno facendo degli enormi progressi—sfortunatamente perversi— nel terreno dell'infinitamente pic-colo, nel mondo atomico.

La creazione dei sette cosmi fu possibile solo tramite ilVerbo, la Parola, la Musica.I nostri studenti gnostici non devono mai dimenticare ciòche sono le tre forze chiamate Padre, Figlio e Spirito Santo.Queste tre forze costituiscono il Sacro Triamazikamno. Questesono la Sacra Affermazione, la Sacra Negazione, la Sacra Ri-conciliazione; il Santo Dio, il Santo Fermo, il Santo Immortale.Nell'elettricità queste forze sono i tre poli: positivo, negati-vo e neutro. Senza la convergenza di questi tre poli risulta im-possibile qualsiasi creazione. Nella scienza esoterica gnostica, letre forze indipendenti hanno i seguenti nomi:
Surp-Otheos, forza spronatrice, affermativa, positi
Surp-Skiros, forza negativa, di negazione, di resistenza;
Surp-Athanatos, forza riconciliatrice, liberatrice, neutraliz-zante.Nel Raggio della Creazione queste tre forze sembrano trevolontà, tre coscienze, tre unità. Ognuna di queste tre forze con-tiene in se stessa tutte le possibilità delle altre due. Ma nel loropunto di congiunzione, ognuna manifesta solo il suo principio: ilpositivo, il negativo o il neutro.È interessantissimo vedere le tre forze in azione: esse siseparano, si allontanano e poi si rincontrano per formare nuoveTrinità che originano nuovi mondi, nuove creazioni.Nell'Assoluto le tre forze sono il Logos Unico, l'Esercitodella Voce dentro la grande unità della vita libera nel suo movi-mento.

Il processo creatore della sacra Triamazikamno CosmicaComune iniziò con il connubio sessuale della Parola poiché: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mez- zo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esi-ste"


Ogni cosa dalla sommità alla profondità dell'Universo è creata e connessa alle altre dalla doppia azione della Legge del Tre e della Legge del Sette


In accordo con la sacra Legge dell'Heptaparaparshinokh (laLegge del Sette), si costituirono nel Caos sette templi per la co-struzione di questo sistema solare..In accordo con la sacra Legge del Triamazikamno (la Leg-ge del Tre), gli Elohim si divisero in tre gruppi dentro ad ognitempio per cantare in accordo con la Liturgia del Fuoco.Il compito di fecondare la Prakriti, cioè il Caos, la MadreCosmica, il Grande Ventre, è sempre opera del sacratissimo Te-omersmalogos, la terza forza.Dentro ad ogni tempio i tre gruppi si organizzarono in que-sto modo:1. un sacerdote,2.una sacerdotessa,3. un gruppo neutro di Elohim.Se consideriamo il fatto che gli Elohim sono androgini, èchiaro che dovettero polarizzarsi a volontà in forma maschile,femminile e neutra, in accordo con la sacra Triamazikamno Co-smica Comune: il sacerdote e la sacerdotessa davanti all'altare e,nel pianterreno del tempio, il coro androgino degli Elohim.


L'Enneagramma (dal greco "ennea", nove, e "gramma", disegno) si sostiene sia un simbolo antichissimo. Pare che risalga al tempo dei "Sufi", progenitori dell'odierna religione islamica, ma vi sono prove che fu tramandato da culture ancora più antiche dell’Asia. Anche se sono molti coloro che affermano che l’ennegramma sia rimasto sconosciuto per secoli, almeno in occidente, lo stesso uomo vitruviano di Leonardo lo smentisce.Questo simbolo viene usato come speciale strumento per comprendere il meccanismo di ogni sistema relativamente chiuso, come il sistema solare e le leggi che lo governano, il funzionamento dell'organismo umano, degli organismi vegetali, ecc.


