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martedì 25 settembre 2012

tra dee e dei s'affacciano gli eroi solitari del condominio dei numeri primi


Tre sono i cuori che essa [Afrodite] non sa piegare né ingannare:
una è la figlia di Zeus egioco, Atena dagli occhi splendenti.
. . .
e neppure Artemide dalle frecce d’oro, la dea cacciatrice,
si lascia domare da Afrodite, amica del sorriso.
. . .
le opere di Afrodite non piacciono neppure a Estia,
la casta fanciulla, che l’accorto Crono generò per prima e poi per ultima.


" Ognuno di noi è fatto da tanti se stesso e non solamente da uno. Diciamo che siamo come un’assemblea condominiale composta da tante persone diverse. C’è quello più tollerante, c’è quello più permaloso, quello che si incazza subito, quello che parla poco e quello che non sta mai zitto."

Dong Ho folk woodcut painting vietnam
E quando l’universo avrà terminato di esplodere, tutte le stelle rallenteranno la loro corsa, alla fine si fermeranno e cominceranno di nuovo a cadere verso il centro dell’universo, come fa una palla gettata in aria. E allora non ci sarà più niente a impedirci di vedere tutte le stelle del mondo perché si avvicineranno, sempre più velocemente, e noi capiremo che il mondo presto sparirà, perché quando guarderemo il cielo di notte non ci sarà più il buio ma soltanto lo splendore di luce di milioni e milioni di stelle, tutte stelle cadenti.”
La sindrome di Asperger, è una forma di autismo savant. Un Asperger è una monade senza finestre, chiuso in un mondo ego centrato, in un cerchio di cui è prigioniero e nel quale non fa entrare nessuno, tenendo a distanza ogni altra creatura umana. Si sente superiore a tutti, non riesce nemmeno a concepire che anche gli altri abbiano una “mente pensante”. Sta solo sul cuore della terra - come direbbe Quasimodo. Non ama la confusione, detesta essere toccato, dice sempre la verità, prende tutto alla lettera, nota ogni particolare al punto che la sua mente, sovraccarica di stimoli e dati da analizzare, va in tilt ed egli soffre tantissimo perché completamente travolto dall’ansia e dalla paura, ma soprattutto da una solitudine cosmica. Generalmente possiede l’intelligenza di un computer, sa fare a mente calcoli complicatissimi, ma è del tutto impreparato, ingenuo e indifeso di fronte alla vita. Possiede quindi pochissimi mezzi a suo favore per avere un'esistenza armonica. A fronte di un intelletto sviluppatissimo, uno spirito razionale e analitico, ha lo squilibrio abissale di una emotività fragilissima. La sua esistenza volge quindi nel tentativo continuo di equilibrare due forze impari e, quando la vita lo costringerà -suo malgrado- ad affrontare da solo la discesa agli inferi, cioè a scavare nei meandri della propria sconosciuta e ancora vulnerabile (in quanto troppo nascosta) essenza, ecco che avverte – come un macigno cosmico- l'immane difficoltà che questa gli comporta per poi risalire dagli inferi, di cui avverte tutta la maestosa/rischiosa vischiosità, alla vivida luce delle stelle.
Avrei voluto dormire così da non dover essere obbligato a pensare, perché l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era tutto quel dolore che provavo perché non c’era spazio per nient’altro dentro la mia testa, ma non potevo andare a letto e non potevo far altro che rimanere seduto dov’ero e non c’era nient’altro da fare se non aspettare e continuare a soffrire.” (da Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon)-

Ormai lo aveva imparato. Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.” (da La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano) - Come due binari sono sempre vicini e paralleli  ma raramente si incontrano per poi ridividersi e rincontrarsi all'infinito. Quì i protagonisti si sentono completi solo nel momento in cui stanno insieme. Nonostante ciò non riescono a superare il muro di solitudine che li separa, e Mattia ripartirà senza che il loro rapporto abbia avuto alcuno sviluppo. I due ragazzi sono infatti paragonati a due numeri primi gemelli  (numeri primi solitari ed isolati, ma vicinissimi fra loro, poiché la loro differenza è 2): accomunati dalle stesse particolarità, attratti l'uno verso l'altra, non riescono mai ad unirsi, perché divisi da un invalicabile ostacolo.

