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giovedì 6 dicembre 2012

Aternum e il culto della dea

Probabilmente il primo e il più antico insediamento degli abitanti di Pescara, avvenne intorno al "Colle del Telegrafo" nell'area a nord della città,  dove sono stati riportati alla luce reperti risalenti anche a seimila anni fa. Tra i resti sono stati rinvenuti frammenti di ceramica protovilliana. Mentre ricordiamo il rinvenimento di strumenti e giacimenti di manufatti del paleolitico inferiore-medio a San Silvestro di Pescara. Nel 1974 Cesare Miceli ha svolto ricerche di superficie sui terrazzi situati sulla sponda sinistra del fiume Pescara nella zona compresa tra il fosso Seminario, il fosso Madonna e la strada Pescara-Villanova. Sopra i piani in terra rossa sono stati rinvenuti manufatti, strumenti ed oggetti. Si tratta di reperti che vengono a documentare come i terrazzi sulla sinistra del fiume Pescara venissero frequentati dai cacciatori del paleolitico, mentre ancora non sono state individuate vere e proprie stazioni. Risalgono a circa cinquemila anni fa i resti di un villaggio di agricoltori ritrovati in Fontanelle Alta, nella parte a sud del fiume Pescara. Secondo alcuni studiosi, i primi abitanti di Pescara fondarono un villaggio sulle rive del fiume che in epoca romana fu chiamato Vicus Aterni. Tutto comincio’ infatti con un fiume, l’Aterno, che aveva una caratteristica interessante, la sua navigabilita’. Ammesso che il borgo, che poi ha originato Pescara, possa essere individuato con quello che sorse alla foce del fiume, il primo insediamento risale all’epoca pre-romana. Esso prese il nome dal fiume, e si chiamo’ Aternum. Nel 435 a.C. Roma inizio’ la sua politica espansionistica verso le terre abruzzesi, ed impiego’ due secoli per annetterle totalmente. Durante tale periodo Aternum rimase un modesto porto, ma i Romani intesero dargli il nome di Ostia Aterni. E furono essi che vollero darle una connotazione viaria importante, decretandola a punto di partenza della via Salaria, della Tiburtina e dalla Claudia Valeria. Fu in tale periodo che vennero poste le basi di un punto nevralgico dal punto di vista militare e commerciale, che ebbe notevole peso nei tempi a venire. I Romani, nei luoghi conquistati, solevano portare il loro stile urbanistico. E quindi Ostia Aterni si sviluppo’, sino ad avere un tempio dedicato a Giove e dove venne praticato il culto della dea Iside, protettrice dei naviganti. I Romani ne fecero la base di partenza per Solona, nella Dalmazia, che conquistarono nel 27 a.C. Da allora Ostia Aterni fu utilizzata per far salpare le navi dirette ad Oriente. Più tardi prese il nome di Piscaria ed il fiume diventò Piscarius.  Il luogo, per la sua posizione strategica, fu conteso dai piu’ e distrutto piu’ volte. Intorno all’anno mille si riempi’ di chiese, e poco dopo venne conquistato dai Normanni. Poi, senza addentrarsi in vicende alterne, Piscaria segui’ la sorte del Regno di Napoli, e quindi la dominazione Angioina e quella degli Aragonesi. Pur sempre rimanendo un bastione strategico. Gli Aragonesi solevano infeudare ampi territori a favore di poche famiglie, molte delle quali, provenivano dalla Spagna. Fu cosi’ per i D’Avalos, a cui furono affidate le terre d’Abruzzo. Piscaria rimase una roccaforte, ma da porto per salpare divenne luogo di sbarchi. Un terreno di conquista, ove tentarono di metter tende i veneziani ed il condottiero napoletano Giacomo Caldora, nonche’ il visconte di Loutrec, proveniente dalla Francia. Il re di Spagna, Carlo V, reagi’ vigorosamente. Tutti gli invasori furono cacciati, e l’Abruzzo restituito ai D’Avalos. Ma fu il vicere’ Alvarez di Toledo, a dare una svolta alla citta’. Egli fece costruire una mirabile fortezza. Cosi’ Pescara divenne citta’-fortezza, e lo rimase, prestigiosamente, per alcuni secoli. Da allora la sua conquista divenne ancora piu’ importante, e ci provarono i Turchi e il conte Willis al comando dell’esercito austriaco. Intanto agli aragonesi erano succeduti i Borbone. La citta’ fortezza era importante ma il borgo era composto da sole 3000 anime. E la vita si svolgeva intorno all’economia delle milizie di stanza. Quando in Italia presero piede gli echi della Rivoluzione Francese, ed a Napoli nacque la Repubblica Partenopea. Quando i moti finirono, Pescara dovette arrendersi ad un brigante, Fra’ Diavolo, ovvero Giuseppe Pronio, che la riporto’ ai reazionari. Ma quando Napoleone conquisto’ l’Italia e ne fece dono a Giuseppe Garibaldi, il bastione di Pescara ricambio’ bandiera e si ebbe la scissione in due cittadine: Castellamare Adriatico e Pescara. E quando la saga dei Bonaparte fini’, i Borbone tornarono sul trono e riebbero la cittadina abruzzese. Ma per la capacita’ e l’effervescenza che aveva dimostrato Pescara, essa fu vittima di una dura repressione. Infatti, ivi, vene costruito uno dei carceri piu’ disumani. Il Bagno Borbonico. Quando Garibaldi face ingresso in Pescara e l’Unita’ divenne realta’, il bastione venne smantellato e il borgo prese le sembianze normali. Nel 1927 avvenne la riunificazione tra le due cittadine smembrate: Castellamare e, appunto, Pescara*, e la citta’ divenne capoluogo. Il resto e’ storia di oggi.