 

Geometricamente è composto da un cerchio suddiviso in nove parti uguali (da qui il nome) e la sua costruzione è molto particolare: una volta suddiviso il cerchio, occorre numerare i punti in senso orario da 1 a 9 e inscrivere un triangolo equilatero avente come base i punti 3 e 6. L'unione degli altri punti deriva da un calcolo molto semplice: se si divide il numero 1 per il numero 7 si ottiene il numero 0,142857142857..., numero periodico di periodo 1 4 2 8 5 7 ripetuto all'infinito. I punti restanti da collegare sono proprio questi sei numeri in questa successione. Questo simbolo è anche chiamato "legge del Nove" ed è considerato la fusione della "legge del Sette" (nota col nome di Heptaparaparshinokh) con la "legge del Tre" (Triamazikamno sacro); la sovrapposizione è evidente.
Il tre crea ed il sette organizza, è questa la natura dell’universo che questo splendido simbolo cerca di trasmetterci. La prima legge del Heptaparaparshinokh serve a studiare ogni processo in cui un fenomeno integrale (come il raggio bianco della Luce o del Suono) è composto sempre di sette parti indipendenti (i sette colori in cui si suddivide la luce, le sette note intere in cui si suddivide il suono); la seconda del Triamazikamno sacro, come già più volte detto qui, indica come ogni fenomeno, dal più piccolo (atomo) fino al più macroscopico (stelle, Soli, ecc.), sia sempre generato e tenuto in vita da tre forze o parti dette "Positiva" o di affermazione, "Negativa" o di resistenza, e "Neutralizzante" o di conciliazione. L'enneagramma rappresenta ogni processo che si mantiene da solo per auto-rinnovamento: per esempio la Vita. I.N.R.I. Ignis natura renuvatur integra, la natura si rinnova per mezzo del Fuoco, chi è il fuoco?
Per questo Gurdjieff lo definì "il moto perpetuo ed anche la pietra filosofale degli alchimisti". Egli disse anche: «La conoscenza dell'enneagramma è stata preservata per molto tempo in segreto e se adesso, per così dire, è resa disponibile a tutti, è solo in una forma incompleta e teorica della quale nessuno può fare alcun uso pratico senza istruzioni da parte di chi sa». Successivamente sono stati diversi coloro che hanno tentato di utilizzare questo simbolo come tecnica psicologica creando una corrispondenza tra i nove numeri e nove "tipi" immaginari in cui il soggetto è chiamato ad identificarsi. Nulla a che vedere col suo autentico ed originale scopo esoterico.
Invece che insegnare a liberasi della personalità, della falsa personalità, per trascendere e uscire dalla dipendenza dei sistemi del mondo, l’enneagramma viene oggi diffusamente utilizzato, in modo del tutto arbitrario, per insegnare effettivamente ad adattarsi ad essi ed anzi utilizzare aspetti peculiari del proprio carattere per trarre un vantaggio dalle relazioni col gli altri o per conseguire successo, abilità, profitto e chissà cos’altro. La portata di questo meraviglioso simbolo è invece evidente se si osserva lo schema di lato proposto (the 3 stellations).
Oltre al dato di fatto che non vi sono prove scientifiche che questo metodo fornisca risultati apprezzabili, non vi è nemmeno alcun genere di documentazione riguardo all'uso dell'Enneagramma (da parte dello stesso Gurdjieff ) come classificatore di personalità. Il primo a generare il pasticcio è indubbiamente il discepolo di Gudjieff, il signor Ouspensky. Non è mio interesse sollevare la vexata quaestio del tormentato rapporto tra Gurdjieff e Ouspensky, i cui nomi vengono spesso accostati come se fossero allo stesso livello, anziché essere collocati, in quanto maestro e allievo, su due piani differenti. E’ importante però sapere che dopo l'allontanamento dal maestro, Ouspensky continuò per conto proprio un lavoro di interpretazione riduttiva (dal mio punto di vista) in senso filosofico del cosiddetto 'Sistema', equivocando, come ampiamente esposto nel mio precedente libro “matrix, una parabola moderna” al capitolo “ti apparirà tutto assurdo!!!”, anche molti degli insegnamenti ricevuti, come quando ad esempio confuse ed attribuì i poteri ipnotici e orribili del serpente discendente Kundabuffer alla Divina Madre del Cristo: Madre dei sette centri, che riposa nell’armonia dell’ottava, “Santo Alito, Immacolato Soffio”, che - “purifica le ghiandole interne, dove esiste, il ritmo della mia vita!”.
