Translate

lunedì 3 dicembre 2012

satsanga

“Qual è il tuo tormento?” - Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello. Ci sono momenti in cui il pensare a Dio ci separa da lui. Il pudore è la condizione dell’amore nuziale...
Iddio pena, attraverso lo spessore infinito del tempo e della specie, per raggiungere l’anima e sedurla. Se essa si lascia strappare, anche solo per un attimo, un consenso puro e intero, allora Iddio la conquista. E quando sia divenuta cosa interamente sua, l’abbandona. La lascia totalmente sola. Essa a sua volta, ma a tentoni, deve attraversare lo spessore infinito del tempo e dello spazio alla ricerca di colui che essa ama. Così l’anima rifà in senso inverso il viaggio che Iddio ha fatto verso di lei. E ciò è la croce.  (Simone Weil)


Gli occhi che luccicano, che mandano luce! Quegli occhi brillanti..... sono così belli!


Ho visto i luminosi pionieri dell'Onnipotente
al confine dove il cielo si volge verso la vita,
scendere le scale d'ambra della nascita;
i precursori di una Divina moltitudine.
Essi venivano sul Sentiero della Stella del Mattino,
nella piccola stanza della vita mortale.

Li ho visti attraversare la penombra di una età
i bambini dagli occhi solari
portatori di una meravigliosa Aurora,
i grandi creatori dal calmo aspetto.

Li ho visti gli abbattitori delle barriere del mondo
i lottatori contro il destino nato dalla paura.
Li ho visti i lavoratori della Casa degli Dei,
i messaggeri di ciò che non può essere comunicato,
gli architetti dell'immortalità.

Li ho visti cadere nella sfera umana,
con i volti ancora luminosi della gloria immortale,
con voci che ancora parlavano con i pensieri di Dio,
con corpi resi splendenti dalla Luce dello spirito.

Portavano la Magica Parola, il Mistico Fuoco,
la dionisiaca Coppa della Gioia.

Li ho visti, i bambini che rendono l'uomo migliore,
coloro che cantano uno sconosciuto inno dell'Anima.
Ho sentito l'eco dei loro passi nei corridoi del tempo.
Ho visto gli alti sacerdoti della Saggezza,
della dolcezza, della Potenza e della Felicità Celeste,
i rivelatori delle vie solari della Bellezza,
i nuotatori delle acque tempestose dell'Amore,
i danzatori che aprono le porte d'oro del Nuovo Tempo.

Sono quì.
Camminano fra noi per mutare la sofferenza in gioia,
per giustificare la Luce sul volto della Natura.

Aurobindo  

agire nella verità del satsanga: Satsanga deriva dalle radici Sanscrite SAT (vero) e Sanga (compagnia)
fare sat sanga è anche 'il sacro invidiare delle virtù altrui nella verità' nel senso di desiderare di possedere ad esempio l'altrui bellezza o una determinata capacità...quel qualcosa che vediamo con piacere nell'altro, perciò onorarla e rispettarla e,  nel riconoscerla, farla nostra.

