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lunedì 30 gennaio 2012

io sono ma non so chi sono, non sono ma mi contemplo

La Quintessenza

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Energia INTELLETTUALE
Essere

Il linguaggio, il verbo, il pensiero, i concetti, le idee, l'attività dell'intelligenza. 
Le idee trasmesse dalla cultura, dalla società, dai miti, dalle religioni. 
Le idee concepite e la conoscenza.
Il lavoro della mente, la meditazione, il linguaggio come arma o come supplica.
Elemento: aria
Corpo: testa
Colore: blu


Energia EMOZIONALE
Amare

L'amore, i sentimenti positivi o negativi, l'amicizia, il dono, il perdono, la generosità, l'adorazione. 
L'apertura del cuore, l'allegria, la fede, il misticismo.
Elemento: acqua
Corpo: cassa toracica, cuore
Colore: rosso


Energia MATERIALE
Vivere

Il corpo, la salute, l'aspetto fisico, il luogo dove si vive, il territorio, gli indumenti, il cibo, la casa. 
Il lavoro, la vita economica, la prosperità, il denaro. 
Il nostro posto nel mondo, i rapporti sociali. 
Le cellule,gli atomi, le molecole che ci costituiscono, il pianeta terra.
Elemento: terra
Corpo: piedi 
Colore: giallo


Energia SESSUALE e CREATIVA
Fare
L'istinto riproduttivo, la fecondità, il desiderio. 
L'energia creatrice, l'immaginazione, la produzione cosciente e incosciente, la possibilità di creare, d'inventare.
L'impulso vitale, il potere, la forza di guarire, l'istinto. La forza vitale, la crescita, il superamento degli ostacoli tramite la creatività.
Elemento: fuoco
Corpo: inguine, dove si trovano gli organi genitali e l' "hara" di cui parlano alcune tradizioni orientali. 
Colore: verde





guarire è diventare se stessi


sono un narcisista positivo


Jodorowsky


Lo specchio è un oggetto che, per le sue caratteristiche, ha colpito e stimolato l'immaginario umano, entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli. 
È spesso legato al tema del doppio, dell'universo alternativo, della bellezza e della divinazione. 
Tra le numerose attestazioni, spiccano in particolare lo specchio magico, quello di Alice ideato da Carroll, il mito di Narciso e alcune rappresentazioni della vanitas.
Nelle credenze popolari, gli specchi, duplicando la realtà, sarebbero in grado di imprigionare l'anima nell'immagine riflessa.
Di qui l'usanza, oggi non molto diffusa, di coprire gli specchi alla morte di qualcuno per permettergli di raggiungere l'aldilà.
La connessione specchio/anima è anche all'origine di caratteristiche tipiche delle creature demoniache: alcune, tra cui i vampiri secondo talune versioni, non riflettono la propria immagine poiché prive di anima; altre, come il basilisco, muoiono all'istante nel vedersi in uno specchio o in una qualunque superficie riflettente.
Una leggenda narra che se ti guardi allo specchio a mezzanotte in un gg non ben definito dell'anno la tua immagine solo per pochi secondi non viene riflessa, altre ancora affermano che se ti specchi di notte alla luce di una candela potrai vedere il riflesso del tuo demone interiore...o addirittura di satana, si narra inoltre che molte persone hanno usato questo metodo per divinare e farsi predire il futuro con estrema esattezza
In generale, lo specchio rimanda all'occhio e alla vista, intesi soprattutto come strumento di conoscenza del mondo esteriore e interiore.
Per questo è spesso legato all'iconografia della Verità e della Prudenza, rappresentate nell'atto di tenere in mano questo oggetto e contemplarlo.
Gli occhi stessi sono definiti popolarmente gli "specchi dell'anima" poiché rifletterebbero - o tradirebbero - il carattere, l'umore e le intenzioni di una persona. Tuttavia, se lo sguardo è rivolto esclusivamente su di sé, l'autocontemplazione porta a narcisismo e vanità.
Lo specchio, dunque, incarna una valenza negativa o positiva secondo i casi: in esso ci si perde e ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e ciò che è eterno (l'essere), si distingue il dissimile dal simile.
La credenza secondo cui rompere tale oggetto porterebbe sfortuna, causando sette anni di disgrazia, è amplificata dal potere talvolta sinistro attribuito agli specchi, sebbene derivi probabilmente da una constatazione più pragmatica: lo specchio, infatti, era un tempo un bene prezioso, la cui distruzione significava un'ingente perdita economica; una volta infranto, e dunque inservibile, era arduo per le famiglie popolari sostituirlo con un altro.
(tratto da Inanna Adamas)
"LO SPECCHIO" in quel nome  tutta una ricerca che porta in miriadi di direzioni di consapevolezza... alla grande capacità di prevedere e soprattutto "Vedere" attraverso la pratica iniziatica del trataka sui propri occhi... ILRINCOROM