L’allontanamento fu principalmente determinato proprio dalla sua eccessiva predisposizione a teorizzare tutto quello che gli veniva insegnato. Ad ogni modo ed ad onor del vero gli appunti di Ouspensky costituiscono un documento estrema­mente raro e prezioso. L'allievo descrive l'insegnamento e l'attività del maestro meglio del maestro stesso. Il libro (d'ora in avanti abbreviato in Frammenti) è perciò più adatto come introduzione alle dottrine di Gurdjieff rispetto al Belzebù, che è il primo dei tre libri di Gurdjieff. Secondo quanto teorizzato quindi da Ouspensky sull'Enneagramma, ognuno di noi percepisce la realtà attraverso una lente (a seconda della sua personalità o tipo) che spesso ne altera l'oggettività, e fino qui niente di strano.
Attraverso la scoperta e la conoscenza del proprio tipo e quindi della propria compulsione si può progressivamente ignorarla, con impegno e costanza, e migliorare così il proprio comportamento, la visione di sé stessi e le relazioni interpersonali. Solo molto più tardi Oscar Ichazo[1] e Claudio Naranjo[2] confezionarono una tecnica sperimentale simile basata sugli studi di Ouspensky ed alcune dubbie visualizzazioni. A causa di Naranjo, la conoscenza e lo studio dell'enneagramma ha trovato terreno fertile negli Stati Uniti e in certi casi anche poi in Europa. In poche parole ad un certo punto, a seguito di questa teorizzazione di Ouspensky, sono venute in cascate tutta una serie di reinterpretazioni che dal mio punto di vista hanno svilito il valore e l’utilità del lavoro del maestro Gurdjieff.
Psicologi, psicoterapeuti, PNL, Neuroscienze, Jung, scuole di Reiki, ed altri si sono buttati a capo fitto su questo simbolo, inventandosi, sempre secondo me ovviamente, di sana pianta tutta una dottrina che non ha più nulla a che vedere con ciò che insegnava monsieur Gurdjieff. L’elemento di inganno o trappola psicologica veramente dannosa di queste nuove dottrine è l’introduzione dell’idea che è possibile migliorare il carattere, che è la Falsa Personalità, sottintendendo di fatto la possibilità di imparare a gestire le relazioni interpersonali nonostante l’ego vivo in noi ed ottenere una qualche utilità dai sistemi del mondo. Per quanto finora l'enneagramma della personalità non è stato riconosciuto come un concetto scientifico, l’introduzione di questo limitato uso rende più difficile la trasmissione della vera conoscenza ai più.
Se G. insegnava a svegliarsi, studiare la psicologia del carattere non ha nulla a che vedere con questo nobile intento. Su internet è possibile trovare addirittura un test che vi permetterebbe di individuare che tipo di personalità siete e relativi consigli su come sviluppare la tal personalità. Ci sono anche corsi di formazione professionale dove si insegna ad utilizzare l’enneagramma per migliorare la nostra “performance” lavorativa e chissà cos’altro. Non vi dico quale genere di pena mi viene nell'osservare tutto questo. Sonno, sonno, solamente sonno della coscienza….
L’ennegramma non stabilisce nessuna Psicologia del Carattere o tipo, si tratta di un semplificazione che non porta a svegliare e morire, ma anzi a crogiolarsi nell'illusione di poter sviluppare un qualche genere di qualità o facoltà stabilite da uno schema, che mi lascia veramente inorridito sul grado di addormentamento che vuole diffondere.
"La disarmonia del suo funzionamento soggettivo, dovuta alla asimmetria relativa all'insieme del processo del sacro Heptaparaparshinokh, consiste in questo: Se il processo della sacra legge avviene in presenza di numerose "vibrazioni prodotte da cause esterne", il suo funzionamento produce unicamente risultati esterni. Se lo stesso processo avviene in condizioni di calma assoluta, in totale assenza di "vibrazioni prodotte da cause esterne", tutti i risultati della sua azione rimangono all'interno della concentrazione in cui avviene il processo, e questi risultati sono percepibili all'esterno solo per contatto diretto e immediato. E se nel corso del processo non prevale nessuna di queste due condizioni diametralmente opposte, i risultati della sua azione di solito si dividono fra esterni ed interni." da Racconti cap. "Il santo pianeta purgatorio"