In qualsiasi tradizione spirituale o comunità, Est, Ovest, contemplativa o tradizionale. Se vi trovate in chiesa, alla moschea, alla sinagoga, o allo zendo, vi trovate in una qualche forma di Satsang, cercando di capire qualche versione di verità spirituale, insegnata da qualche insegnante spirituale o leader, a una comunità di altri ricercatori e praticanti, qualsiasi comunità impegnata a scoprire la .verità più alta. perché la più alta verità stessa è universale. E questa verità universale è situata nel cuore di ogni tradizione spirituale di tutto il mondo, nel cuore di ogni grande santo, saggio, e insegnante spirituale nel corso della storia, e al centro di ogni esperienza umana che si sia mai avuta. E', infatti, la sola cosa che ciascuno di noi abbia mai conosciuto.  L'altra metà è il mondo relativo - il mondo della forma, della distinzione, di questo e quello, di me e voi, di interno ed esterno. Il mondo universale può essere stato la sola cosa che nessuno di noi abbia mai conosciuto, ma il mondo è la sola cosa che la maggior parte di noi abbia mai visto. Il mondo relativo è, per sua natura, diviso. Così deve ssere - è solo in ragione dell'intrinseca divisione del mondo che noi esistiamo realmente, che quella forma stessa può esistere. E. il solo motivo per cui l'evoluzione può continuare il suo inesorabile incremento verso la novità, verso più complessità, e verso più coscienza, in un infinito perseguimento di uno stato di integrità e di completamento, a cui è possibile essere sempre più vicino, ma senza mai effettivamente raggiungerlo. E' l'unico motivo per cui siamo in grado di distinguere tra noi e il nostro ambiente, tra montagne e valli, tra cielo e terra, tra giusto e ingiusto, e tra buone e cattive idee. E. solo in ragione delle intrinseche diivisioni del mondo che abbiamo il potere della libera volontà e della scelta - ed è il motivo per cui soffriamo. Il mondo relativo è l'arena dei diversi sé, la turbolenta dimora di passione, dolore, amore, odio, nascita, morte, luce, oscurità, creatività e decadimento.  E' il mondo che si può toccare, gustare, sentire, e vedere - ed è la nostra prigione.  Il mondo relativo  - Noi di solito ci sentiamo intrappolati nel mondo relativo, identificandoci con frammenti di mera forma, soggettificandoci con il mondo degli oggetti. Questo è il motivo per cui tendiamo a pensare a noi stessi come all'interno del nostro cervello e del nostro corpo, "dentro" la casa, l'auto, o in ufficio, e .dentro. il mondo circostante. Siamo cresciuti talmente abituati ai ceppi delle nostre prigioni relativistiche che raramente avvertiamo che non siamo effettivamente .dentro. uno di questi oggetti, ma che tutti questi oggetti sono in realtà "dentro" la nostra coscienza - coscienza che è più grande rispetto a tutte queste cose. Così grande, infatti, che si potrebbe pensare come la tela su cui l.intero universo manifesto è dipinto. Lo scopo del Satsang, in qualsiasi forma, è semplice: sfuggire alla prigione del mondo relativo.  E ogni prigione "spezzata" richiede una mappa più dettagliata possibile, e questo è il motivo per cui il concetto di Satsang integrale è così cruciale - il quadro integrale è di gran lunga la più completa mappa del potenziale umano attualmente disponibile, offrendo un modo completo per tenere conto di ogni manifestazione nell.universo, così come di ogni esperienza che una persona può avere. Il quadro integrale suggerisce che vi sono due importanti assi di esperienza spirituale da considerare: stati di coscienza e stadi di coscienza. Gli stati fanno riferimento alle reali esperienze della stessa verità trascendente . di cui l'Assoluto è uno dei diversi stati possibili - che vanno dalle esperienze del grossolano al sottile al causale al nonduale. Gli stadi si riferiscono a fasi di sviluppo della struttura della coscienza, che determina come le esperienze dello stato sono interpretate e assimilate dal sé. Gli stadi ( strutture; fasi ) passano dal magico, al mitico, al razionale, al pluralista, a stadi integrali della coscienza, e oltre.
a) Per quanto riguarda la verità, quali stati di coscienza si stanno esprimendo? Stati grossolani, fisici, di veglia? Sottili, visionari, di sogno? Stati profondi, senza sogni, senza forma? O senza sforzo, stati .sempre già. nonduali?
b) Per quanto riguarda la società di maestri spirituali o una comunità spirituale, quale stadio di coscienza è lo stato di verità spirituale da cui si sta parlando, e a cui si sta parlando? Lo stadio mitico, il tradizionale e assolutista (ambra)? Lo stadio razionale, moderno, materialista (arancione)? Lo stadio pluralista, postmoderno, multiculturale? O lo stadio della vision-logic, del sé attualizzato, lo stadio integrale (grigio verde / turchese)?
Mentre l'essenza della verità in questa formulazione è davvero universale e assoluta, siamo bloccati in un difficile paradosso: assolutamente nulla può essere detto sulla verità assoluta, tra cui questa stessa frase. La verità assoluta non può essere descritta, solo sperimentata. Nel momento in cui cerchiamo di descrivere la verità massacriamo con le parole la verità. Le parole, dopo tutto, sono semplici ornamenti del mondo relativo, e, non appena qualcuno tenta di svolgere una frase circa l'Assoluto, è immediatamente soggetto alle inerenti frammentazioni del pensare relativo, della crescita relativa, e dell'esperienza relativa.  E in virtù dell'essere relativo, le nostre descrizioni della verità trascendente sono soggette alle nostre interpretazioni di quella verità, che dipendono interamente dalla fase di coscienza in cui siamo e da quando si è avuta l'esperienza. Il Sutra del Cuore afferma uno dei più celebrati paradossi in tutto il pensiero buddista: la forma è vuoto, e il vuoto è forma. Il che significa che, se cerchiamo di capire il vuoto, dobbiamo allora cercare di capire la forma, dato che sono in ultima analisi non-due. Ci sono migliori e peggiori descrizioni di entrambi, del relativo e dell'.Assoluto, il che significa che, anche se tutte le forme sono altrettanto vuote, alcune sono più uguali di altre - o riflettono maggiormente il vuoto inerente qualità intrinseche di questo e di ogni momento.

