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mercoledì 22 agosto 2012

Sei la più bella cosa ...



che mai possa capitare  e un uomo
 -credimi-
non potrebbe pretendere altro che te dalla vita...:
che D_o ti benedica!
-e aggiungi-
ancora oggi:
Beato l'uomo che potrà averti al suo fianco!





mi risuonano sempre queste tue parole... tu, che mi hai amato d'un amore eterno ed hai colto (perchè hai visto, ben oltre il guardare) in me la perfezione...quella che trascende dal corpo...
me le hai ripetute infinite volte, me le ripeti ancora, nonostante non ci sia più quell'intimità tra noi...
passano gli anni e tu ricordi ancora ogni centimetro della mia pelle, ogni sapore ed ogni odore, ricordi ogni breve istante che la vita ci ha regalato... e, queste parole, me le ripeti ancora, quasi come un mantra, eppure, sappiamo bene entrambi quanto la vita stessa possa essere beffarda e burlarsi proprio di noi che siamo consapevoli che il viaggio non è la meta... e che è il nostro 'nulla' che ci prende per mano e ci conduce ad abbracciare quella che riconosciamo essere la nostra  'amata/odiata solitudo'... nell'attesa di tornare -un domani- 'a casa' ...ad Itaca
...e non rimpiango nulla di tutto ciò che la vita mi ha dato
...nel bene e nel male...
ed aspetto trepidamente nuovi giorni...nuovi percorsi...nuovi amori...
sempre più grandi, sempre più veri...immensi, belli come il nostro, freschi come l'acqua sorgiva, teneri come un fiore e violenti come il fuoco...nella misura in cui imparo giorno dopo giorno ad amarmi, ogni giorno un po' di più...
"I capelli, gli zigomi, la pelle bianchissima, la piega degli occhi di Jun Rail.  Ma più di ogni altra cosa – sia che ridesse o urlasse o tacesse o semplicemente stesse li, come ad aspettare – la bocca di Jun Rail.  La bocca di Jun Rail non ti lasciava in pace. Ti trapanava la fantasia, semplicemente. Ti impiastricciava i pensieri. “Un giorno Dio disegnò la bocca di Jun Rail. É lì che gli venne quell’idea stramba del peccato.”


"Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva"





"... quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro al schiena, fregatene.
Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita...
non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca,
quella vita su cento che alla fine si spacca..... io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente
che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro....le sue piccole tristi biglie infrangibili.....
e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo.....
sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino...
ci si vede dentro tanta di quella roba..... é una cosa che ti mette l'allegria addosso..
.non smetterla mai..... e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita,
a modo suo..... meravigliosa vita."

"come sarebbe bello dire 'per caso'? ..
Tu credi davvero che ci sia qualcosa che succede 'per caso'?



"se per caso riuscirai a vedere nei miei occhi
 la scontata virtù di ciò che sei veramente
allora ricomincerai a cercarmi,amore mio"