L'enneagramma non solo è la raffigurazione della creazione stessa, ma descrive i processi di risveglio e sonno dell'uomo, i punti di rallentamento ("stopinder") di cui parla il signor Gurdjieff nel capitolo il "santo pianeta purgatorio" sono occupati dal triangolo, a dimostrazione che se il triangolo c'è, ovvero Mente/Pensiero (3), Anima (6) e Spirito (9), e per esserci deve esserci "Coscienza", auto-coscienza, allora tutto fluisce tutto scorre ed i risultati della sua azione rimangono all'interno della concentrazione (racchiusa nel cerchio dell'enneagramma).
Il triangolo è "Dio", l'immanifestato, e l'uomo animico è il suo riflesso, il triangolo è l'uomo nella sua triade principale, le parti autocoscienti del suo "essere"; "Dio" nel microcosmo uomo è l'essenza. L'enneagramma pertanto così come si configura significa che se l'Essenza, la triade, collabora, è cosciente, è cioè presente ci nutriamo delle impressioni più sottili che sono in risonanza con essa e questo genera l'attivazione dello sviluppo, l'attivarsi cioè di tutte quelle trasformazioni che gli permettono di sviluppare una "Coscienza"; quando interrompiamo le nostre "rappresentazioni" e cioè i vari tipi, personalità o altro, allora iniziamo realmente a vedere e nutrirci di quella frequenza delle impressioni superiore alla visione intellettuale rappresentata da G. con l'idrogeno H48 e che nella citazione prendono il posto di "vibrazioni prodotte da cause esterne".
Ecco perchè il lavoro inizia e finisce con la "presenza", cosa non può essere spiegata ma solo trasmessa, proprio come insegna Guenon nel suo libro sull'iniziazione quando parla della "trasmissione". Il resto sono tutte banalizzazioni che alimentano solo un gran bello stato "mentalista" che G. chiama nei suoi libri psichismo. 




[1] Oscar Ichazo*, nato nel 1931 in Bolivia, scopre a 19 anni il libro di P. D. Ouspensky (diretto conoscente di Gurdjieff), "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" e "Tertium Organum" e partecipa a Buenos Aires alle attività di un gruppo apparentemente collegato con Gurdjieff. Qualche anno dopo, secondo le sue dichiarazioni, per intercessione di Metatron, l'Arcangelo Gabriele, visualizza l'Enneagono (questo il nome che preferiva dare all'enneagramma, nonostante sia la definizione di una figura geometrica simile ma ben diversa dall'enneagramma) e dal 1955 comincia a condurre gruppi, fondando in seguito l'Istituto di Gnoseologia di Arica in uno sperduto villaggio cileno sul confine desertico con il Perù. La sua attività non fu mai approvata da Gurdjieff, come egli dichiarò e poi smentì.
[2] Claudio Naranjo*, psichiatra cileno, ha proseguito il percorso tracciato Ichazo.