La magia è oggi ancora viva e praticata in Abruzzo, in un diretto legame con i riti e le formule del passato.
Pescara l'antica ATERNUM  era famosa per il culto alla dea Iside. 
In epoca augustea Ostia Aterni faceva parte della regio IV Samnium che era una delle regioni italiane dell'epoca.
Nella città furono costruiti alcuni importanti edifici pubblici e privati. Si sa che nel centro abitato erano stati edificati diversi templi tra cui quello dedicato a Giove Aternio. Alcune testimonianze, ci informano poi dell'esistenza, in Aternum, del culto della dea Iside. Nel libro di Giuseppe Quieti "Pescara antica città"(*), si dà conto della esistenza di un ponte monumentale costruito per volontà dell'imperatore Tiberio che volle anche rimodernare l'importante porto, per gli scambi commerciali con l'oriente e, probabilmente, per scopi militari.
Qui è ancora possibile ritrovare un rituale con l’acqua e l’olio, che compare in papiri magici del II secolo d. C. dedicati a Iside, praticato ancora oggi contro il malocchio.
Gli incantesimi ed i sortilegi vengono tramandati in questa regione,  da tempo immemorabile, come un lascito delle vecchie generazioni alle nuove. In tal modo hanno continuato a sopravvivere in questa regione usanze e rituali di straordinario fascino anche legati alle erbe ed alla natura.
 Qui possiamo ancora trovare i serpari di Cocullo che altro non sono che i discendenti dei sacerdoti-maghi del tempo di Angizia. La dea Angizia, forse ai più poco nota ma che era sorella della più famosa Maga Circe e della "Medusa", dea dalla testa ricoperta da serpi che pietrificava gli uomini al solo sguardo. Forse per questo gli abitanti del luogo erano rinomati come guaritori e pare che fossero specializzati nel curare i morsi dei serpenti. L'antica città chiamata Angizia (Anxa), citata anche nell'Eneide, era abitata dai marsi in età preromanica e sorgeva sulle rive del Lago del Fucino. Era situata dove ora sorge il cimitero e le sue rovine sono ancora ben visibili. Ancora in epoca recente sono stati trovati molti reperti e nel 1998 con un autofinanziamento dell'amministrazione comunale sono iniziati i primi lavori di scavo che hanno portato alla luce un'imponente tempio di eta' augustea, colonne doriche e sepolture. La dea Angitia era anche maga ed eccelleva nella preparazione di "male erbe e veleni". Angitia era sorella di un’altra celeberrima e terribile maga: Medea, progenitrice della stirpe dei Marsi. Da Lei , secondo la leggenda, i Marsi appresero tutti i segreti divenendo una popolazione di incantatori di serpenti, conoscitori di erbe e veleni, indovini. E’ grazie alla profonda vocazione alla magia e al mistero, che vive e si rinnova attraverso un patrimonio popolare e antichissimo, una ricchezza di oggetti di culto, amuleti, talismani, rituali, formule, che molti incantesimi continuano a sopravvivere nel mondo moderno.
Immagine dea Angizia
Angitia, figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe e maneggiava da padrona i veleni e traeva giù la luna dal cielo; con le grida i fiumi tratteneva e, chiamandole, spogliava i monti delle selve.(Silius, Punicae, libro VIII, 495-501)
 luoghi del mistero nella regione
Atessa (CH) - Costola e sangue di drago
Capestrano (AQ) - Il magico quadrato del 'Sator'
Caramanico Terme (PE), San Tommaso - L'assurdo pilastro
Castelvecchio Subequo (AQ), Forca Caruso - La preistorica 'Cerveteri d'Abruzzo'
Fara San Martino (CH), La Fara - Grotta e pietre terapeutiche
 Isola del Gran Sasso d'Italia (TE), Pretara - Lo strano 'pettine' di santa Colomba
 Lanciano (CH) - Il miracolo eucaristico permanente


