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lunedì 21 gennaio 2013

"...Da grembo a tomba siamo legati ad altri passati e presenti e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro. Le conseguenze della vita di un individuo si spalmano per tutta l'eternità."




 Dan Glass é il supervisore degli effetti speciali di Cloud Atlas. E abbiamo indagato sulle difficoltà della lavorazione, sul rapporto coi registi e sull'essenza di questo attesissimo lavoro.Ecco la sua intervista:
Con Cloud Atlas ha ritrovato i fratelli Wachowski della saga di Matrix, mentre per la prima volta ha collaborato con il tedesco Tom Tykwer. Com'è stato lavorare con loro tre?
"Sono abituato a lavorare con i fratelli Wachowski, ho conosciuto Tom sei anni fa, è una persona alla mano, semplice e veramente intelligente. Realizza film in modo davvero naturale e siccome viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda è molto semplice arrivare all'obiettivo. Il loro modo di fare animazione e di pensare è brillante".
Quali sono le difficoltà che ha incontrato nella realizzazione degli effetti speciali del film?
"Ho dovuto affrontare tre grandi sfide. La prima è stata quella di dover soddisfare un progetto così ambizioso, si trattava di coordinare sei diverse storie, due diverse squadre su due diversi continenti. Il compito più difficile è stato quello di mantenere la coerenza tra le scene del film e la trama del libro. La seconda sfida è stata quella di realizzare una storia ambientata nel futuro dove tutto doveva essere progettato con attenzione, dall'architettura ai dispositivi sino ai più piccoli dettagli. L'ultima grande sfida è stata quella degli attori, che dovevano immedesimarsi in razze diverse e quindi anche il team del make-up ha dovuto lavorare sodo".
Ha da poco lavorato a The tree of life di Malick, un'esplorazione della vita dell'uomo e dell'universo molto particolare. Ora con Cloud Atlas affronta un'epica storia del genere umano in cui azioni e conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato. Entrambi film ambiziosi. Ha riscontrato delle analogie?
"Penso di sì, c'è un senso di astrazione della razza umana che si riflette sugli effetti visivi. The tree of life, come d'altronde Cloud Atlas, è sensazionale".


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