"Francesca è la donna che amo. È un arcipelago. Un insieme di meravigliose isole che io, navigando nelle loro acque, visito in tutte le loro delicate forme. Di lei conosco ogni piccola sfumatura, ogni minuscolo dettaglio. Conosco i suoi silenzi, la sua gioia. I suoi mille profumi, l’ombra dei suoi baci, la carezza del suo sguardo. Amo la rotondità della sua calligrafia. La luminosità delle sue spalle nude e il suo collo a cui ho sussurrato i miei più intimi segreti. Sono incantato dalla capacità che hanno le sue mani di creare attimi di eternità dentro di me. Adoro i territori dove mi conduce quando mi abbraccia. Territori che conosco pure non essendoci mai stato. E nonostante tutta questa conoscenza riesco ancora ad emozionarmi e a regalarmi istanti di stupore." (F.Volo)

 

 Secondo la teoria dei porcospini (o istrici, o ricci) di Schopenauer: "Un gruppo di porcospini in una giornata fredda, si stringono vicini per proteggersi col loro calore. All’inizio stanno bene, ma dopo un po’ cominciano ad avvertire le spine degli altri, allora sono costretti ad allontanarsi per non sentire il dolore. Poi il bisogno di calore li spinge nuovamente a riavvicinarsi e ancora ad allontanarsi, così che i porcospini sono continuamente sballottati avanti e indietro, spinti dai due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.” (Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396) Fabio Volo in un suo libro aggiunge:  “I difetti, le abitudini, i comportamenti o le esigenze degli altri sono le spine, ognuno ha le sue. Alcuni porcospini però sono in grado di produrre molto calore interno. Questi quindi riescono a trovare la giusta distanza dagli altri o addirittura a non stare con loro.”  E nel film di Verdone “L’amore e’ eterno finchè dura” appare quanto oggi viviamo sempre di più in un universo composito: di difficoltà  di comunicazione, di introspezione spinta agli estremi, di egoismo silenzioso ed  autolesionista. In questo nostro mondo dove si collezionano conoscenze più che amicizie vere e scambi più o meno asettici di fluidi (in senso concreto ed astratto - vedi anche L'Amore liquido di Z. Bauman*) per la paura di contaminarci in una vera relazione. L’amore risulta così confinato in un’area non invasiva, in uno spazio ben delimitato, che non si estende a tutte le zone della personalità e che, fisicamente, si esprime nella scelta di vivere in stanze separate o -ancor meglio- in case separate. Salvo consentire ai due (amici, amanti, fidanzati???) di riunirsi per vedere una videocassetta o per trascorrere -una tantum- la notte insieme. Ma sempre alla debita distanza, in esistenze parallele. Questa è la ormai famosateoria dei ricci” elaborata dai personaggi del film di Verdone, tuttavia, è solo erroneamente agli antipodi del matrimonio. Parte, cioè, dal presupposto -discutibile- che questo neghi ogni libera espressione della personalità, ma riveste  in più, il disagio che si dipinge negli occhi del regista e che appare quanto mai vero e personale, dando ancor più da pensare.

*"La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia. I protagonisti di questo libro sono gli uomini e le donne nostri contemporanei, che anelano la sicurezza dell'aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno. Eppure sono gli stessi che hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili e temono che un legame stretto comporti oneri che non vogliono né pensano di poter sopportare. Anche la vita odierna può definirsi liquida...stress, consumismo ossessivo, paura sociale e individuale, città alienanti, legami fragili e mutevoli: il mondo in cui viviamo sfoggia una fisionomia sempre più effimera e incerta. È liquido. Una società può essere definita liquido-moderna se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. La vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo. Sospinta dall'orrore della scadenza, la società liquida deve modernizzarsi o soccombere. E chi la abita deve correre con tutte le proprie forze per restare nella stessa posizione. La posta in gioco di questa gara contro il tempo è la salvezza (temporanea) dall'esclusione. Credevamo che nella modernità saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. "Noi, uomini e donne che abitiamo la parte "sviluppata" del mondo (la più ricca, la più modernizzata), siamo "oggettivamente le persone più al sicuro nella storia dell'umanità". Lo siamo contro le forze della natura, contro la debolezza congenita del nostro corpo, contro le aggressioni esterne. Eppure proprio noi che godiamo di sicurezza e comfort senza precedenti, viviamo in uno stato di costante allarme. Questo è un inventario delle nostre paure. È il tentativo di scoprirne le origini comuni, di esaminare i modi per disinnescarle e aprirci gli occhi sul compito con cui dobbiamo confrontarci se vogliamo che domani i nostri simili riemergano più forti e sicuri di quanto noi siamo mai stati.Sulle spalle degli individui ricade oggi l'onere di identificare le soluzioni più opportune per problemi sociali in realtà irresolubili sul piano individuale legati alle forme del lavoro, oggi sempre più precarie; a relazioni interindividuali strutturate in modo crescente sul breve termine; al rapporto con una sfera pubblica fortemente privatizzata. Spaziando dalla sociologia agli studi culturali alla scienza politica, Bauman mette in luce, insieme alle risorse e ai limiti dell'agire contemporaneo, le dinamiche identitarie nell'epoca della precarizzazione.  Il nostro pragmatismo ha espunto Dio dalla vita quotidiana: neanche a lui sappiamo più rivolgerci per dare senso alle cose che facciamo. La perdita di una concezione unitaria del mondo ha determinato nell'etica e nella pratica contemporanee la spinta ad affrontare i problemi morali seguendo criteri diversi da quelli imposti dalla modernità, dettati dalla scelta di riempire il vuoto lasciato dalla supervisione morale della Chiesa con un codice di regole razionali che gli uomini potessero apprendere e rispettare. Bauman elabora la critica a partire dall'aporia conseguente a questa scelta, definita dall'impossibilità di separare e al tempo stesso conciliare l'autonomia degli individui e l'eteronomia delle persone.