Ottava di trasformazione Frumento → Pane




L'Ottava Frumento → Pane, come tutte le ottave, presenta due semitoni in corrispondenza dei rapporti FA/MI e DO2/SI.
In questi due intervalli diminuisce l'incremento della frequenza e l'energia subisce un indebolimento (nella scala musicale naturale i due semitoni presentano un decremento di circa la metà). Perché l'ottava non degeneri, si rende necessario l'apporto di energia esterna, un impulso che rinforzi l'onda al 1° semitono: si ottiene mediante l'innesto di un'ottava laterale. Nel nostro caso le tre ottave laterali apportano energia rispettivamente dall'Acqua (per l'Impasto), dall'Aria (per la Lievitazione) e dal Fuoco (per la Cottura). Esse altro non sono che i "canali" attraverso i quali avviene lo scambio di materia e di energia tra il sistema in evoluzione e l'ambiente esterno.
I suoni consonanti che formano l'accordo maggiore DO MI SOL SI, con il Pane nel ruolo di settima dominante, corrispondono alle tappe più significative del processo, separate ciascuna da una "morte" che segue ad una trasformazione irreversibile. Il chicco di grano muore per diventare Farina. Questa muore per diventare Pasta in lievitazione, con una scoria gassosa (CO2). La Pasta muore per diventare Pane, con perdita di gas e di vapore.

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"In verità, soltanto l'uomo che possieda i quattro corpi completamente sviluppati può essere chiamato Uomo nel pieno senso della parola. Così, l'uomo compiuto possiede numerose proprietà che l'uomo ordinario non possiede. Una di queste proprietà è l'immortalità. Tutte le religioni e tutti gli insegnamenti antichi contengono l'idea che con l'acquisizione del quarto corpo l'uomo acquista l'immortalità; e tutte indicano delle vie per acquisire il quarto corpo, ossia l'immortalità."
Gurdjieff


