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martedì 8 maggio 2012

Fuoco, Zolfo & Anima


Huginus a Barma “Sigillum”


Unendo le raffigurazioni del Maschio e della Femmina si ottiene una figura simbolicamente equivalente al Sigillo Ermetico, o Sigillum Sapientum Il paradigma della Grande Opera sapientemente raffigurato nello scritto di Huginus a Barma dall’eloquente titolo “Il Regno di Saturno trasformato nel secolo d’Oro”



San Marco unione due formelle
Unione dei contrari–complementari ottenuta semplicemente
UNENDO al CENTRO le due prime raffigurazioni (il Fisso e il Volatile).
Si nota l’equivalenza col “Sigillo di Salomone” o “Sigillum Sapientum” degli Alchimisti

Il Maschio indica il Fisso, il principio nascosto della corporeità: la Terra ed il Fuoco = il SECCO. La Femmina indica il Volatile, ed è in relazione con l’Aria e l’Acqua: l’UMIDO. La Donna ha in sè un principio generativo diverso da quello maschile e viene raffigurato, nella formella, dal LATTE di cui si nutre l’Antico Dragone Alato (il Dragone è propriamente un “anfisbena”, cioè un drago con due teste, una anche nella coda, questa caratteristica si riferisce sempre al senso di “polarità”). La Via Secca e la Via Umida (come la via della mano destra o della sinistra,  la via solare e lunare) sono le due Vie Alchemiche: indicano due possibili approcci alla conoscenza di Sè.

la Natura cela ben nascosti i suoi segreti, e per scoprirli è necessario un occhio DISINCANTATO e VERGINALE. La Vita è il Divino, percepirla è essere Uno con la Totalità, col Cosmo Non si può conoscere la Vita finché non la si lascia fluire. Il fluire della Vita è indicato dalle spire dei serpenti-dragoni. Lasciar fluire la vita significa che si è rinunciato ad ogni oggettivazione. Si può percepire la corrente di vita solo nel “silenzio”; solo quando ci si metta in disparte,… quando si è freschi, quando ci si apre ad ogni possibilità, quando si ha rinunciato anche alla Paura e all’anticipazione che vuole pro-gettare il futuro.

Caduceo 1
I due Serpenti equivalgono ai due Draghi. Il “Fisso” ed il “Volatile”, l’attivo e il passivo, il Maschio e la Femmina. Si avvolgono a spirale. Sono il Segno della Vita e curiosamente hanno la forma del D.N.A.

L’Artista conosce la legge della polarità dove i contrari sono anche complementari e contengono in sè sempre una piccola parte dell’altro. Così l’Alchimista è chiamato Filosofo per il suo amore per la Sapienza, e nella Grande Opera sa che la Vita si esprime mediante i Contrari.  Ogni attività è possibile solo grazie alla lotta degli opposti, e la Grande Opera è propriamente la Coincidenza Oppositorum.

l’unione dei due Draghi uniti a ricomporre l’Unità degli Opposti,/Complementari
l’alchimista Eleazar: figura dei 2 draghi
l'uroboro e il serpente maschio (fisso) e femmina (alato/volatile) che così compone l'androgino

Così l’Attrazione e la Repulsione sono le leggi gemelle che regolano ogni attività. Quando nella vita giudichiamo, discriminiamo e cadiamo in uno dei due poli o attrazione, o repulsione, e perdiamo il contatto con la Totalità. Così i nostri giudizi, tutti i giudizi, contengono in sè sempre dimentico, l’opposto, e ciò impedisce la visione Totale. Cerchiamo la felicita e fuggiamo il dolore, ma Dolore e felicità fanno tutti parte del… SELVAGGIO GIOCO DELLA VITA. Se seguiamo una ascesi neghiamo il sesso, neghiamo la Vita, diveniamo freddi, simili alla morte, perdiamo la gioia. Ugualmente se seguiamo solo il sesso, andiamo sempre alla ricerca di nuove emozioni, sensazioni, e perdiamo la SENSIBILITÀ, e diveniamo incapaci di aprirci all’altro: alla TOTALITÀ.