- A volte i minuti non sono minuti, sono reincarnazioni di vite. Nell’attesa, sono già rinato mille volte. Ho percorso tutta la catena alimentare. Sono stato zanzara, armadillo, elefante…
- Chi non si ama può darsi a chiunque.
- Ci sono bellissime storie d’amore nel fondo delle borse, tra i pacchetti di sigarette e le chiavi; per questo a volte si fa fatica a trovarle, semplicemente perché tentano di nascondersi per poter rimanere lì.
- La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa
- Dava l’idea di essere una donna che dona tutto, ma non regala niente.
- Era come se andando via in realtà avessi preso la rincorsa per tornare più vicino.
- Erano state le lacrime ad aprirmi la porta della sua vera intimità.
- "Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po’ che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola."
- Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni a incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.
- Gli infelici valutano constantemente gli altri, criticano continuamente il loro comportamento e spesso su di loro sfogano il proprio personale malessere o fallimento.
- Ho letto da qualche parte che il vero motivo per cui si sono estinti i dinosauri è perché nessuno li accarezzava. Bisogna sperare che l’uomo non faccia lo stesso stupido errore con le donne.
- Il cammino si fa da soli: in 2 è una scampagnata.
- In qualsiasi momento della vita si può prendere in mano le redini e cambiare il proprio destino.
- L’amore per sé è il ponte necessario per arrivare all’altro.
- La cosa più fastidiosa quando mandi un messaggio a una persona a cui tieni è che dal momento dell’invio parte il conto dei minuti. Rispondi, rispondi, rispondi. Non ha risposto. Magari ha il telefono spento. Che faccio chiamo, faccio uno squillo per vedere se è acceso? E se poi è acceso? Messaggio più chiamata: divento pesante. Chiamo con anonimo. Solo che se faccio uno squillo e poi metto giù capisce che sono io che controllo. Lo capisce? Sì, lo capisce. A volte i minuti non sono solo minuti, sono reincarnazioni di vite.
- La prima cosa che due persone si offrono stando insieme dovrebbe essere un sentimento d’amore verso se stessi. Se non ti ami tu, perché dovrei amarti io?
- La prima volta che ci siamo frequentati non eravamo in grado di amarci. Eravamo come due persone che hanno tra le mani lo strumento che amano, ma non lo sanno suonare. Poi abbiamo imparato.
- Le cose non si vedono per ciò che sono ma per ciò che sei!
- L’odio appartiene ad attimi di impotenza.
- Mentre la sfioravo, sentivo sulla punta delle dita una forza misteriosa che mi attraeva verso di lei.
- Non avevo nulla, nemmeno i mobili, ma mi sentivo pieno. Arredato dentro!
- Non ci si può far niente, le persone che amano si finisce sempre per amarle. È una legge della natura.  
- Pensare a se stessi non è egoismo. Egoismo semmai è occuparsi solo di se stessi.
- Voglio lasciarmi andare, voglio di più per me voglio buttarmi per cadere verso l’alto.






da: "amo me stesso ma è un amore non corrisposto"
...sono l'eterno emigrante dell’inconsueto...

"La vita premia i coraggiosi ma punisce gli incoscienti”
“Often a dreamer is a looser!”

