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domenica 28 agosto 2016

di vita in vita...di tantra in tantra...di chakra in chakra


… L’uomo vede la donna come una Dea. La donna vede l’uomo come un Dio……Non c’e’ alcuna adorazione oltre a questa…” – (Candamaharosana Tantra)
 
Se sei in un percorso di crescita interiore per te è importante sapere chi è colui o colei con il/la quale ci ti appresti ad avere un incontro erotico/sentimentale o sessuale. Ovvio che non ti si richiede di conoscerlo a 360°altrimenti non avrebbe senso l'incontro, ma almeno ti si richiede di 'sentire' il suo potenziale energetico-vibrazionale poiché lo stato di coscienza del compagno/a viene unito al nostro e pertanto ne viene estremamente influenzato ovvero contaminato e, siccome è importante amarci in primis è altrettanto importante scegliere tra ciò che può rappresentare il meglio per noi che aspiriamo naturalmente alla felicità.
L'atteggiamento interiore dovrebbe essere quello dell'apertura totale del cuore nei confronti dell'altro. Non si può incontrare il partner se si hanno resistenze, rancori o chiusure di qualche tipo; l'energia sacra così non scorre. È necessario essere disposti ad aprirsi totalmente in un abbraccio profondo nel quale abbandonarsi fino in fondo, mantenendo quel tenero sguardo assolutamente non giudicante, che permette di svegliare sempre più la consapevolezza di Sé. È il cuore aperto che rende appagati e permette di fluire con la vita; nessun partner sarà mai in grado di renderci liberi e felici. L'errore più grande è infatti quello di credere che il proprio compagno/a possa sostituirsi a qualcosa che potremmo paragonare a D-io o al sacco amniotico, piuttosto che al seno della mamma e che possa quindi saziare ogni nostro bisogno d'amore. Se il nostro cuore è chiuso, non scorrerà in noi né l'amore né la felicità! Per entrare nella sacralità del sesso occorre, innanzi tutto, essere disposti ad aprirsi totalmente all'altro, a tutti i livelli, senza inibizioni e senza paura di doversi difendere con la chiusura del cuore. Cercando di essere sempre più naturali e spontanei, quindi si può permettere all'apertura del cuore di chiamare il sacro fuoco (Vril) che richiede poi tutto il nostro ascolto e tutta la nostra accoglienza per riuscire a procedere nel suo percorso. Il secondo passo è riconoscere il divino che c'è nell'altro e fare l'amore proprio con il suo aspetto illuminato e risvegliato. A tal fine immaginate il corpo del vostro partner completamente di luce, come un vero Dio. Di fronte a voi avete la manifestazione della piena potenzialità illuminata del vostro compagno/a e quella abbracciate abbandonandovi totalmente.  Non vi devono interessare i difetti e le mancanze dell'altro ora, altrimenti è con l'energia di questi che vi unirete. Richiamando la vera natura divina dell'altro, sarà con questa che farete l'amore e questa avrà il potere di formare quel circuito sacro che serve per innalzare le energie che altrimenti rimarrebbero a livello basso. Naturalmente anche voi dovete immaginarvi e sentirvi luminosi e risvegliati nel vostro aspetto divino! Per realizzare l'unione sacra è necessario che non abbiate paura di fondervi con l'altro fino a sparire, una parte di voi resta comunque consapevole e vi guarda, è il testimone. Importante è la resa dell'ego al divino di entrambi che è di fatto Uno: una sola Presenza d'Amore. Devono venir coinvolti in seguito tutti i punti energetici, proprio partendo da quello sessuale, quindi il fuoco sacro dev'essere liberato - grazie al corretto atteggiamento interiore - da quel punto, per poi salire lungo gli altri chakra. Vi sono ovviamente delle tecniche che aiutano a realizzare questo risveglio dell'energia, ma affinché siano efficaci occorre allenarsi prima a sviluppare innanzitutto gli atteggiamenti interiori. La tecnica, senza lo stato di coscienza appropriato, può anche essere pericolosa e creare scompensi anziché aiutare. Ecco perché è così importante dedicare un lungo periodo di tempo a sviluppare e allenare insieme al partner l'apertura del cuore senza paura, l'abbandono presente e totale a livelli sempre più profondi, il riconoscimento del proprio aspetto divino e di quello dell'altro, la resa totale a quella divina e tenera presenza che chiama gli amanti a Sé, proprio perché sono stati capaci di aprire gli stretti e miseri confini dell'Io fino a divenire Uno.

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