 Monaco e dragone
 un “uomo vestito”, forse un monaco, che nasce in verticale da un fiore e un “uomo nudo” esce in orizzontale da un drago!

La periferia, o circonferenza, è composta dalla circolazione dei due Dragoni, le forze polari della Natura, il fisso ed il volatile, l’Umido ed il Secco, ecc., che si rincorrono e si rigenerano l’un l’altro e che rappresentano la totalità della Natura e di tutto ciò che appare.
Il CENTRO corrisponde invece alla som­mità del capo ed è il centro della Saggezza, il luogo in cui avviene la benedizione del Signore, corrisponde alla Corona o Keter che è la prima Sefirot Cabalistica, ed è il Diadema, il segno della riconosciuta Regalità.
 La Via è verso il centro, e nella parte “centrale” vi è l’albero della Vita. E’ il mozzo della ruota. E’ il punto in cui spariscono e si uniscono tutte le polarità, ed è in questo punto che, come dice Cesare della Riviera, vi è: “Tutta la Magica Forza Riposta”!
Riconoscere il proprio Centro vuol dire ritrovare la condizione Adamitica. Vuol dire essere sempre a casa propria; essere UNO col TUTTO e TUTTO in UNO!
Già parlare vuol dire cadere nella dualità, sentirsi separati dal centro (le due serpi che escono dalla bocca del “Uomo”). Leonardo Da Vinci annota: “Lo spirito non ha Voce, perché dove è voce è corpo “.
Plotino ci insegna che “l’Anima deve restare nuda di forme se intende davvero che nulla si insedi lì a far da impaccio al­la piena inondante ed alla folgorazione che si riversa su di Lei da parte della Natura Primordiale”.
 A questo si riferisce la formula di Zosimo: “QUESTO è il TUTTO, da Lui il TUTTO” ed …“è il TUTTO nel TUTTO”!
 I due Leoni in lotta, rispettivamente col “Fanciullo” e con il “Cervo fuggitivo”, indicano come abbiamo già visto, anche il preziosissimo FUOCO Alchemico, tenuto segreto dagli alchimisti che lo indicano solo attraverso un gran numero di allegorie.
Il Fuoco (Leone = Fuoco) posto sopra la “Femmina” (la nostra Eva) ed il Dragone Alato si riferisce al fuoco iniziale della prima operazione – la Solutio (SOLVE).
E’ un Fuoco che “non brucia le mani”, così vediamo il giovane Ercole aprire con le proprie mani le fauci del Leone. Si tratta di un fuo­co dolce e costante, per questo la Solutio è detta “fatica d’Er­cole”, e serve a separare (o meglio ad “aprire” la materia) così come Ercole apre le mascelle del Leone! E’ il fuoco necessario affinché il soggetto sciogliendosi si apra, e muoia per resuscitare.
La prima formella a destra del primo arcone
In questo caso il fuoco è controllato, domato, è un fuoco che non brucia le mani.
Fatica d’Ercole è detta una parte importante del lavoro Alchemico. Dopo questa fatica gli Alchimisti ripetono che il lavoro si riduce a un semplice “gioco di fanciulli e lavoro da donne! Si nota come le foglie sono quasi un prolungamento delle mani della “Femmina misteriosa” . Il colore Verde delle foglie indica la VITA, ed il sale magnetico che è una vera calamita della sacra energia vitale.
  

Corrisponde al fuoco vitale, il fuoco interno che l’asceta con­templa nel muovere le membra. E’ il Fuoco che fa “schiudere le uova e nascere il pulcino” è quindi “fuoco vitale”. Si può dire che corrisponde circa a 32 gradi “non bisogna inten­dere altra cosa che un fornello nel quale si mantiene un calore costante simile a quello del letame…è quello che fa schiudere le uova di pressochè tutti gli uccelli.” Grazie a questo fuoco il “Figlio dell’Arte” (il nostro fan­ciullo) può penetrare nei segreti della natura; è il fuo­co che permette, secondo il noto moto, di Basilio Valentino, VITRIOL (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem), di entrare nelle “viscere della Terra”. C’è una certa somiglianza fonetica tra “vetriolo”, “verde” e “vetro”! In effetti il “Sale Verde” del cielo terrestre è il nostro “Vetriolo”, è un vero magnete dell’energia Vitale ed è veramente un “fuoco segreto”!


