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martedì 17 luglio 2012

All'imperfetto preferisco il ...

Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva.

Alessandro Baricco, Castelli di Rabbia

ballo in maschera vogue 8
Franco Battiato é nato in Sicilia e precisamente a  Ionia, Catania, nel 1945; dopo un periodo di studio e di sperimentazione, tra musica classica e rock d'avanguardia, negli anni '70  ha dato il via alla pubblicazione di numerosi album (il primo, Fetus, del 1971, è dedicato all'opera di A. L. Huxley),  nel 1978 ha ottenuto il premio Stockhausen per L'Egitto prima delle sabbie per pianoforte. Ritornato alla canzone con L'era del cinghiale bianco (1979), nel 1981 la sua canzone Per Elisa, cantata da Alice, che ha vinto il Festival di Sanremo. Il motivo spirituale, sempre presente nella sua musica ed in particolare il riferimento alla cultura e alla mistica islamica, si è intensificato negli album successivi (La voce del padrone, 1981; L'arca di Noè, 1982; Orizzonti perduti, 1983; Mondi lontanissimi, 1985; Echoes of sufi dance, 1985), fino a diventare dominante in Fisiognomica (1988). Nel 1985 ha creato le edizioni L'Ottava, seguite nel 1989 dall'omonima etichetta discografica. Dalla seconda metà degli anni Ottanta l'interesse di B. si è concentrato sulla tradizione colta, con l'opera lirica Genesi (1987), seguita dall'album Come un cammello in una grondaia (1991, dedicato in larga parte a Lieder ottocenteschi), dalla seconda opera lirica Gilgamesh (1992), dalla Messa arcaica (1994) e da Campi magnetici (2000), musiche per il balletto di P. Decina su commissione del Maggio musicale fiorentino. L'attività di cantautore ha ricevuto nuovo impulso dalla collaborazione avviata a metà degli anni Novanta con il filosofo M. Sgalambro, autore di testi degli album L'ombrello e la macchina da cucire (1995), L'imboscata (1996), Gommalacca (1998), Ferro battuto (2001), Dieci stratagemmi (2004), Il vuoto (2007), Inneres auge (2009), l'antologia Sigillo d'autore (2010); nel 2011 ha composto l'opera  Telesio, con lo stesso Sgalambro. B. ha svolto anche attività come pittore, con la presentazione di alcune mostre personali. Il suo eclettismo ha abbracciato anche il cinema, con l'esordio nella regia avvenuto nel 2003 con Perduto amor, film che narra il percorso formativo di un uomo di nome Ettore, tra la Sicilia e Milano del secondo dopoguerra. Il suo secondo film, Musikanten (2006), mette in scena, da una prospettiva insolita, gli ultimi anni di vita del compositore L. van Beethoven.


Franco_Battiato_5
“dodici canzoni di pretenziosa metafisica”:

L'Egitto prima delle sabbie/ Haiku  / Le sacre sinfonie del tempo / Stati di gioia /   Il vuoto/Il re del mondo / L'ombra della luce / L'oceano di silenzio / Lode all'inviolato / Io chi sono / Tiepido aprile / La porta dello spavento supremo / Stage door / E ti vengo a cercare/ L'addio / La canzone dei vecchi amanti / Se mai
L'animale / La cura / L'era del cinghiale bianco
 Inneres Auge - Caffè de la Paix:...
 in farsi - Dar daryaye zolmat khorshid ke napadid shod... - intonata dalla voce celestiale di Pouran Ghaffarpour

Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da  altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c'è a organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello stato?


Non ci siamo capiti !!!...
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro?
La giustizia non è altro che una pubblica merce...
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.


La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse s'intravede un chiarore
che con il tempo
e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore: inneres auge, das innere auge



La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato...
mi basta una sonata di Corelli, perché mi meravigli del creato!

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