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giovedì 22 marzo 2012

aditi


  
 
Dea del cielo infinito della mitologia induista, il suo nome significa letteralmente “libera da ogni legame”, o “priva di limiti”.
Nei Veda Aditi è la 'Dea-Madre' ed il suo simbolo terrestre è l’infinito e sconfinato spazio.
Aditi è dunque la madre-spazio/tempo, creatrice di vita, da cui ebbe origine tutto ciò che esiste.
Per la sua natura creativa viene considerata una Dea Madre, ma più precisamente Lei è l’energia che precede la creazione.
Infatti diede alla luce gli dei e le dee che a loro volta portarono tutto ciò che esiste sul piano della coscienza, dando così luogo alla realtà.
I Veda concordano nel ritenerla la dea del passato e del futuro, la settima dimensione del cosmo, la luce celestiale che permea ogni cosa,
e la coscienza di tutto ciò che esiste.
Lei è l’incarnazione femminile di tutto ciò che trascende la misurazione: l’infinito, il cosmo, la creazione continua, la divinità stessa.
Sempre secondo le scritture vediche, per quanto femminile al di là di ogni dubbio, essa era anche padre e figlio.
Non aveva madre e non è mai nata, poichè essa esisteva da sempre.

Come suggerisce il suo stesso nome, Aditi è l’archetipo per eccellenza della libertà più assoluta e sconfinata.

Libertà dai legami, dagli attaccamenti, dal dolore, dai condizionamenti, e anche dalla forma.
Lei personifica l’idea dell’immensità del cielo, l’inafferrabilità dell’etere, l’assoluto e infinito potenziale creativo, libero da ogni costrizione.
E’ forse il più completo archetipo aquariano cui si possa pensare, poiché lei rappresenta il mondo delle infinite possibilità della mente, del pensiero e dell’astrazione che precede la forma.
Infatti il governatore del segno dell’aquario è Urano. Questo pianeta rappresenta un’energia preposta ad introdurre “il nuovo” nella nostra vita sia su un piano collettivo che individuale. Il suo compito è farci superare i nostri limiti, e per questo viene definito il “grande liberatore” dello zodiaco.
Allo stesso modo Aditi offre un concetto di libertà che è infinita e superiore, perché trascende ogni forma, ogni concetto preesistente, ogni pregiudizio, e tutti i parametri di ciò che siamo soliti definire “la realtà”, per portarci in una dimensione che è nuova, che è priva di limiti, poiché si tratta della libertà totale di creare ciò che prima non esisteva.
Aditi ci ricorda che la libertà è un bene prezioso, un valore assoluto, ma ancor di più ci ricorda che l’infinito è dentro ognuno di noi,
anzi è ciò da cui prende origine la vita.

Secondo alcuni miti, Aditi è la genitrice del potente Vishnu, secondo altri di Indra, secondo altri ancora del dio solare Mithra e della dea lunare Varuna.
Quasi tutte le fonti però concordano sul fatto che nel suo aspetto di Dea del cielo essa creò le multiple divinità che portano il suo nome, le Aditie.
Aditi infatti partorì dodici Aditie, una al mese, e in tal modo segnò i limiti del tempo, fino ad allora privo di suddivisioni.
Si diceva anche che essa ebbe prima sette figli, poi mise al mondo un grande uovo, che salì in cielo dove divenne il sole.
Un’altra versione ancora afferma che ebbe un figlio solo, ma talmente splendido che la sua semplice presenza feriva gli occhi di Aditi:
essa allora suddivise l’unico figlio in dodici figli, cui affidò il compito di reggere l’ordine della natura.

Le Adityas o Aditie sono i figli di Aditi e sono figure divine variamente interpretate, il cui capo è Varuna, e più tardi il Sole.
Non ci sono importanti testimonianze scritte circa le Aditie.
E’ evidente però la loro connessione con i dodici mesi dell’anno, poiché le aditie sono dodici, e come tali simboleggiano anche i segni dello zodiaco.
La versione secondo cui partorì sette figli e poi il sole fa pensare ai sette pianeti su cui si basò l’astrologia antica per interi millenni, prima della scoperta di Urano.
Da qui il suo attributo primario di reggente dello spazio e del tempo, cui diede un ordine che prima non esisteva.

Aditi è il cosiddetto “prototipo” della creazione, poiché prima di Lei non c’è nulla, quindi è l’idea originale da cui prende forma ogni cosa.
Lei è la forma pensiero che precede la realtà.
La mitologia ci ha abituato a considerare il cielo un’energia maschile, che feconda l’energia femminile madre Terra dando luogo alla nascita della vita.
Anche nella mitologia greca troviamo Urano, dio del cielo, padre di tutte le stirpi di dei dell’Olimpo.
Urano come Aditi è il numero uno, prima di lui non c’è niente e nessuno, fino a quando lui si accoppia con Gaia dando origine alla prima stirpe di Titani.
Urano però rifiuta i suoi figli ricacciandoli nel ventre di Gaia, perché non coincidono con la perfezione del suo ideale, proprio come un’utopia che poi trasposta nella realtà finisce per deludere.
Invece Aditi è la Dea del cielo femminile, materna e paterna al contempo, completa in sé stessa, sebbene fu anche sposa di Kasyapa o Brahma.
Aditi è la componente dell'Androgino, o Uomo Archetipico o Protologos.
Nei Veda, viene descritta come la permutazione di Mulaprakriti nel mondo manifestato, la Radice del Sè Mentale che è anche la Radice del Sè fisico.
Aditi rappresenta dunque la perfezione divina che diventa realtà.

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