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martedì 24 luglio 2012

L'Amore...


ai tempi del colera ...(Gabriel García Márquez)

E presi coscienza che la forza invincibile che ha spinto il mondo
non sono gli amori felici bensì quelli contrastati.
Nella città caraibica di Cartagena...Florentino e Fermina...
Un amore platonico che infiamma il cuore e che dura da più di 50 anni  ("cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese")e che - nonostante lui si fosse tuffato ben in 622 storie di sesso sfrenato e  amori passeggeri, tutti catalogati con minuzia sopra un taccuino - gli faceva dire all'amata di essere rimasto vergine;e in effetti lui era vergine, perchè il sentimento che nutriva dentro era la cosa più pura che mai essere umano avesse potuto offrirle in nome dell'amore...


http://it.wikipedia.org/wiki/L'amore_ai_tempi_del_colera_(romanzo)
incipit:
Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì non appena entrato nella casa ancora in penombra, dove si era recato d'urgenza a occuparsi di un caso che per lui aveva smesso di essere urgente già da molti anni. Il rifugiato antillano Jeremiah de Saint-Amour, invalido di guerra, fotografo di bambini e suo avversario di scacchi più compassionevole, si era messo in salvo dai tormenti della memoria con un suffumigio di cianuro d'oro.
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.
Ma era lì. Voleva trovare la verità, e la cercava con un'ansia appena paragonabile al terribile timore di trovarla, sospinta da un vento incontrollabile più imperioso della sua alterigia congenita, più imperioso persino della sua dignità: un supplizio affascinante.


«Ricco no» disse, «sono un povero con soldi, che non è la stessa cosa.» ...la ragazzina alzò gli occhi per vedere chi stava passando davanti alla finestra, e quello sguardo casuale fu l'origine di un cataclisma d'amore che mezzo secolo dopo non era ancora terminato...non lo guardò, non interruppe il ricamo, ma la sua decisione socchiuse una porta da cui entrava un mondo intero...Lei era così abbagliante da sembrare l'unica in mezzo alla folla...Gli sembrava così bella, così seducente, così diversa dalla gente comune, che non capiva perché nessuno rimanesse frastornato come lui al rumore ritmico dei suoi tacchi sul selciato della via, né si sconvolgessero i cuori con l'aria dei sospiri dei suoi falpalà, né impazzissero tutti d'amore al vento della sua treccia, al volo delle sue mani, all'oro del suo ridere....Doveva insegnarle a pensare all'amore come a uno stato di grazia che non era un mezzo per nulla, bensì un'origine e un fine in sé....Così pensava a lui senza volerlo, e quanto più pensava a lui più le veniva rabbia, e quanto più le veniva rabbia tanto più pensava a lui, finché non fu qualcosa di così insopportabile che le travolse la ragione. ..Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato...È incredibile come si possa essere tanto felici per così tanti anni, in mezzo a tante baruffe, a tante seccature, cazzo, senza sapere in realtà se è amore o se non lo è...Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello....Florentino Ariza rimaneva esausto, incompleto, a galleggiare nella pozza di sudore di entrambi, ma con l'impressione di non essere che uno strumento per godere...Fino ad allora l'aveva sorretto la finzione che il mondo fosse quello che passava, passavano i costumi, la moda: tutto meno lei. Ma quella sera vide per la prima volta in modo consapevole come stesse passando la vita di Fermina Daza, e come passasse la sua stessa vita, mentre lui non faceva altro che aspettareNé lui né lei avevano vita per nulla di diverso che pensare all'altro… perché mai avrebbe ammesso la realtà che Florentino Ariza, nel bene o nel male, era l'unica cosa che le fosse accaduta nella vitagli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma che la vita li costringe ancora molte altre volte a partorirsi da sé... lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti nè confini... i sintomi dell'amore sono gli stessi del colera...Nel corso degli anni entrambi arrivarono, seguendo vie diverse, alla conclusione saggia che non era possibile vivere altrimenti, né amarsi altrimenti: nulla a questo mondo era più difficile dell'amore.  

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