Il termine "Quarta Via" è stato introdotto dalla straordinaria personalità di George Ivanovich Gurdjieff ed indica una nuova modalità di crescita e realizzazione spirituale al di là della Legge del tre - triamazikamno o delle tre vie tradizionali (la via del Fachiro, la via del Monaco, la via dello Yogi); è una via che - contrariamente alle prime - non richiede la rinuncia alle normali condizioni di vita e l'abbandono di famiglia e società. non può esserci sviluppo globale dell'essere senza percorrere una delle seguenti vie di realizzazione:
1) Via del Fachiro. E' la via di chi lotta contro i limiti del corpo fisico, attraverso prove dure, estenuanti e di terribile sofferenza (stare in piedi immobili nella medesima posizione per mesi o anni; oppure sedersi con le braccia tese, su un sasso nudo in qualsiasi condizione climatica; o ancora tenere le gambe nude in un formicaio, ecc...) ed arriva così a sviluppare uno straordinario potere di volontà sul fisico, il primo corpo.
2) Via del Monaco. E' la via della fede, del sentimento religioso e del sacrificio. E' una Via molto lunga di lavoro su di sé incentrato però per lo più sul secondo corpo, quello legato ad emozioni e sentimenti, sottomettendo tutto ad un'unica emozione devozionale (la Fede).
3) Via dello Yogi. E' la via della conoscenza e dello sviluppo dell'intelletto, il terzo corpo, e che deve però essere completata dal lavoro sul fisico e sulle emozioni (sebbene si abbia l'indubbio vantaggio di aver molto chiara la propria posizione e di sapere ciò che manca per la completezza e dunque quale direzione seguire).
La Quarta Via (4) non possiede una forma definita e dottrinale e molti negano addirittura la sua esistenza; il fulcro di tutto il lavoro sta nella richiesta di comprensione che si chiede all'adepto, in quanto tutto deve essere compreso e verificato, senza alcuna accettazione fideistica.
Sebbene non richieda di abbandonare le usuali situazioni di vita ordinaria necessita comunque di una precisa preparazione e di eliminare dal quotidiano tutte quelle condizioni che renderebbero il lavoro impossibile Il metodo del lavoro sta nella simultanea attenzione a tutti gli aspetti dell'essere (mentre si lavora sul corpo fisico, bisogna lavorare simultaneamente sul pensiero e sulle emozioni; lavorando sul pensiero, bisogna lavorare sul corpo fisico e sulle emozioni; mentre si lavora sulle emozioni, occorre lavorare sul pensiero e sul corpo fisico); ogni aderente a questa via deve fare solo ciò che gli è necessario e nulla che sia per lui inutile (si viene così ad eliminare tutto il superfluo che nelle altre vie si è mantenuto per tradizione). Gurdjieff definisce la quarta via come la via dell'uomo astuto, di colui cioè che conosce un segreto che gli altri non conoscono ("In che modo 'l'uomo astuto' abbia appreso questo segreto, non si sa. Forse l'ha trovato in qualche vecchio libro, forse l'ha ereditato, forse l'ha comperato, forse l'ha rubato a qualcuno. Fa lo stesso. L'uomo astuto conosce il segreto, e con il suo aiuto supera il fachiro, il monaco, lo yogi").
Nella personalità anticonformista e rivoluzionaria di Gurdjieff è possibile ravvisare delle similitudini attitudinali con IJP Appel Guéry, non a caso entrambi hanno operato per trasmettere delle conoscenze fuori dall'ordinario e con metodiche anch'esse del tutto extra-ordinarie, non di rado provocatorie nei confronti di chi si ostina a mantenere degli schemi di pensiero orizzontali e limitanti, sconnessi da un piano di verità superiore.
Le linee del lavoro secondo Gurdjieff sono tre: 1) Lavoro per e su se stessi; 2) Lavoro con e per gli altri; 3) Lavoro per l'idea del lavoro stesso.
La prima linea di lavoro utilizza come strumenti i movimenti ritmici e le Danze Sacre, dove si richiede lo sforzo di separare l'attenzione e di ricordarsi di sé, operando spesso in contemporanea movimenti contrastanti tra loro. All'inizio è importante non fare alcun tentativo di cambiamento, ma solo osservarsi ed accettarsi, si potranno così cogliere i meccanicismi del proprio modo di essere sul piano fisico, emotivo e mentale fino a che sarà possibile conoscere istanti di pieno "ricordo di sé". Associati alla musica i movimenti permettono il lavoro, in contemporanea, del centro emotivo (stimolato dalla musica stessa), del centro intellettuale (che deve tenere il conto dei movimenti) e del centro motorio-istintuale (che deve lottare contro tutte le inclinazioni fisiche personali).
La seconda linea di lavoro aiuta a diventare consapevoli del proprio modo di rapportarsi agli altri; si basa sull'osservazione degli schemi delle proprie reazioni emotive e sulla necessità della non espressione esterna delle emozioni negative (mantenendone però l'osservazione interna) che innesca una dura lotta tra essenza e personalità, fino al graduale crollo degli schemi emotivi meccanici della personalità. In questa seconda linea vige la regola della collaborazione tra i membri del gruppo nei vari tipi di lavoro fisico, artigianale, artistico che il gruppo stesso intraprende.
Con la terza linea di lavoro si sviluppa la crescita o l'acquisizione personale mediante il servizio disinteressato; qui l'iniziativa personale è consentita e incoraggiata.
Un altro cardine importante degli insegnamenti gurdjieffiani è la Legge delle Ottave (o Legge del Sette - heptaparaparshinokh), che descrive il modo in cui gli eventi naturali si sviluppano ed evolvono (dal meccanicismo alla consapevolezza) oppure il modo in cui involvono e decadono. Questa legge è rappresentata nella scala musicale (e nell'enneagramma) ed ogni nota corrisponde ad un evento nella sequenza naturale; esistono due soluzioni di continuità tra Mi-Fa e tra Si-Do - poiché mancano i semitoni - e ciò può determinare un'interruzione o una deviazione, a meno che non arrivi uno shock dall'esterno dell'ottava stessa: si definisce infatti "shock gurdjieffiano" un evento imprevisto, improvviso ed acuto che ci lascia da una parte esterrefatti ed in difficoltà, ma al contempo ci dona la possibilità di un salto di consapevolezza.
INTERVALLO MI-FA: è il primo intervallo in un'ottava ascendente; può ad es. essere rappresentativo del lasso di tempo che intercorre tra la preparazione di un progetto e la sua effettiva messa in pratica; normalmente questo intervallo si supera con più facilità di quello Si/ Do.
INTERVALLO SI-DO: è l'intervallo alla fine di un'ottava ascendente e può ad esempio essere rappresentativo della lotta necessaria per portare a termine un progetto e per completare tutte le questioni lasciate in sospeso quando si vuole chiudere un ciclo di attività.
Gurdjieff ricorre spesso a simbologie numerologiche per descrivere la realtà, ad es. l'universo viene descritto come composto da piani successivi ciascuno includente i livelli soggiacenti: dall'Assoluto esiste quindi un raggio di Creazione che finisce nel piano della Terra e della Luna e che è suddivisibile nei livelli 3, 6, 12, 24, 48, 96, i quali riflettono l'aumentare della complessità e della meccanicità dell'esistenza (il Mondo 96 è il livello della falsa personalitá; il Mondo 48 della vera personalitá; il Mondo 24 dell'essenza; il Mondo 12 del centro emozionale superiore; il Mondo 6 del centro mentale superiore).www.riflessioni.it/enciclopedia/gurdjieff.htm - www.quartavia.org

