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lunedì 3 settembre 2012

orizzonti





dove nulla

da nulla è diviso,

nel punto fermo (o quasi)

d’una geometria precaria,

comunque ancora in bilico ed incerta.


tra la chiusura e l’apertura dell’orizzonte,

quando due pianeti sorgono complici

l’uno alla vista dell’altro,

nell’atto stesso del loro

reciproco comparire

d’un desiderio

uguale.

Là,

in quello spazio-terra di mezzo,

dove l’arcobaleno si staglia

 a far da ponte:

quale nuovo collegamento

all’avvio d’un viaggio che sarà

-lungo o breve- greve e mis-conosciuto,

fatto di semplici sguardi

che, a specchio di magici astri,

entrambe li tras-figura

 rendendoli vivi

e, per una volta ancora,

eterni partecipi del vero,

abbracciati a quell’unico, eppur possibile,

atto di fede.

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17/08/2009

siamo specchi, siamo spicchi di mare

per ritrovarci abbiamo bisogno di specchiarci
l'uno negli occhi dell'altro -sì, perché l'altro che non è
che l'altra parte del sè- e possiamo riconoscerlo
avvertirlo: come il calore di casa,
posiamo sentirne l'odore e vederlo: 
come un'orma, come una traccia,
è come il profumo che la pioggia lascia  sulla terra
ora che è bagnata di te.
e, al solo sapere che esisti, che sei qui, in questo mio tempo,
m'invade un'immensa allegria
perchè i miei sospiri ora sanno
di poter trovare rifugio nel tuo cuore
e che nel tuo amore si annulla
tutta la  vita mia
che l'esistenza ha un senso compiuto:
il senso del mio nulla.
e siamo mare, siamo maree
e ho tirato su forte col naso l'odore del sale
e sulla lingua è già pietanza
e nello specchio dei tuoi occhi
ho visto la mia pianura:
azzurra luccicante
tanto da stringere -gli stessi occhi- per la troppa luce.

Tutti i diritti riservati
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Nel Prologo al suo vangelo, Giovanni delinea prodigiosamente e sinteticamente l’evento più straordinario nella storia dell’umanità e con una semplicità disarmante ne attesta la profondità spirituale ed esoterica. Infatti, se valutiamo la Trinità come Potenza (Padre), Amore (Figlio), Sapienza (Spirito Santo) possiamo constatare la “coerenza ispirata” del primo versetto:  In principio era il Verbo, cioè la Parola, il Comando, il Potere, la Volontà del Padre di creare (volere è potere). E il Verbo (la Parola) era con Dio: essendo tutt’uno con Lui, quindi scaturita da Lui e manifestatasi nel Tempo; la Parola per antonomasia cioè il Figlio–Amore il Cristo, concretizzazione visibile del Pensiero voluto dal Padre e ispirato dallo Spirito. Ed il Verbo (la Parola) era Dio, la Sapienza, lo Spirito Santo che ha permesso e illuminato la realizzazione di tutto ciò.
Abbiamo qui un’inequivocabile testimonianza della Divinità Assoluta dell’Unigenito espressa con una possanza come solo lo Spirito può suggerire e nel contempo una più accessibile comprensione del Dio Uno e Trino.
Quindi: 1. Concetto Iniziale 2. Concretizzazione dell’Idea 3. Realizzazione finale del Progetto Salvifico. E’ sempre lo stesso Dio dunque che si manifesta in tre prerogative diverse, ma rimanendo sostanzialmente Uno. Ecco l’intimo significato del mistero della Trinità tenuto nascosto nei secoli sotto il velo del mito. Tutto fu fatto per mezzo di Lui...  Ci riporta al nostro sommo Poeta: “Amor che move il sole e le altre stelle” (Epilogo della Divina Commedia). Infatti il Cristo disse: “Senza di Me non potete far nulla”. (Gv 15, 5). Ed è naturale che senza l’Amore niente potrebbe esistere. Ma l’Amore è anche Sapienza e nello stesso tempo è Potenza. Ecco il Cristo bambino rivelare la Sapienza tra i dottori nel Tempio e ancora manifestare la Potenza nel compiere i miracoli ma soprattutto palesare l’Amore fino alla morte. Alla morte di Croce. E prosegue Giovanni:  In Lui era la Vita “Io sono la Via, la Verità, la Vita”. (Gv 14, 6). ...e la Vita era la Luce degli uomini; e la Luce splende tra le tenebre, Io sono la Luce del mondo: chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la Luce della Vita. (Gv 8, 12). ...e le tenebre non l’hanno compresa. Incalza Giovanni presentando il Precursore, colui che avrebbe preparato le vie del Signore. Vi fu un uomo mandato da Dio... Era giunto il tempo in cui doveva esserci il passaggio dalla Legge del Taglione a quella più perfetta dell’Amore e del Perdono: la venuta del Messia. Giovanni Battista invitava al pentimento e alla purificazione con l’acqua, in attesa di quella definitiva portata dal Cristo col fuoco. Ma a tutti quelli che lo ricevettero... Egli ha riscattato tutti noi dalla prigionia della prima adesione a Lucifero e con il Suo Sacrificio ci ha spalancato la porta dei Cieli, lasciandoci liberi però di seguirlo oppure no. Lo Spirito svela dunque nelle profondità dell’anima la nostra vera Origine, solo che noi diamo l’assenso ed il riconoscimento a tale incommensurabile atto d’Amore. Ed il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi; e noi abbiamo contemplato la Sua Gloria... perché la Legge fu data per Mosè ma la Grazia e la Verità è venuta per Gesù Cristo.
l’acqua non è sufficiente
per far nascere una pianta,
ci vuole il Sole

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