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi ma nell’avere nuovi occhi”  Più ci si allontana e più si cade tra le braccia di chi, prima di noi, ha percorso gli evanescenti sentieri della fuga. Come colui che voleva raggiungere il sole rincorrendo la propria ombra, si ritrovò a osservare l’astro nascente da dietro che, nel pieno dell’alba mattutina, raffigurava se stesso in un tramonto senza eguali mentre, bendato di sudice nuvole, con latte di coniglia filtranti da una ferita nel fianco, faceva rotolare via la pietra dalla tomba della notte per emergere, pallido ed incerto ma trionfante, nel cortile di questa nostra parte di mondo....vidi improvvisamente tra la folla questa figura femminile dall’inafferrabile portamento di Geisha, leggendaria e idealizzata in tutto il suo arcano fascino, maschera di un sublimato erotismo esotico, schiava votata a soddisfare i desideri maschili ma anche algida e irraggiungibile nel suo cerimoniale di gesti rituali e stilizzati, avvolta e coinvolta dalla cascata dei suoi vigorosi e luminescenti capelli...La vidi, e impacciato m’avvicinai con passo da cammello, inebriandomi del suo profumo di frutta psichedelica: non so perché, ma mi sentivo goffo e presuntuoso, privo delle qualità minime per insinuarmi nella vita di una ragazza così.Avrei voluto sciogliere a parole la tensione e rendere la comunicazione più facile, ma non riuscivo a trovare il tono né gli argomenti giusti, mi sentivo rigido e innaturale come un baccalà. Mi sembrava di dovermi fare avanti, dimostrarle qualcosa di me, e avevo solo parole a disposizione. Non riuscivo a trovare nessuno strumento suggestivo da suonare per le sue orecchie… “Gli uomini s’innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie”… e la tenevo, la tenevo come la cosa più pregiata di questa Terra. Non aveva il tempo di respirare da sola, perché io respiravo con lei; non poteva avere fame, perché io l’avevo già saziata; non poteva desiderare, perché io l’avevo già soddisfatta; non poteva scappare… perché io l’avevo già incatenata… E la sera ci si accucciava insieme, insieme si dormiva e si giocava al dottore del turno notturno, insieme ci si mescolavano gli umidi umori. Poi al mattino, mentre lei ancora dormiva, restavo interi attimi ad osservarla, le sfioravo i capelli, la ascoltavo dormire, vigilavo sulla sua dolcezza. A volte la fissavo così intensamente da svegliarla...

“Rinuncia tu al potere di attrarmi e io perderò la volontà di seguirti”
“Ama chi sposi, non sposare chi ami”
“Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà…
 un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà…”



Dal pensiero filosofico greco è derivata, in Occidente, una mentalità logica, matematica, razionale, scientifica, gerarchica.  Il pensiero Orientale invece è analogico, metafisico, simbolico, interconnesso con la catena di causa-effetto.
“Colui che ha saputo vivere, saprà anche morire…”



“Spesso il pessimismo viene esibito come scusa per il rifiuto di responsabilità di cui si sente il peso” La depressione è soltanto una questione di prospettiva. Ogni volta che la visione del mondo si rimpicciolisce, i nostri problemi o i nostri mali ci paiono importantissimi, la nostra morte orribile, impensabile. Se la visione si allarga e si riesce a vedere il mondo nella sua interezza e magnificenza, il nostro stato, pur penoso che sia, diventa parte di quella vastità, di quell’eterno, naturale arrovellarsi dell’uomo. “La depressione è rabbia senza entusiasmo!”  Ciò che fa alzare molti dal letto alla mattina è solo la speranza, il sogno di un’esistenza diversa da realizzare per mezzo della quotidiana pena. “… capì che avrebbe potuto guardare il mondo come una povera vittima delle avversità, oppure come un avventuriero in cerca del mistero della vita…” “Non si è soli quando qualcuno ci ha lasciato, si è soli quando nessuno è mai venuto” ... il mio sangue canta canzoni d’amore non corrisposto, e sento che le canterà per tutta la notte, mentre io scivolo dentro e fuori dal sogno e dal delirio, incapace di distinguere l’uno dall’altro...Accompagno lei che non c’è più, mano nella mano in questo silenzio assordante, ed il suo profumo si allunga sopra e dentro me: arma letale che mi imprigiona al desiderio..L’amore è abbondante ma anche scarso, come l’acqua dell’estate, e scalda come il fuoco, e toglie il fiato come le mani di un assassino, tiene svegli come il vento del deserto, apre il petto come una spada di miele, e fa ridere come un lungo assaggio di vino buono... I respiri, carichi di ardente libidine, tradiscono la gloria di questo nostro Cielo. Alle anime riponiamo l’ebbrezza di questa sconfinata passione. Il buio ci veglia, e noi ci affidiamo alla sua volontà. Amen! “La malinconia non la si può scacciare, non resta che sopportarla con dignità”… Qui è notte ormai, non più sera ma notte fonda, da buio pesto. La sera di solito ha il pomeriggio appeso alle falde della giacca, ha vere e proprie pagliuzze di luce che le aderiscono ai baveri come lanugine, ma la notte è intransigente, è estrema. I margini scuri del giorno sono stati cancellati dalla densa resina del buio, oscurati dal suo getto di nero di seppia...Io amo me stesso, ma è amore non corrisposto: bella è la vita, belli siamo noi!


  Tutto si può cambiare, migliorare o modificare…
 ma se non hai mai sbagliato o fatto, rimane solo una cosa:
la voglia di tornare indietro e provarci!

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