Vitriol 400x
Il Fisso ed il Volatile ricompaiono alla base di questa raffigurazione del “Lapis”; a destra la “Femmina” sopra il delfino con il segno della Luna e l’arco (attributi di Diana) ad indicare l’Aria e l’Acqua; a sinistra il “Maschio” coronato, con lo scudo e lo scettro, seduto sopra il leone (Fuoco e Terra). Il tema è lo stesso dell’arcone! 
 
Il Fuoco Filosofico è chiamato “Fuoco Sacro” o “Dissolvente Universale”, il “vetriolo”; per il Fulcanelli è la scintilla Vitale comunicata dal Creatore alla Materia inerte. E’ il “Raggio Igneo” riposto nella parte interna della sostanza. Nel “Triomphe Hermétique” Eudoxe afferma che “in realtà è il grande Mistero dell’Arte..” “è un fuoco in potenza che non brucia le mani” ma che “fa co­noscere la sua efficacia per poco che è eccitato dal fuoco este­riore”. Ciliani nella sua “Hermès dévoille” lo chiama “Fuoco Celeste” o “Fuoco Segreto” E’ chiamato anche “Serpente di Fuoco” e questo termine ci ricorda la “Kundalini”, o fuoco serpentino; l’Energia creatrice che ha la sua sede principale nel­le profondità del corpo, nel Coccige o “Osso Sacro!” e che è alla base di certe operazioni che il Tantra insegna per la LIBERAZIONE”!
Pontano, nella sua “Lettera sul Fuoco Filosofico” afferma che “Quel Fuoco non brucia la materia, niente separa dalla materia, nè divide le parti pure dalle impure, come dicono tutti i Filo­sofi, ma converte in purità tutto il soggetto”…ed ancora: “questo fuoco umido è necessario in tutte le operazioni alchemiche, al principio, al mezzo, e alla fine poichè tutta la scienza è in questo fuoco…è alla sua volta un fuoco naturale soprannatura­le e antinaturale, un fuoco..caldo, secco, umido e freddo che non brucia né distrugge…soltanto -per mezzo della profonda rifles­sione si riesce a trovare quel fuoco! ..Sappi dunque cercare con tutte le tue forze questo fuoco e ci arriverai…ma se tu indagherai bene e profondamente le cose sante, la proprietà del fuoco la conoscerai e non altrimenti"
Se il fuoco è l’Anima, ossia lo Zolfo dell’Oro; così abbiamo nuovamente, come negli antichi greci, l’identità simbolica tra Fuoco, Zolfo ed Anima.  
Il trascendere la paura, è la prova autentica per arrivare a comprendere cosa è il “Nostro Oro” (n.b. : il simbolo grafico dell’Oro è dato dalla circonferenza col punto centrale che è anche un simbolo per indicare la divinità) , ossia per liberare lo Zolfo: per conoscere il Fuoco Segreto.
La botte con le fiamme di Basilio Valentino
Tavola dell’Alchimista Basilio Valentino in cui l’alchimista
 indica le fiamme che escono dalla botte in  riferimento al fuoco segreto.
 “l’unico nemico vero che bisogna vincere è un nemico interiore: la paura… ed è la paura di perdersi sul “Mare dell’Essere che bisogna dominare. Sendivogio fa riferimento a questo Fuoco quando dice che per portare a perfetta maturazione i frutti è neccessario un “Calore sufficentee costante che, nella prima fase, serve a sciogliere cioè a rendere più fluente il Mercurio (che corrisponde analogicamente alla Mente e che piano piano, rinuncia a tutte le abitudini e convenzioni). Ma in questa fase, l’ego, che non è altro che il prodotto dei conformismi, si sente perduto, venir meno, ed è allora che si conosce la Paura!
