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lunedì 11 febbraio 2013

amicoblu

 
...sempre meglio non farsi troppe domande, ne crearsi inutili aspettative…
poveri ed inutili poeti…!! 
Si è sempre in attesa che qualcosa avvenga… che quel “qualcuno” arrivi con una valigia gonfia di attenzioni provenienti dall’altro mare, sapida d’altre terre...l’emozione di un arrivo caldo ed abbraccevole…come un’ondata di salsedine che ti bagna inequivocabile per farti sentire finalmente a casa… nella ricerca del bandolo di una storia che alla fine scopri non esistere…che non è mai stata, se non in quei pochi segni lasciati a prosciugar se stessi sulla “Veronica” che mi sono steso addosso perché essere qualcosa sarebbe stato oggetto vago mentre l’essere qualcuno sarebbe stato idiota. Non si è mai troppo di nulla per essere se stessi, perché  mai niente è di nessuno ed il troppo si lava via con la facilità dei sogni! Quando il tempo avrà tirato a riva le sue nasse, forse mi troverò a raccontarti, seduta sulle ginocchia e senza bisogno di parole vere, tutto quello che c’era d’inutile da dire o da tacere… tutto quello che sarebbe stato meglio fare innanzitutto, senza pensare troppo a quale qualcuno fossi stata tu per me e chissà quale cosa avrei scelto d’esser io per te…indefiniti come un pronome, come ciò che siamo…come il cielo quando entra nel mare senza una reale fisica congiunzione oppure quando l’acqua bagna terra sporcandoci entrambi…d’insalata di more!
 

Grigio in embrione sul tornio piccolo del tempo
mani d’acqua e di fango a modellarne le forme
pollice verso ad indicare le curve nel sale e nel fuoco
così pressato e diretto son divenuto al giorno
mentre il mondo vagava a scacciare mosche e fastidi
con avide braccia sventagliate senza mai troppa fretta…
strisce strappate e miracoli in stoffa si facevan preghiera,
per l’uomo che imponeva al traforo di balza sottesa
le pieghe di una gonna al balcone dei sogni.
Decisi  i colori alle parole, la voce ai silenzi lontani
sguardi spiazzanti e indecenti sull’avida linea che si riposa…
azzoppati e ansimanti di punti, virgole e sobbalzi in parentesi
scegliendoti ogni volta per sempre, senza sapere cosa salvare
e da che parte calzare la vita o da quale sponda schivare
il tremulo afflato in composto algoritmo di carne su pelle
per l’assiduo disuso di me in storie vagamente contorte
che affogheranno in una timida te per un viaggio di solo ritorno…
magica osmosi in mimica eclissi di stile per capire qualcosa… sono io o no…
tempo e silenzio… padre e madre dentro una pace che si spoglia dell’ombra!
 
Di quale lampo ti farai scherno
per punire il silenzio avido che ti spoglia
quale strada per le tue mani
tese a negoziare il tempo che ti logora
quali occhi sapranno chi sono io
senza smorzare il buio alla tua pelle
quale musica complice e sensibile
si farà natura per disarmarti dei paramenti
In distesa assenza d’ogni distacco
nello spazio ludico del piacere
ci sarà una gioia di te sovrana,
e al vento… solo languida sottana!
 
Un bacio nasce prima…nasce dentro al cuore quando lo senti farsi voce
nasce dentro agli occhi quando non vedi più che lei,
un bacio nasce prima…quando senti le tue gambe farsi imprecise.
Un bacio nasce prima,nasce dentro al buio dei pensieri
quando senza sole ti si illumina la strada…
Un bacio nasce prima,quando senti il caos farsi silenzio,
la sua voce diventare melodia
e le sue labbra farsi voluttuosamente fame…
Un bacio nasce prima…prima d’esser pelle in confusione,
odore di un ricordo da non indovinare
sapore nuovo di un gusto palesemente buono…
fastidio delle viscere in agitazione…
nasce davvero prima…prima del sospiro che ti gonfia di brividi dappertutto.
Un bacio nasce prima…ed è tutto dentro quelle labbra
diventate un volo dentro la tua vita!
 
Le persone più preziose nella nostra vita sono quelle che vengono in mente all’improvviso. Quelle che lasciano tracce invisibili e, nel contempo, indistruttibili. Non importa il tempo e i modi con le quali ci sono passate accanto… resteranno… perché assumono le sembianze di alcuni preziosi dettagli della vita: una canzone, un paesaggio, un regalo pensato, un soffio di vento, il desiderio di un bacio, la curva di un sorriso condiviso. Quell’insieme di piccole attenzioni che, nel silenzio di un tramonto, ha la luna per il mare… http://massimobisotti.it/

"We are not the same persons this year as last; nor are those we love. It is a happy chance if we, changing, continue to love a changed person. " W. Somerset Maugham

"Love is a spirit of all compact of fire. " William Shakespeare
"Tell me whom you love and I will tell you who you are." Houssaye

You don't marry someone you can live with - you marry the person who you cannot live without.
So much of what we know of love we learn at home.

"Love cures people - both the ones who give it and the ones who receive it." Dr. Karl Menninger


"Love operates in all of my relationships, from the most casual to the most intimate." - Louise L. Hay
Io ti amavo e tu no, chi era quello che avrebbe dovuto fermarsi?Quella sera in macchina, quella macchina sempre profumata di dischi rock e sigarette, quella sera abbiamo fatto l' amore. Niente di strano, lo fanno tutti, lo fanno spesso. Almeno spero. Il problema è che io ti amavo e tu no. Io facevo l' amore e tu mi guardavi il culo. Io ti guardavo negli occhi e tu mi stringevi i capelli. Sinceramente non sono il tipo che fa l' amore dolce, no. Non lo faccio quasi mai. Non è stato facile per me capire se mi stavi amando o se mi stavi soltanto scopando. Tutto sommato mi baciavi, tutto sommato mi accarezzavi il collo e mi ripetevi che ero bellissima. Forse troppo. Ho capito dopo, dopo ho capito. Tu avevi avuto tutto, sempre che tutto sia un corpo da usare. Io volevo ancora tutto, volevo un tuo abbraccio. Non chiedevo tanto, giuro. Forse non chiedevo nemmeno amore. Avrei voluto un po' di rispetto e perché no, un po' d' affetto. "Fa caldo, fammi aprire il finestrino." Ti scansasti dalle mie braccia, dalle mie speranze, dai miei capelli spettinati. Tornasti al tuo posto e io al mio, ti rivestisti, perché chi non si ama non ama farsi vedere nudo. Io avrei voluto guardarti per ore, tu non volevi farti vedere. Accendesti una sigaretta e solo in quel momento mi accorsi che la tua macchina puzzava. Puzzava di fumo, di sesso scadente e di merda, tutta la merda che mi avevi rovesciato addosso. Io ti amavo e tu no, chi era quello che avrebbe dovuto fermarsi?" (Tratto dal libro Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore di Susanna Casciani)

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