venerdì 8 marzo 2013

soleluna: come diventare finalmente follemente folli



Solitamente sono estroversa e 'caciarona', ma ho spesso bisogno di ritirarmi, di stare da sola e di trovare il modo di riappacificare tutti gli inquilini del condominio, di ascoltarli, di onorarli ... e questo non si può fare quando si è sempre 'nel mondo'...
Ho bisogno di avere i miei tempi, i miei spazi...
Vorrei fare mille cose... Sono insaziabile, insaziabile di esperienza e di conoscenzza...come se non avessi mai abbastanza tempo**, vorrei correre verso la meta... ma la meta poi spero sia ancora lontanissima e lunghissima per me, perchè ho capito che la vera meta è la morte*...una morte a cui arrivare in piena consapevolezza, la consapevolezza di aver fatto il percorso che collima con quello che il nostro diamon aveva deciso per noi, ma il bello è assaporare il viaggio e nel viaggio c'è la vita, che spesso nei momenti del quodidiano sono automatici, inconsapevoli, ed è solo un sopravvivere, ma nel viaggio ci sono anche attimi di consapevolezza che comprendono anche le soste e in questo stato dello 'stare' ci appaiono sprazzi di verità perchè sono vive, sono delle vere benedizioni.
Voglio vivere di attimi di consapevolezza...da attore e non da comparsa...dentro questo film che mi sono creata...con le persone di cui mi sono circondata... con le emozioni che mi suscittano...per arrivare ad esercitare la piena volontà del mio essere, per crescere, cioè per scendere sempre di più fino a riscoprire l'umiltà del dono d'amore inconddizionato, per arrivare alla libertà del non attaccamento, alla piena autonomia...alla mia divinità.

*La vera meta non è il risveglio o l'illuminazione...ché quelle si trovano -prima o poi- lungo il cammino, ma non bastano: occorre avere la morte per compagna ed imparare anche a colloquiare con lei, a ballare con lei a rendercela amica e sorella.
**Naturalmente quando mi esprimo, sono ancora soggetta a parlare in termini di Kronos, quindi nel senso di avere un tempo davanti a me...ché quando siamo davvero nella consapevolezza dell'hic et nunc, ci troviamo già nel Kairos quindi in quel non tempo/no luogo, in quell'altrove che è qui... laddove tutto è fermo ed è già compiuto e dove tutto è moto dove tutto si crea e si compie in eterno. Ivi dimora la santa riconciliazione.