L’autentica paura è paura di perdere le proprie identificazioni, paura di non essere più questo o quello, ma semplicemente Essere. Questo Essere (già nella tradizione Giudaico-Cristiana) è indicato come “Fuoco”, ossia l’immagine del divino; di colui che può semplicemente dire (nel roveto ardente) “IO SONO COLUI CHE SONO”.
Il  dono principale che lo Zolfo (il Fuoco, il Divino) regala a chi lo liberi dalle carceri “è uno SPECCHIO in cui si vede il mondo intero”. Lo SPECCHIO Corrisponde al TUTTO, NEL TUTTO, ossia al LUMEN DE LUMINE che Zolla definisce “segreto che muove la vita intera”: MISTERIUM SIMPLICITIS”.
Il Fuoco rappresentato dal Leone sopra il il Cervo (o Adamo ” la nostra materia”) e che lo avvolge completamente, è un fuoco più violento, necessario alla Coagulazione che è la seconda grande Operazione : Solve et Coagula, o disciogli il fisso e coagula il volatile!
 Il Fuoco è allegoria della Materia Prima. Come Leone che azzanna il Cervo è un Fuoco esuberante, violento, avvampa ed uccide, trasforma tutta la materia, giacché gli alchimisti dicono che nulla può essere trasformato se non prima corrotto e ridotto in materia Prima : “la corruzione di una cosa è generazio­ne dell’altra!”
 Anche il Cervo è uno dei simboli della Pietra dei Filosofi. Lo troviamo raffigurato nella Selva in compagnia dell’unicorno dal Lampsbrink. Le corna del cervo crescono e cadono e ricrescono e si rigenerano di anno in anno sempre più possenti. Divengono segno della rigenerazione e dell’immortalità mediante le forze segrete della natura (il Cervo, come le Fiere, ha il suo regno nella Selva).
 Zolla ci ricorda che “le corna del cervo si rinnovano co-me le foglie dell’alloro , pianta sacra a Mercurio, contengono dunque la virtù dell’Immortalità, hanno virtù trasmutatoria“, ed ancora è simbolo della luce che brilla fra le tenebre mondane“. E’ il “Cervo di Artù “. E’ sempre il Cervo contrapposto al Leone che appare raffi­gurato nella bella illustrazione del Dyas “Chimica Tripartita”; Cervo e Leone sembrano illustrare in sintesi visiva il moto di Democrito : “Due nature, Una sola essenza, poiché l’Una domina l’ ‘Una…
 Visto che il Fuoco Violento è il Fuoco della “Coagulazione”, si tratta dunque di fissare la parte spirituale. Nell’Uomo o Microcosmo questa “parte spirituale” o “sottile” è indicata anche come MENTE la cui sede viene tradizionalmente indicata nel Cuore o nel Capo, essendo quest’ultimo la sede dei pensieri che, come le corna del cervo, crescono e cadono e si rifor­mano. La stessa Pietra Filosofale consiste nella MENTALE LIBERTA’ ed è necessario quindi fermare o “coagulare” il turbinio mentale causato dal via vai dei pensieri-attaccamenti. Signore del pensare discorsivo-dialettico (le corna ra­mificate del cervo) è il Leone: è il FUOCO, il fuoco della Conoscen­za, il Fuoco dell’Amore, il Fuoco come apertura alla Totalità.
Fuoco è il principio spirituale che non può essere de-finito, che è paragonato alla Luce con cui tutto è conosciuto; e la LUCE, essenza del Fuoco è qualche cosa di immateriale che tutto abbraccia. E’ la Casa Infinita dell’Essere!
Questo Leone che avvolge completamente il Cervo, questo Re del­la foresta (Regulus, o piccolo Re, è la stella più brillante del­la costellazione del Leone! Ed è anche la parte pura dell’Antimonio!) nasce, ci dicono i Bestiari, con gli occhi già aperti, oppure apre gli occhi dopo tre giorni a similitudine della ri-nascita del Cristo : LUCE degli uomini!