qui di fianco: La figura del Guerriero di Capestrano (c/o il Museo di Chieti) poggia su un piedistallo ed è sorretta da due pilastrini laterali, sui quali sono incise delle lance. Sul sostegno di sinistra vi è un'iscrizione di cui s'ignora l'origine ed il significato, un'unica riga di testo con verso dal basso in alto e parole separate da punti: MA KUPRI KORAM OPSUT ANANIS RAKI NEVII:
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Pescara è una bella città, ma potrebbe esserlo davvero se facessero le necessarie e urgenti opere di disinquinamento:
1) dell'acqua: dragando il fiume alla sua foce che ha ucciso il porto canale, la pesca e la balneazione del litorale... 
2) dell'aria, che (dal 1° gennaio al 27 novembre del 2012) secondo i dati dell’Arpa ( l’agenzia  per la protezione dell’ambiente) mentre a Taranto e dintorni  (a un paio di chilometri dall’Ilva) ha rilevato un massimo di 36 superamenti, nel Pescarese ne ha rilevati il triplo: ben 113 superamenti di Pm10 (viale Bovio ha raggiunto i 54; via Sacco 37; via Firenze 29) ...E pensare che il limite di superamenti annuali di 50 microgrammi a metro cubo, è fissato a 35!
Domanda:
Se il caso Ilva sta sollevando tante preoccupazioni per la salute dei cittadini, come mai i dati largamente superiori registrati a Pescara lasciano indifferenti istituzioni ed enti deputati alla tutela della salute pubblica?  

Cio'che mi ha sempre colpito nella Pescara di allora era il buonumore delle persone, la loro gaiezza,il loro spirito.Tra i dati positivi della mia eredita' abruzzese metto anche la tolleranza,la pieta' cristiana,la benevolenza dell'umore,la semplicita e la franchezza nelle amicizie.
Ennio Flaiano
 
 
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(*) ''PESCARA ANTICA CITTA' '' di Giuseppe Quieti - Carsa Edizioni
La Fortezza

3 commenti:

  1. Tratti sempre argomenti curiosi e particolari..ti leggo volentieri..se fossero le lettere un poco più grandi...perchè il blu a volte mi confonde gli occhi..cosi avrei ancora maggor piacere nel leggerti...un abbraccio emer

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  2. non sei la prima a dirmelo ma credo dipenda da alcuni pc perchè ti garantisco che uso sempre caratteri a grandezza 'normale' ed io -che sono una vera talpa- riesco a leggerli bene! ;)

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  3. volevo aggiungere che a Pescara, oltre ai sopracitati templi dedicati a Giove e a Iside, rivestiva notevole importanza il tempio dedicato a Vesta da cui nascono la frazione di Villa del Fuoco e la chiesa dedicata alla Madonna del Fuoco che sorge appunto nello stesso luogo in cui sorgeva un tempo, in Aternum, il tempio di Estia o Vesta, dea del fuoco...

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