"In ultima analisi contiamo solo in virtù dell'essenza che incarniamo, se non la realizziamo, la vita è sprecata." (C. G. Jung)

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«La vita vola via come un sogno e spesso non riesci a far nulla prima che ti sfugga l’istante nella sua pienezza. Per questo è fondamentale apprendere l’arte del vivere, tra tutte la più ardua ed essenziale. Colmare ogni istante di un contenuto sostanziale, nella consapevolezza che esso non si ripeterà mai più come tale»


 
Sole e luna sono simboli dell'alchimia del vostro essere. La luna indica il femminile che esiste dentro di voi; il sole indica il maschile. La luna è l'intuizione; il sole la ragione. La luna è yin; il sole è yang. La luna è la pace, il silenzio; il sole è energia, vitalità. La luna è morte, sogno, immaginazione; il sole è risveglio, vita, logica. Quando la luna e il sole si incontrano dentro di te, vivi un'esperienza straordinaria: sperimenti l'unione dell'unicità, la unio mystica. Quella è la meta di tutti i mistici: l'incontro interiore del sole e della luna. Questo è il vero incontro dell'uomo e della donna.

Il sesso è una piccola morte, e proprio per questo è in grado di donare gioia. Per un istante ti perdi, e quell’istante è l’orgasmo. In quell’istante sei pura energia, che vibra e pulsa. Senza centro, senza un ego. Esci da te stesso, diventi vasto, immenso. Non sei più separato dall’altro, e questo ti dona una grande gioia, sebbene il tutto duri un solo istante. Dopo cadi in una profonda frustrazione, perché quell’attimo è stato fugace, e desideri poterlo rivivere. E ogni volta tocchi un culmine, una vetta assolata, ma solo per ripiombare in un’oscurità profonda, nell’abisso. Stava accadendo qualcosa, ed è accaduto senza che tu riuscissi a coglierlo, ed è già perduto. Per questo il sesso è la più grande delle seduzioni e la più grande delle frustrazioni. La via del Tantra coniuga sessualità e spiritualità: ti completa, elimina quel senso di frustrazione che ti lascia eternamente inappagato. L’attitudine tantrica rispetto al sesso si fonda, sul presupposto che non è un bisogno, ma un’esperienza cosmica, una liberazione, un ritorno alla nostra realtà suprema, una delle più alte forme di meditazione. Nel nostro mondo accade esattamente il contrario: non si sa più amare, si gode solo della conquista, si fa l’amore per dimostrare la propria potenza, per avere una conferma del proprio fascino, per gratificare il proprio ego. Il tantra invece afferma che il sesso offre un istante di assenza dell’ego, di assenza di tempo, un istante di meditazione. La meta è divenire follemente folli, sino a fondersi con la natura suprema: la donna scompare in quanto donna e diviene una soglia sull’assoluto, l’uomo scompare in quanto uomo e diviene una soglia sull’assoluto.  (Osho)

Quando riconosciamo che siamo uno spirito incarnato in un corpo umano e che è così per tutti,capiamo allora che il nostro corpo è sacro e che la sessualità è assai più di un semplice mezzo per raggiungere il piacere: è un atto sacro.  (Sobonfu Somé )

Tutte le culture di tutti i tempi, che non hanno accettato il sesso come  atto naturale, quindi biologico che deve diventare sacro attraverso un percorso spirituale, senza condannare sia il primo perchè privo di spirito, sia il secondo perchè atto supremo e libero, sono culture che hanno sempre sprofondato nella volgarità, la pornografia e  tradimenti nascosti colmi di remore e sensi di colpe. Questo il frutto di chi non riconosce la legge universale, perchè tutto ciò che è puro e viene represso prima o poi si manifesta in maniera perversa e spesso con parvenze moralistiche. Il Tantra è la via di riscoperta di queste dimensioni perse e smarrite.

"L'Alchimia è volutamente ermetica perchè tu, nel tentativo di svelare l'arcano,
t'inoltri nell'esperienza realizzando in te stesso l'Opera"