Il portatore di quercia
 
Basilica di San Marco – Portone principale - Prima formella a sinistra del sottarco del Secondo arcone in cui sono raffigurati i segni Zoodiacali.
 
Un giovane trasporta sulle spalle una quercia, i piedi appoggiati sulla pianta sacra.. Secondo il simbolismo medioevale tutto ciò che esce dal vaso significa che è contenuto al suo interno! Il Vaso secondo la tradizione corrisponde al cuore e, per gli alchimisti alla Materia Prima. La lavorazione a squame ha una particolare corrispondenza col soggetto minerale grezzo che gli Alchimisti non nominano mai col suo nome volgare. Di quercia è il legno della croce e di quercia sono le botti che contengono il Vino e nelle sue pareti si deposita, o meglio si CRISTallizza il preziosissimo “ Tartaro delle Botti”. Seguendo gli insegnamenti di Basilio Valentino contenuti nelle sue “XII Tavole” dove sono raffigurate alte fiamme che escono da una botte possiamo ipotizzare che il misterioso personaggio raffigurato a San Marco indichi proprio questo Fuoco Segreto!
 
 
Particolare del secondo arcone dedicato allo Zoodiaco in cui si notano sopra il giovane che trasporta la quercia da ardere da un lato le fiamme e dall’altro lato il segno dell’Acquario costituito da due onde. Può sembrare strano vedere il segno delle onde caratteristico dell’acqua per indicare l’Acquario che, nonostante il nome, è un segno d’Aria ma ricordiamo che tradizionalmente il Cielo costituisce le “Acque Superiori” ed è proprio da queste acque superiori che l’alchimista trae le sue energie e governa tutto il suo lavoro! Da notare il particolare dell’irraggiamento che parte dal segno dell’acquario e va verso lo sgabello. Lo sgabello forma una X o “chiasma” che è il segno del Crogiolo degli Alchimisti, e come fanno notare Fulcanelli e Canselie l’impronta del irraggiamento luminoso nella materia: la firma della luce!
il Fuoco dell’Acquario, Formella della Basilica di San Marco 
(trqatto da VENEZIA MAGICA.it)
 
 
 
Arco_Sole_Luna
L’Unione dei due principi (Contrari/Complementari!) costituisce tutta l’Operazione Alchemica! E’ la tensione che ha conosciuto Adamo con la cacciata dal Paradiso, ossia con la caduta dal CENTRO! Ed è la tensione che troviamo in tutti i Miti, sia che si parli di ricerca del Vello d’Oro, o di Cerca del Graal, o di ricerca del Mitico Regno degli Iperborei; sia che divenga “nostalgia” del Paradiso, o dell’Età dell’Oro, sempre è ricerca del CENTRO! Ma il Centro che ha originato l’Arco NON esiste! Quando dalla periferia, cioè dal nostro ego, (che non è altro che il prodotto del passato, del vecchio, dell’educazione, di convenzioni, superstizioni, della somma di conformismi, ecc…), torniamo al Centro ci accorgiamo che il Centro non esiste, non è nulla di “concreto”; o, per esprimersi come il Sapiente Alano di Lilla, si può dire che “il Centro è dappertutto! L’Alchimista è chiamato Filosofo ma anche Artista, perché è necessario ESSERE ARTISTI se si vuol porre mano all’Opera, cioè se, come si esprime il “Chimica Vannus”, si vuole: “Conoscere sè stessi, consultare sè stessi e camminare di dentro”! L’Artista è colui che è TOTALMENTE APERTO: ciò che fa nasce spontaneo dalla profondità dell’Essere, non è mediato dal voler fare o dal passato L’Artista trascende la Mente, vive nel profondo: esprime ciò che sente in-mediato. Non ha fini, fa solo perché è la natura stessa a dettarlo: semplicemente!
La figura Maschile è il Fisso, indica il principio di vita assimilato al “soffio”, alla Parola primordiale con cui Dio soffiò sulle acque. E’ l’Anima, lo Zolfo = Theion = Divino, il Principio nascosto del “Nostro ORO”.
E’ per questo che dalla bocca dell’Uomo escono due serpenti che, con moto a spirale, vanno, in opposte direzioni, a mordere le caviglie dell’Uomo, cioè le fondamenta. I serpenti che escono dalla bocca sono due, in quanto la parola serve a distinguere le cose, cioè a definire, ma anche a separare (“dia ballein” = ciò che separa = Diavolo, opposto a “simbolo” = ciò che unisce). I serpenti sono anche i due soffi, l’inspirazione e l’espirazione; sono il simbolo della Parola Vivente. Essendo i Metalli segno del principio individuale i due serpi rappresentano anche la “tendenza egoica all’individuazione” cioè alla Separazione dal TUTTO, e le passioni che accecano spiritualmente l’animo. Compito dell’Artista è quindi “strangolarle nella sua culla” cioè, mediante l’ATTENZIONE (fuoco), vedere CONSAPEVOLMENTE il sorgere delle passioni. E’ la Consapevolezza del sorgere dei pensieri prima che divengano “pensati”
Illustrazione della visione del Ripley

