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mercoledì 2 gennaio 2013

più in là, ancora più in là... del respiro

Alessandro D’Avenia da “Cose che nessuno sa”
Alessandro D’Avenia da “Cose che nessuno sa”

il respiro a doppio fiato della vita:
piu due amanti si baciano piu' entrano in un vortice d'aria chiamato vita...

…ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu…

In sottofondo: “Cu ti li dissi” – Carmen Consoli

« medium: fondatore del rapporto intersoggettivo, e modifica retroattivamente i due soggetti» (Lacan)
...dall’agonia dell’agape: la comunione d’amore fraterno celebrata dai primi scrittori cristiani e dallo sfaldamento del senso di comunanza e sostegno; nello sforzo creativo ed esistenziale -tentativo estremo di dare un senso ultimo all'esistenza e alla sua stessa opera - l'artista ha un forte impeto: cercare di recuperare in qualche modo «ciò che è andato distrutto»  sotto la morsa di implacabili forze entropiche - perciò si domanda:
«O Dio, o Dio, o Dio
Chi m’ha tolto a me stesso
Ch’a me fusse più presso
O più di me potessi, che poss’io?».
(Michelangelo Buonarroti) 
 ...circa l’Io che poteva fare di più...
Lui o un altro che differenza fa
Se poi ho da sentirmi sempre sola?
Sola con la mia moribilità…
se esistesse questa bella parola…

E se stramazzo giù nei miei inizi?
Sola con me è peggio che con lui...


Prendimi e mangiami: questo è il mio corpo
Bevi tutto il mio sangue: sia il tuo vino...

 (da Cento quartine di Patrizia Valduga) 

n.b.: La donna (in funzione di io-lirico) è attratta dalla bellezza del partner nell’eccitazione, e porta in scena dubbi e speculazioni sull’«agguato»; al contrario, l’amante è concentrato sull’esaltazione della fisicità, e per questo distoglie la donna dalla riflessione, in vista di un «combattimento» di soli sensi. Nella seduzione, la riscrittura del passato letterario (svelato l’invito catulliano del carme V) accompagna la tanto attesa voce dell’amante.  Al tempo stesso «schiavo», «padrone» e «signore», l’uomo giustifica le azioni per «il desiderio che non trova pace/ e va peregrinando sul tuo corpo». La donna, d’altro canto, ricorre alla metafora del viaggio per esprimere l’inerpicarsi verso il delirio orgasmico. E' diverso anche l’investimento emotivo: la donna sogna una «indivisa vita condivisa», mentre l’uomo sollecita un soddisfacimento immediato ed egoistico dei suoi desideri sessuali, scalcia potentemente l’evasione immaginativa dell’io-lirico, le richieste di «parole tenere» e si sfila giocosamente dalle speculazioni. Nonostante ciò, la superficialità dell’amante è solo apparente: comprende appieno la necessità di una caccia senza delitti «Cerchi la caccia, mica prede e stragi», funzionale all’oblio di sé «Per scordarmi di me almeno un po’»,  «fammi dimenticare la mia vita».
 Dopo un temporaneo immalinconirsi della donna per il suo passato e la conseguente gelosia dell’amante, si passa a una preghiera a Dio: «Ma solo se sarai molto più mio/ saprò amarti col cuore e non coi nervi». Infatti, l’amante ha la capacità creatrice e taumaturgica di «plasmare» non solo il presente e il futuro, ma anche il passato «quel povero passato che tu plasmi/ come plasmi il mio corpo nell’amore».  
Si chiude la notte con la supplica che l’amante continui a  «passeggiarle la mente/ tutti quanti i giorni dell’amore» :
Tutti i giorni, amore, dell’amore:
l’uno nell’altra, fusi, per amore,
trasfusi l’uno nell’altra, per amore,
trasumanati, amore, nell’amore
.
Infine, alla preghiera «cosa mistica e profonda» di illuminare l’oscurità, l’uomo replica di ritrovarsi nella concretezza del bacio, ma la donna sembra resistere: «Non voglio più baciarti in nessun posto»:
«Vuoi che tutto finisca e niente duri?
che ognuno vada a fare i fatti suoi?
Stacco il telefono, chiudo gli scuri:
e che la notte ricominci! Vuoi?
».
E' la circolarità della strofa, dove si nota la richiesta di consenso: la comunicazione si realizza nell’accertamento della reciproca volontà. Tornano i temi-chiave: dall’ansia dell’effimero (trasferitasi per osmosi dalla donna all’amante), all’individualità indifferente, fino alla proposta di rinnovare artificialmente la notte, cronotopo della congiunzione fisica ed, ora, finalmente, dell’«amore corrisposto».
E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.
(Luigi Pirandello)
 
Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto…(Himlett)


*** 
La lotta incessante contro la solitudine, l'inadeguatezza ed il senso di abbandono sfocia nel sofferto traguardo della conquista dell'amore e di un'esistenza piena e autentica che ci consente di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.
***
"Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infautazioni a senso unico l’oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione. Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe bruscamente il flusso di un’energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d’indefinito." (da Fai bei Sogni, Massimo Gramellini)

La vita, amore mio, è la pienezza.
La vita sono un uomo e una donna che si incontrano
perchè sono fatti l’uno per l’altra,
perchè sono, l’uno per l’altro,
ciò che la pioggia è per il mare:
l‘uno torna sempre a cadere nell’altro,
si generano a vicenda,
l’uno è la condizione dell’altro.
Da tale pienezza nasce l’armonia,
e in questo consiste la vita.
Una cosa rarissima fra gli esseri umani.
(Sándor Márai)
TU "Mi svegli l’anima bussando da dentro, perché chi bussa da fuori troverà mille altri tesori ma non l’amore" 
E allora dai, sbrigati! ché troppo in fretta "passiamo -senza neanche farci caso- dall'età in cui si dice "un giorno farò cosi..." all'età in cui si dice "è andata così..."
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