L' Hata Yoga, come descritto nelle prime Yoga Upanishad, era composto dagli sha
Tutte le pratiche meditative mirano inizialmente a stabilire la concentrazione della mente come preludio alla meditazione. Per raggiungere questo stadio si adottano vari metodi. Uno molto diretto, semplice e tuttavia allo stesso tempo efficace, è la tecnica di trataka.
I meccanismi delle pratiche sono facili da imparare e capire. Possono essere praticate da ognuno e i benefici sono enormi. Anche i principianti, con un piccolo sforzo e costanza, possono ottenere molti benefici in un breve periodo di tempo.
In questa lezione e le due seguenti vi introdurremo i tre stadi di trataka progredendo dal più semplice a più avanzato.
La parola Trataka significa "guardare fisso". La pratica di trataka implica il guardare a un punto o oggetto senza sbattere gli occhi. E' un metodo di focalizzare gli occhi e portare la mente su un punto ad esclusione di tutti gli altri. L'oggetto può essere esterno al corpo, in questo caso la pratica è chiamata bahira trataka, o l'oggetto di consapevolezza può essere interno, in questo caso è chiamato antar trataka. Attraverso questo metodo, tutta l'attenzione e potere della mente è canalizzato in un flusso continuo. Questo permette al potenziale latente all'interno della mente di arrivare spontaneamente.

Trataka come un metodo universale
Trataka è descritto in numerose scritture. Nel classico testo di hatha yoga. Gheranda Samhita è classificata come uno degli shatkarma. Perché le altre cinque pratiche degli shatkarma (neti,dhauti,ecc) sono trattate solo con la pulizia del corpo, trataka sembra essere completamente fuori posto, una anomalia.
Comunque è considerata l'ultimo degli shatkarma ed è inclusa in questo gruppo per una buona ragione, cioè funge da pietra angolare tra le pratiche orientate fisicamente e le pratiche mentali che portano ad un'alta consapevolezza. In un certo senso trataka agisce come ponte tra hatha yoga e raja yoga.
Il Tantra probabilmente è il maggior sistema spirituale che include tutto e la radice dello yoga, utilizza trataka in una ampia scala nelle sue molteplici pratiche, se usando diagrammi simbolici, deità o aggetti con il fuoco sull'adorazione o consapevolezza. Trataka in una forma o nell'altra è utilizzata da quasi tutte le religioni e sistemi spirituali, sebbene spesso mascherate.
Nell'Hinduismo, una parte integrale delle pratiche religiose è sedersi di fronte ad un quadro o statua di Krishna,Rama,Shiva, il simbolo di Om e così via. Siccome molti guarderanno a questi come una forma di devozione, e certo può essere se l'adoratore è sincero, è attualmente la forma di trataka che mira a concentrare la mente nella deità esterna. Da ciò viene la pace mentale e uno stato meditativo. Inoltre molti Hinduisti hanno la capacità di creare visualizzazioni interne di altri oggetti e praticano trataka interno.
Nella Cristianità si fa la stessa cosa in maniera più leggera. Nella chiesa ci sono immagini di Cristo, ci sono candele e ci sono sempre croci simboliche. Questi oggetti agiscono come punto focale per trataka, certo non sempre è conosciuto con questo nome. Tutte queste forme hanno radici simboliche che generalmente agiscono a livello della consapevolezza normale.
In altre parole questi simboli correlati e stimolati con esperienze e memorie che sono contenute in quello che Jung ha chiamato inconscio collettivo. Perciò questi oggetti della consapevolezza chiamano esperienze e conoscenze di cui normalmente non siamo consapevoli.
Nel Buddhismo Tibetano, trataka è anche fatto su varie deità, su Buddha e varie figure geometriche conosciute come Yantra o mandala. Anche il Buddhismo Zen utilizza trataka, pure di molti miti astratti come fissare un muro bianco.
La pratica di trataka non è confinata nello yoga. E' universale ed è stata usata attraverso gli anni come metodo di normale esperienza trascendentale..
Trataka è semplice,però veramente potente e questa è la ragione per cui molti sistemi differenti e religiosi l'hanno usato in una forma o in un'altra come mezzo di elevazione spirituale.


1 commento:

  1. forse è proprio così! Per questo c'è troppa gente che non vuole guarire...però io non smetto d'esser li in attesa di una sua lastra esteriore!

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