come cambiare:
1. con la visione olistica.
2. con il pensiero trasversale, globale, tra i due emisferi e tra i tre cervelli: avere la possibilità di muoversi, in modo armonico e fluido, tra l'uno e l'altro, utilizzare l'interezza delle nostre potenzialità. Questa è la base della vera creatività.
3. con la valorizzazione della comunicazione umana, non solamente possedere delle conoscenze, ma comunicarle,  condividere le esperienze.
4. con lo stile di vita semplice. C'è un nuovo movimento verso la semplicità - non di chi è dominato da un movente economico, ma la semplicità volontaria, scegliere di vivere in maniera più semplice e naturale per il consumo critico, responsabile, ecologico, etico.
5. con la spiritualità,  tutto è divino e siamo tutti collegati attraverso questa divinità.
6. con la salute globale, individuale, il movimento verso i cibi naturali, l'ecologia, l'ambiente sano, l'unità dell'uomo con il suo ambiente per ritrovare la salute in un senso molto complesso e olistico, non soltanto come assenza di malattia, così come la pace non è solo l'assenza della guerra ma una totalità, un funzionamento del sistema al suo livello ottimale.
7. con la coscienza planetaria. Imparare a sentirsi parte del sistema Terra, passare da una vita locale ed egocentrica ad una visione globale, planetaria. E' importante comprendere la bellezza e la complessità della rete ecosistemica e umana che forma l'intero pianeta, Gaia. Le sue leggi, le sue difficoltà, gli ostacoli al suo sviluppo armonico. Allargare il nostro punto di vista, usare la tolleranza, l'etica per superare ingiustizie e fanatismi, per un futuro planetario umano e sostenibile.