 Illustrazione della “Visione” di George Ripley, eseguita da John Dastin nel quindicesimo secolo e conservata a Londra nel British Museum con il titolo “De erroribus”. Le due figure nude di maschio e di femmina (la differenza di sesso è indicata nel disegno dalla presenza del seno nella figura di destra) ricevono il “succo” degli influssi celesti. I piedi sono ghermiti dal rospo (mostruoso animale terrestre) e dai draghi alati. La figura corrisponde simbolicamente ai rilievi Marciani dove l’Uomo e la Donna cavalcano i due draghi, quello senza ali (ilMaschio, il Fisso) e quello con le ali (la Femmina, il Volatile).
Ripley viaggiò anche in Italia ed è curioso notare le analogie tra il Ripley e l’alchimista Cristoforo Parigino attivo a Venezia nel sec. XV. Entrambi usano un linguaggio cifrato derivato dal Lullo (o pseudo-Lullo!) dove a ogni lettera dell’alfabeto corrisponde una determinata operazione alchemica. Anche il Parigino riassume l’Opus in una visione che illumina la Via. Infine si può notare che il Ripley parla della “Voarchadumia” parola inventata dall’alchimista e sacerdote veneziano Jo. Aug. Pantheus che intitolerà la propria opera principale proprio “Voarchadumia”, dedicandola al Papa Leone X ed al Doge Gritti. La “Voarchadumia” è la prima opera che unisce la Cabbala all’Alchimia.
Ripley draghi in orizzontale
Particolare della “visione” di George Ripley ottenuta ruotando i draghi ed i fanciulli in orizzontale.
 
Mediante l’ATTENZIONE (fuoco), vedere CONSAPEVOLMENTE il sorgere delle passioni. E’ la Consapevolezza del sorgere dei pensieri prima che divengano “pensati”
 La Via Umida  richiede una forza straordinaria fondata sulla dolcezza e su una grande pazienza, cioè l’abbandono a tutto ciò che accade. Questa forza viene simbolicamente indicata dalla forza impiegata dal fanciullo che, senza sforzo apparente, apre le fauci del Leone.  Il Leone è segno della forza attiva e violenta ed in questo caso viene domato e rovesciato dal fanciullo che, senza troppo sforzo ne apre le mascelle. Può essere paragonata alla forza dell’acqua che lentamente addattandosi alle asperità del terreno, riempiendo ogni anfratto, ogni cavità, ne modifica la forma.Il giovane che soggioga il Leone aprendone le mascelle fa riferimento al giovane Ercole che uccide il Leone.  Il Leone è allegoria del fuoco. Il fanciullo sopra il Leone fa riferimento al giovane Ercole (o Sansone) che strangola il Leone ed indica il primo processo alchemico della Soluzione, (SOLVE ET COAGULA) in relazione alla Donna (acqua - Umido) ed al Drago Alato (Volatile); in opposizione all’altra operazione alchemica COAGULA, indicata, nell’altro lato dell’arcone, dal Maschio, dal Fisso, dal Drago senza Ali.
“la Chiave dell’Opera ovvero la DISSOLUZIONE predetta: i Serpi, i Draghi, la Chimera, la Sfinge, le Arpie e gli altri mostri della favola, che si devono uccidere…”

