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martedì 16 ottobre 2012

la goccia si fonde nell'oceano, nell'attimo stesso in cui l'oceano si riversa nella goccia




Le filosofie orientali: InduismoGiainismoBuddismo ZenYogaTantraTaoismo
il pensiero occidentale: psicologia junghiana, psicologia umanista, l'antica filosofia greca, (in particolare Socrate) e quella moderna (specialmente Nietzsche e il suo Così parlò Zarathustra) la mistica Sufi e la religione di Zoroastro. 



"Di fatto la meditazione non è una cosa seria: è un semplice gioco; allegro, sincero, ma non è serio. Non assomiglia al lavoro, ma al gioco. Il gioco è puro piacere: non è un'azione motivata e con un orientamento, al contrario è un puro e semplice fluire dell'energia.”  OSHO
 


Chandra Mohan Jain (Osho) L'esperienza dell'"Illuminazione" è quella in cui si raggiunge il più alto grado di consapevolezza, dove " la goccia si fonde nell'oceano, nell'attimo stesso in cui l'oceano si riversa nella goccia". È il momento della suprema comprensione, della caduta di tutti i veli che impediscono la chiara visione della realtà. Lmeditazione è uno stato che va «oltre la mente», di totale presenza di sè nel quale raggiungere consapevolmente il silenzio interiore. Osho insistette molto sul fatto che la meditazione non può essere spiegata o descritta in modo esaustivo, essendo un'esperienza nella quale la mente ed ogni pensiero logico (quindi anche il linguaggio) vengono trascesi. La pratica della meditazione non comprende quindi necessariamente pensieri spirituali o religiosi, e non è possibile forzarla con un atto di volontà anche se è una disciplina, ma soltanto lasciare che questo stato di «non mente» cioè del guardare la cosa in sè senza dare giudizi di sorta, si manifesti spontaneamente. È questa la mente del bambino che guarda incantato le meraviglie del mondo; è la mente innocente che si affaccia per la prima volta sull'universo e lo contempla. Con la pratica continua, senza interruzioni della meditazione, si ottiene, secondo Osho, l'Illuminazione, ovvero uno stato in cui "si è continuamente in uno stato di meditazione". Osho non predicò mai una fuga dal mondo terreno verso quello spirituale né contrappose la vita profana alla vita religiosa ma invitò a vivere in maniera "naturale" e consapevole che per lui coincideva con quella sacra. Il percorso che conduce all'Illuminazione consiste quindi nel qualificare, con la massima presenza di sé, ogni atto della vita quotidiana, dal lavoro alla vita di coppia, dal sesso alle relazioni sociali.

Gurdjieff combina sufismo e altre tradizioni religiose in un sistema di tecniche psicofisiche che cercano di favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l'essere umano.ricerca di una "conoscenza perduta" che alla fine trovò e tradusse nelle sue "danze sacre", un sistema per raccogliere energia per prendere consapevolezza di ciò che si è veramente, raccogliere le forze per soppravvivere alla morte dell'anima e non finire nel "nulla". I suoi preziosi insegnamenti sono a tratti inquietanti proprio per questo suo modo di spiegarci la realtà: chi prenderà coscienza sarà salvo, chi non la prenderà sarà condannato e svanirà dopo la morte.  Come diceva egli stesso: "uno dei mezzi migliori per risvegliare il desiderio di lavorare su di sé è quello di rendersi conto che si può morire da un momento all'altro. Ma bisogna imparare a non dimenticarselo".« Esercizi ritmici accompagnati da musica, danze dervisce, esercizi mentali, studio dei diversi modi di respirare e via di seguito. Tra i più impegnativi erano gli esercizi di imitazione di fenomeni (para)psichici: lettura del pensiero, chiaroveggenza, manifestazioni medianiche. Prima di iniziare questi ultimi, Gurdjieff ci aveva spiegato che lo studio di questi "trucchi" come li chiamava, era obbligatorio in tutte le scuole orientali, perché era inutile iniziare lo studio dei fenomeni di carattere paranormale senza aver prima studiato tutte le imitazioni e tutte le contraffazioni possibili... Tuttavia il nostro sforzo era indirizzato soprattutto al ritmo, e su strane danze destinate a prepararci ad eseguire in seguito gli esercizi dei dervisci. Gurdjieff non ci diceva né i suoi scopi né le sue intenzioni, ma da quello che aveva detto all'inizio, si poteva pensare che tutto questo mirasse a condurci verso un miglior controllo del corpo fisico.»