Personalità e Individualità. - “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Nel nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi. E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità. Cioè ciò che noi consideriamo noi stessi, non siamo. Io è un miraggio, illusione, Maya. Io voglio, Io devo, Io faccio, Io desidero, Io soffro, Io godo…
Eppure questo io inferiore esiste e nella quotidianità le due nature sono mescolate. E inseparabili. Talvolta nel peggio ci soccorre l’Io superiore oppure nel meglio interviene l’io inferiore e rovina tutto. Questo è il motivo per cui anche persone rette possono commettere azioni folli e crudeli e talvolta criminali incalliti possono manifestare azioni nobilissime. La vita umana è il campo di battaglia di due nature e in questo consiste il libero arbitrio: nella scelta di quale natura assecondare e realizzare. La natura, sia superiore che inferiore, non cambia mai, è sempre la stessa. Ciò che cambia è il rapporto tra esse, chi governa chi. Ogni qualvolta crediamo di progredire ecco che la personalità comincia a parlare: vuole convincerci che è divenuta migliore e nel far questo è bravissima. La Personalità seduce e conquista. L’individualità ama e nutre. Ciononostante la Personalità è un veicolo della vita, non la si può annientare, si può solo giocare a nascondino e allora diventa un gioco infinito… Quello che si può fare invece è domarla con le qualità proprie del Sé superiore: amandola di un amore audace e temerario. Giocare a nascondino con la natura inferiore del proprio essere è foriero di disastri. Quante belle parole e sante verità sono state pronunciate, magari con veemenza, da uomini in realtà controllati dalle proprie personalità.Tecniche e discipline aiutano più l’uomo-tutto-di-un-pezzo- che coloro che non hanno risolto la contraddittorietà della duplice natura. E anche per il primo, ad un certo punto, tecniche e discipline, anche se necessarie, non sono risolutive. Al pari dell’Io illusorio della personalità, le tecniche e il loro controllo sono potenti ad un verso e impotenti all’Altro. Sono un come che si è proiettato al di fuori del cosa e rimangono niente se non tornano ad Essa. A seconda degli insegnamenti, del temperamento e della specifica condizione esistenziale, taluni credono che sia possibile cancellare o sottomettere arbitrariamente il proprio Sé inferiore e nutrono appassionatamente e perseguono con determinata volontà una via spirituale che è percepita erroneamente come vita spirituale. L’esperienza dello Spirito sembra una conquista dal punto di vista della coscienza normale ma è un atto di ricezione dal punto di vista della Coscienza Superiore. In effetti è possibile conquistare o costruire solo qualcosa che poi deve essere abbandonato. E se è facile saltare da tre gradini non è detto che lo sia da una altezza superiore. Ecco perché si dice che la fiducia è la tecnica suprema. La fiducia è difficile e possibile solo se non si permette al dubbio di proliferare in sospetto.  Il sospetto è un dubbio dominante, vive nella divisione tra abbandono e attenzione. Qualsiasi sia la maestria del controllo, ciò non basta nel momento dell’abbandono. La trasmutazione spirituale, la reintegrazione, avviene con lo stesso meccanismo con il quale la natura superiore assorbe e amalgama quella inferiore, anzi, in un certo senso, sono la stessa cosa, solo su un piano più alto… Amore e Saggezza portano insieme alla Verità. Trasporto Mistico e Maestria Magica sono una cosa che necessita del come e un come che deve ritornare cosa. L’uomo di desiderio deve raggiungere insieme la maestria dell’abbandono e l’abbandono della maestria. Già all’inizio un movimento repentino avviene ogni qual volta si riconosce che io è nulla rispetto a Dio.


“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”


Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.
Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

La verità è soltanto qui e ora.
Appena inizi una ricerca concettualizzi ciò che stai cercando. E poichè la natura della maya, illusione, è tale che quello che pensi diventa reale, qualunque cosa immagini come la meta, questa otterrai. Non c'è alcun dubbio: quello che pensi, lo diventi! Quindi, cercando, creerai e raggiungerai appunto ciò che pensi di stare cercando! Qualunque paradiso o elevato stato spirituale a cui aneli lo otterrai dopo averlo concettualizzato e creato. Allora ti placherai soddisfatto in questa trappola pensando di aver raggiunto il "paradiso". Questa libertà tagliata a tua misura è un castello in aria  che i tuoi pensieri e i tuoi condizionamenti  costruiscono sopra il Reale. ...ma se vuoi, puoi essere, al contempo: freccia, arco e bersaglio

D-io: di quanto tempo ho bisogno per volgermi all'interno, per vederLo dentro? Quando lontano devo andare? Quanto tempo è necessario?  non è una "meta" in quanto è già lì, dentro di me; non dobbiamo raggiungerLo, non devo andare da Lui, non ho bisogno di tempo per starGli vicino perchè Egli è già dentro di me; ho bisogno di comprendere questo fatto, ho bisogno di vedere che qui dentro c'è la luce e che non serve del tempo per questo. Per sapere che la luce è qui dentro non ho bisogno di viaggiare; questa luce è già qui. Quindi, sapere che la luce è dentro di me può essere la gioia della mia vita.  Egli è già una fiamma splendente all'interno di ognuno di noi: D-io.