Disegno della prima formella a destra
Disegno prima formella a destra
 In basso il Maschio, seduto sul drago senza ali, sopra il Leone azzanna il cervo
 
 
acqua che lava i corpi e man non bagna.
Con tal foco lavora arte seguace
d’infallibil natura,
ch’ove questa manchi quella supplisce:
incomincia natura, arte depura
ciò che a purgar natura era incapace,
l’arte è sempre sagace.
Semplice è la natura, onde, se scaltra
non spiana una le vie, s’arresta l’altra”.

 n.b.: Gli animali da uccidere sono sempre dei “quadrupedi”, ossia degli animali “terrestri”: le quattro zampe fanno riferimento ai quattro Elementi, terra, aria, acqua e fuoco; Caldo, Secco, Freddo ed Umido, di cui sono composti tutti i corpi materiali o “sub-lunari”.Si vede, seguendo gli antichi Filosofi, che la prima operazione alchemica è la Soluzione; e la Soluzione della Materia porta alla Mortificazione, ossia alla “NIGREDO”: l’Opera al Nero.

Cavalieri Sole e Luna
La lotta tra il Fisso e il Volatile, tra l’Uomo e la Donna, il Sole e la Luna, l’Umido e il Secco: tra lo Zolfo e il Mercurio. – L’unione produrrà il SALE!!!
 Così tenedo presente che l’Alchimista deve conoscere i principi dell’Arte in SE STESSO”, o come dice il DORENUS, “…da altri non farai mai l’UNO, se prima non sarai UNO TU STESSO”, vediamo che se vogliamo trovare in Noi il “principio spirituale”, (in termini moderni il Selbest (Sè), per l’Alchimista ciò che in greco era espresso dal termine THEION, che indica sia il SOLFO che il “DIVINO”) è necessario spogliarsi di tutte le identificazioni. Questo processo può essere indicato come un “fuggire il corpo materiale (simbolo ne sono i quadrupedi, che indicano pure le “passioni”), con tutti i compiacimenti suoi e all’ethereo e celeste sollevarsi; perciò che in esso consiste la virtù dell’Anima Prima… e perciò Gebero nella Summa dell’Alchimia voleva che il principio dell’Arte Chimica, o de’ metalli, che non è altro che questo spirito ethereo, fosse dall’alchimista primieramente conosciuto in se stesso…” In questo “…fuggire il corpo materiale” consiste propriamente il processo della “Morte filosofica e naturale” indicata dall’uccisione: “…perché anco questo deifico passaggio dalla Terra al Cielo non può farsi, se’l peregrino Abrahmo non esce dalla ragione, ov’egli habita, dalla cognizione sua, e dalla casa di suo padre, cioè, se non “MUORI SPIRITUALMENTE”, separandoti dal corpo, da i sensi, e da ogni discorso humano, e tutto nella MENTALE UNITA’ elevandosi… con quelle armi, onde si conserva la LIBERTA’ DELLA MENTE sciolta (Solutio – prima operazione) da ogni perturbazione sensuale…” Questo processo della Solutio, che porta alla Putrefactio, ossia alla “NIGREDO”, richiama l’analogia tra “LAPIS” e CRISTO già avvertita dai primi alchimisti e sottolineata da C. G. Jung. Cristoforo Parigino potrà scrivere che “Cristo rivelò questa Arte” ed Eliade osserva che, “…nel pensiero di molti alchimisti, aver ottenuto la Pietra Filosofale, equivaleva alla conoscenza perfetta di Dio, proprio per questo d’altra parte, la Pietra rende possibile l’identificazione dei contrari”. Starkey descrive la Pietra come: “la riconciliazione dei contrari il conseguimento dell’amicizia fra i nemici”. Segno di questa raggiunta “amicizia fra i Contrari” è la Quintaessenza, ossia la Pietra Filosofale vista come Elixir nel regno vegetale. E questo legame, questa Amicizia, è simbolicamente indicata nel nostro arcone, dal Nodo (nodo = legame, si ricori il “nodo d’Amore”), formato dall’unione delle due piante Sacre che formano l’AXIS MUNDI, ossia l’ALBERO DELLA VITA e della CONOSCIENZA DEL BENE E DEL MALE uniti in un nodo “in-crociato”!