"Noi consumiamo in permanenza più energia del necessario, usando muscoli di cui non abbiamo bisogno,lasciando correre i pensieri a ruota libera  e reagendo troppo"




Carlos_Castaneda conobbe in Arizona un messicano di etnia yaqui, Don Juan Matus.
I metodi con cui Don Juan decide di far progredire spiritualmente il suo allievo, il cosiddetto "Cammino del Cuore" si potrebbe riassumere così:
"Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato." Interessante anche il concetto di "spietatezza assoluta" associata al guerriero, in funzione del mantenimento della propria energia. Infatti tutto il pensiero di Don Juan ruota attorno all'energia che noi perdiamo inutilmente durante il giorno, o che ci viene sottratta dai cosiddetti "voladores". Niente "amore" quindi per il guerriero, niente inutili "lasciarsi andare" a se stessi ma la ricerca del mantenimento di quell'energia che è tanto utile a noi. Per avere maggiore controllo nella nostra vita bisogna avvicinarsi alle tre Arti: l'arte dell'agguato, l'arte di sognare e l'arte dell'intento.

i 7 Principi dell'arte dell'agguato

  1. Scegliersi il campo di battaglia.
  2. Eliminare tutto quello che non è indispensabile.
  3. Stare disposti a morire ed essere pronti all'ultima battaglia in qualsiasi momento, circostanza, luogo.
  4. Dimenticarsi del problema, di se stessi. Non aver paura di niente. Solo allora i poteri che ci guidano ci aprono la strada. Solo allora.
  5. Non lasciarsi "trascinare" dalle situazioni. Ritirarsi. Lasciar che i pensieri scorrano liberamente. Occuparsi di qualcos'altro. Qualunque cosa può essere utile.
  6. Comprimere il tempo, tutto conta, anche un secondo. Non sprecare nemmeno un istante.
  7. Non lasciar vedere il "gioco". Non mettersi mai in prima linea.
i 3 Precetti dell'agguato
  1. Il primo precetto della regola è che tutto quello che ci circonda è un mistero.
  2. Il secondo, che noi dobbiamo cercare di svelare i misteri senza però sperare di riuscirvi mai.
  3. Il terzo, che un guerriero, conscio dei misteri imperscrutabili che lo circondano, e del proprio impegno nel cercare di svelarli, prende il proprio posto che gli è dovuto tra gli altri misteri e si considera uno di loro. Di conseguenza, per un guerriero, il mistero dell'essere è senza fine, sia che si tratti di un ciottolo, di una formica o di se stesso. E' questa l'umiltà del guerriero. Si è tutti uguali a tutto.
    Le 4 Qualità di un "Cacciatore"
    ossia, di chi pratica la "follia controllata", sono:
  4. la PAZIENZA
  5. l'ASTUZIA
  6. la SPIETATEZZA (o "NON COMPASSIONE")
  7. la SIMPATIA (recentemente l'associazione ufficiale Cleargreen, si riferiva ad essa come: "ELEGANZA")
 
« ciò che noi crediamo essere unico ed assoluto, è solo uno in un insieme di mondi consecutivi, posizionati come gli strati di una cipolla. Egli affermò che anche se noi fossimo stati energeticamente condizionati a percepire solamente il nostro mondo, avremmo avuto ancora la capacità di entrare in quegli altri regni, che sono reali, unici , assoluti ed ingolfati come lo è il nostro mondo. »




 
...IN FONDO POI E' SEMPRE TUTTA QUESTIONE DI ENERGIA!...


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