"Fate che le mie parole dimorino in voi e voi in me"


sogno e visione “ la visione è spirituale, il sogno è psicologico.” La visione è diretta a noi mentre il sogno è una scelta. La visione è intuitiva, nasce dal cuore, mentre il sogno è un riflesso della mente. La visione arriva inaspettatamente mentre il sogno rivela desideri inappagati o imprese incompiute.  (esempio: “Siccome non posso picchiarti nella realtà, ti porto nel mio sogno e te le do di santa ragione!” ) . Quindi i sogni spesso parlano di cose incompiute mentre le visioni sono del tutto indipendenti. 
Dicono le Scritture che Yahweh ovvero Colui che è, l’Io sono che è l’Iddio d’Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe, e che è l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, è un Dio che parla all’uomo anche mediante sogni, visioni e con una voce udibile senza l’ausilio di sogni e visioni. Un sogno divino è un sogno che Dio dà in alcune circostanze all’uomo mentre questi dorme. Essendo un sogno dunque si può ricevere solo mentre si dorme. Non esistono dei ‘sogni a occhi aperti’, cioè da svegli. Da svegli si possono ricevere solo visioni; o, quando vuole Dio, si può sentire una voce divina parlare in maniera udibile senza però vedere nulla, per intenderci, come avveniva spesso agli antichi profeti di Dio che udivano la voce di Dio parlare loro mentre erano pienamente svegli e senza nessuna visione. In questo caso ci troviamo dinnanzi ad una rivelazione. In base alla Scrittura una rivelazione si può ricevere anche in sogno o in visione. Ogni essere umano sogna quando dorme, e tra i sogni che egli fa ce ne possono essere alcuni che sono da Dio. Questo vale sia nel caso dei credenti che degli increduli. La visione è una manifestazione divina in cui all'improvviso Dio fa vedere e talvolta anche sentire delle cose. Le visioni possono essere notturne e diurne, cioè possono aversi sia di notte che di giorno; non solo, possono essere ricevute sia a occhi chiusi che a occhi aperti. Esistono sogni e visioni dati da Dio che hanno bisogno di essere interpretati per essere compresi. Questo è ampiamente confermato dalla sacra Scrittura.  Quando si parla di sogni, visioni, e rivelazioni, è necessario parlare anche di questi tre doni dello Spirito Santo che sono i doni di rivelazione (cfr. 1 Cor. 12:8,10).  La parola di sapienza consiste nella rivelazione di un fatto che deve avvenire (la nascita o la morte di qualcuno, il matrimonio di qualcuno, una carestia, ecc.), o in un ordine impartito da Dio a qualcuno (andare in un certo posto, fare una particolare cosa, ecc.). La parola di conoscenza consiste nella rivelazione di un fatto già avvenuto (una menzogna detta da qualcuno, un furto compiuto da qualcuno, ecc.). E il discernimento degli spiriti nella rivelazione della presenza di spiriti maligni in qualcuno o attorno a qualcuno o in un certo luogo. Quando dunque il Signore in un sogno o in una visione o con una voce udibile predice un avvenimento particolare, ci troviamo davanti alla rivelazione di una parola di sapienza. Quando il Signore rivela sempre in un sogno o in una visione o con una voce udibile qualcosa già avvenuto, abbiamo la rivelazione di una parola di conoscenza. E quando il Signore fa vedere in sogno o in visione degli spiriti maligni compiere qualche opera iniqua o pronti a compierla, ci troviamo davanti al discernimento degli spiriti. Dio ancora oggi dà sogni, visioni e rivelazioni, questo è confermato dalla Scrittura che dice che negli ultimi giorni "i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni" (Gio. 2:28), e da quella che dice ai santi: "Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino; e se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente si taccia" (1 Cor. 14:29-30). D’altronde, se Dio dice che Lui non cambia (cfr. Mal. 3:6) non può essere altrimenti.

Nessun commento:

Posta un commento