Le piante dell’arcone formano l’Albero della Vita che si eleva dalla MATERIA PRIMA, il nostro Adamo e la nostra Eva, all’altezza delle mani e del capo, e sono il ricordo e l’espressione dell’Albero che si ergeva nel “CENTRO” del Paradiso. Le foglie dell’Albero sono quasi il prolungamento delle mani e del capo degli antichi genitori, ad indicare l’Energia primaria, l’agire, il “fare” ma anche la “Mente”, visto che è proprio nella “Mentale Libertà” che consiste, secondo il Farra, l’ALCHIMIA.

Nel “Libro delle Bilance”, Djaber (Geber) ricorda che Adamo sceglie, come dono dall’Angelo, l’INTELLIGENZA dato che “l’Intelligenza ha la sua sede nel CUORE perché presiede a tutti gli organi, sorveglia a tutto ciò che è portato al cervello dell’Uomo, senza questa (intelligenza) il cervello non sarebbe mai sveglio”. Si osserva che “è nella Testa che sono gli organi attraverso i quali si mangia e si beve (entrano i cibi solidi e liquidi – antica dualità riportata mediante la bocca all’Unità) e che trasmette al corpo gli alimenti fornendo al cuore le materie che servono…” Si può vedere una analogia simbolica con i due serpenti che escono dalla bocca dell’Uomo e vanno alle caviglie: i Due Serpi indicherebbero “ciò che si mangia e si beve” e che costituisce le fondamenta (caviglie) del corpo fisico, in questo senso è interessante notare l’importanza che ha la “digestione” nell’Alchimia greca, e l’analogia del processo alchemico con la digestione e l’Eucarestia.

 -“…come tra fuoco e terra è medio l’aere, così è medio tra corpo e anima il RUAH dei Sapienti, questo vero nesso unitivo di Anima e Corpo. Ed è paragonabile, questo mediatore (Medium) di cui parlo, ad un certo DUPLICE PERSONAGGIO IGNEO . Duplice egli è unfatti nella Grande Opera Filosofale….detto con suo proprio nome, Spirito di Vita, che mortifica e vivifica ed è glorificata resurezzione di tutti i metalli…nel DUPLICE aspetto è altrimenti detto anche spirito acido e Duplice corrosivo.

 L’Alchimista sa che il suo corpo è il principale “Atanor” e considera che nel muovere le membra può contemplare un tipo di volontà in-mediata, e libera dalla brama, volontà che in sé è pura ed in cui può percepire l’immediata corrente di Vita. Nel capo vi è la sede tradizionale dei sensi e del pensiero, e sebbene la mente sia l’origine di tutte le dualità (i due serpi), l’origine stessa della Mente è il Cuore sede del Sé, l’autentica natura di ogni individuo, che trascende tutte le dualità ed in questo “trascendere” è la VIA REGIA! In pratica si può dire che la nostra Originaria Natura è pura ed immediata, ed in questa in-mediatezza si ritrova il Principio della Vita: l’Albero della Vita, che è il CENTRO,… il Paradiso!

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