“Col tempo iniziò a concedersi un piacere che prima si era sempre negato: a coloro che andavano a trovarlo, raccontava dei suoi viaggi. Ascoltandolo, la gente imparava il mondo e i bambini scoprivano cos’era la meraviglia. Lui raccontava piano, guardando nell’aria cose che gli altri non vedevano...in lui pareva loro di vedere un modo esatto di stare al mondo...Aveva con sé l’inattaccabile quiete degli uomini che si sentono al loro posto. Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva attraverso il parco fino al lago, e si fermava per ore, sulla riva, a guardare la superficie dell’acqua incresparsi formando figure imprevedibili che luccicavano a caso, in tutte le direzioni. Era uno solo, il vento: ma su quello specchio d’acqua, sembravano mille, a soffiare. Da ogni parte. Uno spettacolo. Lieve e inspiegabile...disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere lo spettacolo che era stata la sua vita... Poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale.”...“Ho capito che non si cambia veramente mai, non c’è modo di cambiare, come si è da piccoli si è tutta la vita, non è per cambiare che si ricomincia da capo. Si ricomincia da capo per cambiare tavolo, disse. Si ha sempre questa idea di essere capitati nella partita sbagliata, e che con le nostre carte chissà cosa saremmo riusciti a fare se solo ci sedevamo a un altro tavolo da gioco…Disse che bisognava stare attenti quando si è giovani perché la luce in cui si abita da giovani sarà la luce in cui si vivrà per sempre. Così bisognava stare attenti alla cattiveria perché da giovani sembra un lusso che ti puoi permettere, ma la verità è un’altra, e cioè che la cattiveria è una luce fredda in cui ogni cosa perde colore, e lo perde per sempre...Guardava quella casa, davanti a sé, e pensava alla misteriosa permanenza delle cose nella corrente mai ferma della vita. Stava pensando che ogni volta, vivendo con loro, si finisce per lasciare su di loro come una mano leggera di vernice, la tinta di certe emozioni destinate a scolorare, sotto il sole, in ricordi...Ci mise un po’ a dire qualcosa. Stava pensando alla misteriosa permanenza dell’amore, nella corrente mai ferma della vita.” (A.Baricco)

"Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana."



3 commenti:

  1. due parole

    Questa notte all’orecchio m’hai detto due parole.

    Due parole stanche

    d’esser dette. Parole

    cosi’ vecchie da esser nuove.

    Parole cosi’ dolci che la luna che andava

    trapelando dai rami

    mi si fermo’ alla bocca. Cosi’ dolci parole

    che una formica passa sul mio collo e non oso

    muovermi per cacciarla.

    Cosi’ dolci parole

    che, senza voler, dico: “Com’e’ bella la vita!”

    Cosi’ dolci e miti

    che il mio corpo e’ asperso di oli profumati.

    Cosi’ dolci e belle

    che, nervose, le dita

    si levano al cielo sforbiciando.

    Oh, le dita vorrebbero

    recidere stelle.


    (Alfonsina Storni)

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  2. che meraviglia quest'ultima poesia che non conoscevo di Alfonsina Storni!
    Baricco un tempo mi piaceva anche, soprattutto Oceano mare mi parve un gran bel lavoro. Invece poi tutto quello che è seguito mi ha fatto sospettare molto della genuinità della sua ispirazione. Oggi mi pare più un mestierante che è abilissimo nel gioco delle tre carte (o delle scatole cinesi). Bravo nel nasconderti il senso del suo scrivere. poi un giorno ti viene un dubbio che è una voragine. Intuisci e ipotizzi il peggiore dei sospetti. Non c'è sangue nei suoi libri, non c'è anima vera, passione, ossigeno. E' un esercizio di stile e di autocompiacimento di uno scrittore molto narciso. Che si specchia e nasconde e si compiace di giocare con il lettore ma poi tutto finisce lì. Non hanno vero spessore i suoi personaggi, sono strumenti come lo sono le marionette o i pupi di un gioco creato per stupirti dentro la cifra di uno stilema. Un esercizio di stile insomma e soprattutto un artificio.
    Per alcuni scrittori è più importante che il lettore giunga alla fine della sua opera pensando "quant'è vero" ciò che ho trovato qui dentro..." mentre per Baricco il pensiero con cui deve congedarsi un lettore da un suo testo è:"Quant'è bravo questo autore! Mi perdo in questa sua scrittura come mi perderei dentro un caleidoscopio". Non so se ho reso la mia impressione su Baricco ma è questo che mi arriva da una decina d'anni dai suoi libri.

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  3. hai colto nel segno, ma indubbiamene il suo lessico è quasi perfetto...e il personaggio di novecento (pianista sull'oceano) è incantevole; ma le sue storie, anche quelle che hanno hanno tanta anima, sono -come dici tu- tutte senza sangue e sanno di quel troppo che ha il sapore di artificio...;)

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