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mercoledì 3 ottobre 2012

Una maglietta e un paio di jeans


A volte basta davvero poco per far scattare quel non so ché ai signori maschietti.
Le donne, almeno quelle come me*, non ci pensano minimamente.
Per fortuna interviene - inaspettatamente- l'aiuto da qualche altro 'piano' del condominio.
Questa mattina mi sono vestita nella maniera più casual e informale possibile: un paio di jeans (gli unici che mi entrano, per il momento!...sono solo alla terza settimana di dieta) una maglietta nera a manica lunga e dei sabot con zeppa.
Tutti i maschi dell'ufficio mi hanno sommerso di complimenti. Con frasi del tipo: “Non farti vedere così che... ti salterei addosso!” “Come siamo sexi stamattina!” “Mammamia come stai bene con i jeans e dire che a me non piacciono!” “Mi induci a pensieri peccaminosi!” e così via...
Che siano le lezioni di tango che mi danno una luce ed un portamento diverso?
Forse all'esterno viene percepito l'abito, ma in verità sto acquisendo una maggiore femminilità e questa, si fa sentire...
Ringrazio l'infinito per questa giornata che è iniziata bene e per la serata appena trascorsa ma, ancora di più, per la sera precedente, quella del semi-diluvio per intenderci  e che ha smosso quelle energie positive che si stanno attivando per riequilibrare il mio lato materiale con quello spirituale.
Grazie alla vita!  Per tutto quello che mi ha dato e che mi da.
Grazie per avermi portato ad Avalon.
Grazie perché mi fa lavorare e impegnare tanto su me stessa.
Grazie perché accresce in me la volontà di migliorarmi. Per il mio benessere e per quello di coloro che mi circondano.
Ho scelto, o mi ha scelto, la strada più difficile, ma la più autentica.
Ho inviato nell'etere il mio intento affinché arrivi l'amore nella mia vita.
Quello più sano ed equilibrato.  E credo davvero di meritarlo ora.
Sono aperta a ciò che s'affaccerà in questa parte del mio cammino. Certa che l'amore arriverà e sento che sarà a breve.
Ho un debole per una persona, ma sono libera. Mi sento libera e liberata dai lacci della mente.
Questa volta niente mi lega e mi trattiene. Non è un pensiero ossessivo, come mi capitava (quando mi innamoravo) fino a poco tempo fa. E' piuttosto un desiderio pudico di vicinanza per affinità, una speranza lievissima e lontana. Che non ha fretta.
Sono certa che ciò che la vita ha in serbo per me è la cosa migliore.
Non sta a me scegliere. Non più.
Finalmente l'ho capito!


 *  "civetta refrattaria" :non si acconcia per attirare l'attenzione dell'uomo, ma più per amore del 'teatro' in quanto ama essere camaleontica; una donna per niente facile e che non si concede -nonostante le apparenze (la parlantina facile, la cordialità immediata, l'apertura all'altro) talvolta risulta essere dura e algi-da; preferisce scegliere piuttosto che farsi scegliere, anche se capitola irrimediabilmente quando viene scelta non per la sua bellezza esteriore (che spesso mortifica per intime 'paure'), ma solo da chi è in grado di 'leggere attraverso' e scoprire le doti che lei ama tenere celate

Una donna libera è l’assoluto contrario di una donna leggera


Prima per te c’era la circonferenza.
Prima il punto;
ma quando?
Polvere! L’aria diffonde il suo soffocamento.
Ogni granello sceglie nel gruppo la sua vittima.
 (Edmond Jabes)


Trovati un nome, mi dico/ nell’idioma psicosomatico del corpo/ e della strada trovati una casa, mi dico/ nella toponomastica e un motivo/ secondo logomanzia degli arti pilota/ e allegoria cinetica delle caviglie/ tralasciando i piedi però/ il tracciato anagrafico perso per primo/ alla frugalità dell’esordio  sopravvive celata/ poggiata sull’anomalia prospettica/ del suo letto/ negando come se negare fosse il germe/ e la dissidenza, una fioritura postuma/a seme franto/ o il destino che si compie/ con truce grazia quotidiana.- E subito a seguire nel pozzo 6. aggiunge un cordino da (s)calata: – In questa ontologia della marginalità/sono invischiate/le nostre telepatie di bordura/aiuole alle parole e ad altri bisogni/scavati dalla fitta della luce/nel pozzo che scolora/le nostre figure diurne….superficie aerea/su un piano di lentissime/manovre informali/coaguli di bruna quiescenza/stornata al sapere/lasciata a vigilia precognitrice...compila il giornale della percorrenza/e la diaria dell’interezza/varia il suo compenso/a regime di luce un’archeologia/ rischiosa appiccata alla notte/ che scioglierà il ghiaccio/ sulle facce depauperate/ dai ballottaggi e sul piatto/ di quanto resta, il dubbio/ sulla destinazione/ delle acque reflue
(Viviana Scarinci)

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